Bullet Train: la recensione senza spoiler

Bullet Train è un film imperdibile, una boccata di aria fresca in grado di costruire una perfetta alchimia tra gli elementi che lo compongono e di assemblare una storia: coerente, adrenalinica, sanguinolente e scanzonata che vi terrà incollati allo schermo dall’inizio alla fine.

Una perfetta Alchimia

Bullet Train è in grado di mantenere in perfetto equilibrio senza mai eccedere o scadere nell’eccesso tanti elementi. C’è una giusta dose di umore nero, azione e scene splatter sempre ben fatte. Il ritmo è adrenalinico, non anoia, le gag sono divertenti, le scene splatter ben cadenzate, tutti i personaggi (Che sono davvero tanti) sono ben caratterizzati e con il giusto minutaggio, nessuno è stereotipato o macchiettistico. Un grande complotto muove tutta la storia muovendo i fili dei personaggi, ma questo sarà disvelato solo alla fine, risultando abbastanza semplice ma non per questo scontato o banale.

Lo splatter

Lo splatter è tanto, ma davvero ben fatto, di sangue ce ne è ma non stroppia, questo è infatti giustificato in funzione della violenza che permea tutto il film. Non ci si picchia con i fiori, i pugni lasciano lividi, i proiettilli e le catane uccidono e mutilano i protagonisti. Non è un film per deboli di stomaco o per un pubblico abituato ad una violenza che non lascia macchie.

L’intreccio

L’intreccio di Bullet train è davvero ben gestito, le vite di tanti personaggi diversi uniti dalla comune professione di assassini si incontrano sullo stesso treno, i reciproci destini si scopriranno legati tra loro e in pochi sopravviverano a quest’ultima lunga corsa lungo i binari. Certo alcune scene sono ai limiti della fisica e serve una buona sospensione dell’incredulità, ma in fondo non è un film che si vuole prendere troppo sul serio con il suo stile slapstick. Il montaggio è dinamico, scorre velocissimo quasi a perifiato. La storia è poco resa accattivante dalla narrazione multiprospettica. Ruolo del leone lo farà il destino che ha unito i vari personaggi.

Un incontro tra occidente e oriente

Non solo gli attori, ma c’è un ottimo mix tra cultura occidentale e orientale, il Giappone è descritto da un’ottima fotografia luminosa e brillante. Ci si prende gioco anche delle sue stranezze, streotipi e mores. Nonostante ciò c’è un ottimo spaccato di tutta la cultura, i costumi, le bevande il cibo una bellissima immersione nel paese del Sol Levante. Le canzoni come “Stain’ alive” cantate in Giapponese sono in tal senso il tocco di classe.

I personaggi

I personaggi, sono tutti teoricamente streotipati il Russo cattivo, il Giapponese gangster, ecc Ma non risultano afffatto stereotipati, anzi riescono a risultare accattivanti, frizzanti, divertenti, ognuno di loro ha dellle motivazioni che si scoprono con il procere del film. Ma mi raccomando non affezionatevi troppo a loro ! Grandissima la prova attoriale di Brad Pit davvero in forma e ben calato nella parte.

Una grande prova di regia

Una grandissima prova registica di David Leitch, che non si smentisce dopo grandi block buster come atomica bionda e Deadpool 2, forse resta un pò di rimpianto per Deadpool 3. Sinceramente credo che il pubblico abbia fame di film così, in grado di: intrattenere, divertire, distrarre, che poi in fondo è il ruolo del cinema no?

Conclusioni

Ignorate i critici, i punteggi su Rotten Tomatos, entrate in sala, spengete il cervello e godetevi questa esperienza elettrizzante. Sicuramente tra i migliori film di quest’anno, Bullet train ci voleva davvero per riportare la persone al cinema.

Divertente, veloce, splatter, fusion, d'azione, cos'altro si può desiderare? Non per stomaci deboli o per persone che cercano un film impegnato.

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