Il mondo delle fumetterie, si sa, è un luogo variegato e quando un amico o un conoscente comincia a lavorarci dentro scattano subito delle strane dinamiche. Torniamo insieme nel mondo di Volt e addentriamoci a vedere cosa sta avvenendo al suo interno!
Cos’è cambiato
Il mondo di Volt è ancora lo stesso, ma il primo ostacolo che dovrà affrontare è ben più subdolo della clientela della fumetteria: gli “amici” di vecchia data.
Gli amici cercano, come prevedibile, uno sconto sui materiali, ma non si ritrovano con le uscite presenti e questo porta a un grande scontro generazionale con gli amanti più giovani del fumetto.
Le avventure di Volt però non si fermano solo a questo, infatti, finalmente lo vediamo spingere per il suo sogno di diventare fumettista ma, come molti sogni, la strada è ardua e irta di difficoltà.
Perché partire dal secondo volume
Volt è un’opera che vive di moltissimi rimandi alla pop culture, nel primo episodio ce ne sono molteplici che fanno riferimento a coloro nati negli anni ‘80 e, purtroppo, alcuni potrebbero risultare troppo oscuri.
Il secondo volume, invece, pone il contrasto generazionale al centro della scena. Lo fa con un linguaggio e dei riferimenti che tutti sono in grado di comprendere, anche coloro che non hanno mai vissuto l’epoca dei robot giganti che sparavano pugni a razzo.
Conclusioni
Il secondo volume di Volt ci è piaciuto di più rispetto al primo perché riesce a parlare a una platea più ampia di persone. La storia del nostro mecha si fa più intrigante e, finalmente, vediamo una sua tavola in attesa di scoprire se riuscirà mai a diventare un fumettista.
Al termine del volume sono presenti delle vignette che raccontano storie di vita vissuta da chi ha una fumetteria, molte delle quali autobiografiche di “The Sparker”.
Attendiamo con impazienza il terzo volume di questa serie che darà inizio alla seconda stagione del nostro piccolo mecha preferito.
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