Stray: la nostra recensione!

L’aria della Città è rarefatta, sporca. I resti di una civiltà precedente occupano le strade strette e colme di uova di strane creature che stanno contaminando tutto. La luce delle stelle(?) si riflette negli occhi di un gattino ferito, arrancante per via di una brutta caduta che lo costringe a rifugiarsi dalle minacce. Così inizia Stray, l’avventura di un micio dal pelo arancione rimasto senza compagnia e privato dei raggi del vero sole. Annapurna Interactive ci regala un’avventura inedita, semplice nella trama ma al tempo stesso costruita con dovizia di particolari, alcuni interessanti, altri molto divertenti. Fatta questa premessa, seguiteci nella nostra recensione!

Stray, affari da nove vite

Appare chiaro fin da subito come il gatto mostrato più volte durante la campagna marketing sia solo un tramite, un mezzo per scoprire il mondo che gli sviluppatori hanno costruito. Ma, in senso più stretto c’è un vero e proprio protagonista (che vi daremo il piacere di scoprire) le cui vicende si legano nel profondo con quelle della Città, esplorabile in lungo e in largo, in alto e in basso. La storia di Stray si racconta da sola, lineare e senza pretese, ma al tempo stesso interessante e misteriosa. Gli eventi si dipanano in più sezioni open area, per un lasso di tempo che va dalle 2 alle 9 ore. Ebbene sì, i rumor sulla durata corta erano corretti ma possiamo assicurarvi che vi godrete ogni singolo istante. Non dovrete solo scalare con agilità felina, bensì anche interagire con gli NPC, esplorare e risolvere enigmi e assemblare meccanismi molto particolari.

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Un gameplay solido al netto di specifici miglioramenti

Gli sviluppatori di Annapurna hanno ideato un sistema di movimento e uno schema di comandi iper semplificati. Il gatto sale e scende da ostacoli e muri con la pressione di un unico pulsante e sarà proprio questo al centro del 90% delle azioni da intraprendere. Detto ciò, avremmo preferito un maggiore controllo dei movimenti del gatto, magari separando i comandi per l’ascesa e la discesa e non limitando tali interazioni a specifiche superfici evidenziate.

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In seconda linea ci saranno le interazioni con gli NPC del mondo di gioco, che non occuperanno più di due pulsanti in totale. A tal proposito, Stray ci offre poca varietà: dovremo principalmente recuperare oggetti nascosti nell’ambiente circostante o cedere quelli corretti in base alle richieste contestualizzate. Di buono c’è che, data la durata (giustificatamente) breve, la poca varietà succitata non peserà affatto al giocatore.

Il mondo di Stray

La direzione artistica del gioco di Annapurna non ha niente da invidiare a produzioni con budget molto più alto. La Città prende vita grazie alle scritte al neon, ai graffiti e ai robot stessi che la popolano. Ci saranno due macroaree esplorabili più tutte quelle secondarie, ognuna di esse unica e indimenticabile. Ci viene quasi naturale notare come, almeno in apparenza, la qualità e la densità dei settings cali leggermente procedendo nell’avventura, ma niente di troppo grave.

Il tutto viene esaltato da un level design impeccabile: ogni tubo, macchina o scatola è messa in un punto ben preciso. I percorsi da intraprendere sono evidenziati ma mai in modo lampante e invasivo. Ultimo ma non meno importante, il punto sulle animazioni. Ci preme lodare il lavoro svolto sui movimenti del gatto. A primo impatto siamo rimasti colpiti dal modo naturale in cui il felino si muove, dando incisione alle scapole che si alternano, o alla coda che ondeggia o si rizza quando è spaventato. Scatti, salti e atterraggi sono prodotti in maniera altrettanto notevole per dare al nostro amato gattino tutto quello che serve per sembrare reale!

stray street

Rizzate le orecchie

Le musiche di Stray sono belle ed ispirate. Senza scendere troppo nel dettaglio, possiamo dirvi che nelle prime fasi dell’avventura vi ritroverete letteralmente immersi nella musica. Melodie interessanti, particolari o semplicemente che fanno riferimento a easter eggs. Tutto questo avverrà, ci premiamo a dirlo, solo se avrete la voglia di esplorare ed estendere la vostra permanenza nella Città ed esplorare ogni anfratto di essa. Come se non bastasse, lo stesso Dualsense della Playstation 5 è stato programmato per sorprenderci con i miagolii del gatto, o le sue lamentele; o, ancora, con delle semplici vibrazioni contestuali che aiutano ad immergersi nel mondo di gioco e in ciò che esso vuole raccontare.

In conclusione

Stray è un ottimo prodotto di Annapurna. Fresco, ricercato e al tempo stesso semplice e mai noioso, complice la breve durata. La Città è costruita ad arte, tra vicoli claustrofobici e insegne al neon che prendono vita sotto i baffi del nostro felino. Consigliamo il gioco a tutti quelli che preferiscono giochi lineari o più semplicemente agli amanti dei gatti.

Ricordiamo che Stray è disponibile dal 19 luglio su Playstation 4, Playstation 5 e PC. Il gioco è sviluppato da Annapurna Interactive. Al nostro comando ci sarà un gatto che, separato dal resto dei suoi simili, dovrà fronteggiare le minacce di una pericolosa Città lasciata in mano ai droidi. Riuscirete a carpirne tutti i segreti?

E voi, cosa ne pensate? Proverete Stray sul vostro sistema? Fatecelo sapere qui sotto nei commenti e non dimenticate di seguirci su Nerdpool.it per ulteriori aggiornamenti!

Stray segna nuovi standard per i giochi indie a medio budget. Una direzione artistica eccellente, un level design pensato e mai banale, un gameplay semplice ma mai noioso. Tutti questi sono elementi che vanno a bilanciare un'esperienza non troppo lunga. Miao!

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