Overwatch 2: un grande passo falso?

Dopo sei anni di vita, Overwatch si è spento brevemente per evolversi in un vero e proprio seguito, o almeno così lo ha definito Blizzard. Ne sarà valsa la pena? Scopritelo in questa personalissima riflessione nel corso del quale ho toccato i punti salienti della produzione.

Quando Overwatch è stato lanciato, nel 2016, era un gioco tutt’altro che perfetto. Mancavano alcune importanti funzioni e modalità, cionondimeno ha riscosso un grande successo. Era un titolo fresco, nuovo, e ha incantato milioni di giocatori con il suo gameplay e i suoi personaggi, tra sontuosi corti animati, fumetti ecc. È stato addirittura il gioco online che, durante l’ottava generazione, mi ha rubato più ore, in compagnia di vecchi e nuovi amici. Perché uno dei pregi dei giochi Blizzard è proprio la loro capacità di unire le persone per forgiare nuovi legami. Avevo quindi un certo carico di aspettative per Overwatch 2, malgrado gli innumerevoli trambusti in quel di Irvine lasciassero presagire il peggio. Per non parlare del fatto che i tempi sono cambiati.

Ed è cambiata soprattutto la percezione del multiplayer online, che oramai sembra debba essere necessariamente in versione free to play. C’è dunque una certa ironia di fondo, se pensiamo che l’hero shooter Blizzard in principio sarebbe dovuto arrivare in forma gratuita, salvo un cambio di piani che ha spinto la casa a proporre un prodotto “premium”, a pagamento. Overwatch offriva pertanto la solita qualità dei prodotti Blizzard, ma con un supporto post-lancio totalmente gratuito. Il giocatore poteva comunque decidere di supportare ulteriormente il titolo per mezzo di microtransazioni sotto forma di loot box. Quest’ultime hanno rappresentato forse l’elemento più controverso della produzione, tra percentuali di drop inizialmente non divulgate e quella casualità di fondo che è finita per divenire sinonimo di gioco d’azzardo, con tanto di ban da parte di certi paesi.

Insomma, il corso degli eventi ha imposto al titolo Blizzard un vero e proprio cambio fisiologico, ma viene da chiedersi se gli sviluppatori si siano mossi nel modo giusto.

Overwatch 2 non è “l’inferno ftp” dipinto da certe testate sul web, ma nemmeno la perfezione fatta gioco. In questa immagine, la schermata di selezione eroi per i nuovi giocatori.

Si stava meglio quando si stava peggio

Se dovessi rispondere di botto a questo interrogativo, probabilmente direi un “NO” secco. Mi rendo perfettamente conto che l’unica opzione possibile per Blizzard fosse il suddetto modello free to play. Nel 2022 la massa non vuole (o magari non può) spendere grosse cifre per i videogiochi, perciò un’entrata gratuita con acquisti ponderati è la scelta migliore. Ed ecco che sono stati introdotti gli ormai immancabili Battle Pass e il negozio per l’acquisto di skin e altri oggetti cosmetici. La casa californiana non ha fatto nulla che non sia già stato proposto dai vari Fortnite, Apex Legends e simili, ma forse ha spinto troppo sul pedale dell’avidità.

Se Overwatch 2 fosse stato un titolo completamente nuovo, allora la strada intrapresa sarebbe quasi accettabile, e dico quasi perché alcuni elementi sarebbero da limare. Da giocatore storico però, penso che troppi elementi siano stati lasciati al caso e che forse, Blizzard dovrebbe trattare con un po’ più di riguardo chi ha passato centinaia o migliaia di ore sul titolo in questione. Non bastano un paio di skin in omaggio – e di dubbio gusto aggiungerei – per ringraziare chi ha supportato il tuo prodotto per anni.

Le skin gratuite per i giocatori storici. Passi quella di Sombra, ma quella di Doomfist sembra proprio un compitino.

Time is money, friend (dicevano i Goblin di Meccania)

Non nascondo che sono rimasto basito dalle nuove modalità per l’ottenimento degli oggetti cosmetici in Overwatch 2. Se in precedenza le skin potevano essere acquistate singolarmente attraverso la valuta in-game – ottenibile all’interno delle loot box – adesso una buona fetta di esse sono acquistabili a caro prezzo con la moneta premium. Il problema nasce dal fatto che la maggior parte di queste skin erano già state rilasciate in precedenza, e quindi non sono più acquistabili con la valuta tradizionale. Come se non bastasse, allo stato attuale non c’è modo di ottenere quest’ultima, quindi i giocatori potrebbero far fatica a comprare gli oggetti cosmetici “gratuiti”.

Le skin acquistabili attualmente con la valuta premium richiedono ben 1900 monete, l’equivalente di 19 euro. A pensarci è una cifra in linea con i prezzi della concorrenza, se non fosse per il fatto che fino a qualche settimana fa questi oggetti fossero ottenibili gratuitamente. Per ottenere le loot box bisognava farmare, è innegabile, ma quando il gioco ti piace la cosa non pesa affatto. Ad ogni modo, la mia delusione nasce dal fatto che la valuta premium ottenibile giocando è veramente poca. Stiamo parlando di massimo 60 monete per settimana, ovvero 240 al mese, di conseguenza per ottenere una delle skin sopracitate bisogna aspettare circa 8 mesi. Per quel che mi riguarda è follia pura.

Con 60 monete alla settimana non si va da nessuna parte…

Motivi per giocare

Arriviamo ora all’elemento che più di ogni altra cosa dovrebbe tenere i giocatori sui server, il Battle Pass. Ebbene, giocando senza spenderci quei 10€ richiesti, i premi ottenibili in questa prima season risultano deludenti. Sono il primo a pensare che un buon gioco debba divertire senza che ci siano necessariamente premi di questo tipo, la gratificazione dovrebbe nascere dal gameplay loop prima di tutto, ma anche l’occhio vuole la sua parte. E in una “società” basata sul gongolamento per mezzo di balletti e skin uniche, il giocatore non pagante non può ricevere solo le briciole. Credo sia giusto che il suo tempo venga ricompensato in qualche modo, anche perché la concorrenza è agguerrita.

Ormai la prima season è andata così, ma spero che Blizzard corra ai ripari perché altrimenti Overwatch 2 finirà male. Un buon modo per migliorare il Pass Battaglia sarebbe l’aggiunta di monete – premium e non – in specifici livelli, nonché l’inserimento di skin interessanti. Così facendo il morale dei giocatori risalirebbe un po’ e perlomeno continuerebbe ad esserci un minimo d’interesse attorno al prodotto. Poi diciamolo, se possono regalare una skin per farsi perdonare degli strafalcioni commessi (coff* coff* il terribile lancio), possono regalarne un paio ad ogni stagione.

Al di là di questi inghippi, ammetto che la scalata per gli ottanta livelli necessari per l’agognata skin mitica non pesano più di tanto. Ogni tacchetta richiede solo 10k di esperienza e sia le sfide giornaliere che quelle settimanali aiutano non poco a raggiungere l’obiettivo. E per i più ostinati c’è un duecentesimo livello con tanto di titolo ottenibile. Quest’ultima feature rappresenta una delle sorprese più gradite di questo sequel, perché mi ricorda da vicino i bei tempi andati su World of Warcraft, e l’idea di un titolo che rispecchia le mie imprese è cosa sempre gradita. Peccato solo che per ottenere alcuni di questi serva necessariamente acquistare il Pass e insomma, ritorniamo al discorso di prima.

Overwatch 2 Battle Pass
Il Battle Pass si poteva gestire meglio perché non offre stimoli per i giocatori non paganti.

Sempre lo stesso gioco?

Il giocatore meno attento potrebbe pensare che le differenze tra Overwatch 2 e il suo predecessore siano minime, ma non è così. Oltre ad un aggiornamento del motore grafico e ad una rivisitazione di grafiche e interfaccia utente, le dinamiche in game sono state stravolte. Nel senso che il passaggio a cinque giocatori per team si sente eccome, e non credo sia un bene. Cinque giocatori vuol dire meno fatica per trovare un membro in più, ma anche più coordinazione e coesione all’interno di partite già esigenti in passato. A tratti mi pare che Overwatch 2 sia stato pensato esclusivamente per le competizioni di alto livello, senza tener conto del giocatore medio.

L’eliminazione di un tank nella composizione del gruppo ha spinto gli sviluppatori a potenziare questa classe che, in generale, risulta più performante e divertente. Per contro, tale novità può rivelarsi pericolosa nelle partite libere, dove schiere di tank possono rovinare il divertimento in un battibaleno. Più in generale, ho adorato i rework di Orisa e di Zaria, assolutamente necessari, mentre vorrei sapere a chi è saltata l’idea di toccare Doomfist. Cioè, era uno dei DPS più divertenti del primo Overwatch e me lo hanno trasformato nel tank più noioso e inutile del roster. Grazie Blizzard.

In ogni caso, la presenza di un solo tank spinge – più che in passato – a scegliere con attenzione il proprio personaggio in relazione alla mappa di gioco. Se prima il fardello era diviso tra i main tank e gli off-tank, adesso verte tutto su un singolo giocatore. E se quest’ultimo non fosse all’altezza del suo ruolo, o nel caso non lo fossero i suoi compagni (pensate a quando gli healer giocano come DPS), allora la partita è persa. Sono cose che nelle partite random succedevano anche prima, ma il sesto giocatore garantiva un margine d’errore più vasto.

Ow 2 in azione
Giocare come tank ora è più divertente, ma sono aumentate anche le responsabilità.

Novità e grandi mancanze

Detto ciò, uno dei limiti più grandi di Overwatch 2 è l’assenza di novità capaci di svecchiarlo. Abbiamo la modalità Push, una sorta di tiro alla fune in cui ci si contende un robot, ma a parte questo il gioco offre la solita solfa. Mi rendo conto che l’ideazione di nuove modalità richieda tempo e risorse, ma così non ci siamo. Trovo poco azzeccata anche la decisione di limitare il pool di mappe disponibili per stagione. Se da una parte tale scelta può rendere ogni season unica, dall’altra si finisce per rigiocare sempre le solite mappe. Per i nuovi giocatori ci saranno anche meno informazioni da assimilare, ma per chi gioca dal 2016 le cose sono un tantino diverse.

Infine, l’assenza del PvE è forse l’elemento che più di ogni altra cosa mi ha lasciato una sensazione di incompletezza. La modalità in questione sarebbe dovuta essere la grande rivoluzione del titolo e invece, ad oggi non abbiamo ancora una data d’uscita, se non un generico 2023. Per di più, i suoi contenuti verranno spezzettati e rilasciati come contenuti stagionali, cosa che personalmente mi fa storcere il naso.

Questa skin verrà data in omaggio da Blizzard per scusarsi del pessimo lancio.

Considerazioni finali

Ora come ora, la voglia di continuare a giocare Overwatch 2 è veramente poca. Tolte le sfide giornaliere e settimanali per completare il Pass Battaglia, gli stimoli che mi spingono a cercare una partita sono veramente pochi. Andare in partita senza un team completo spesso coincide con la sconfitta e non credo ne valga la pena.

D’altro canto si vede che Blizzard ce la sta mettendo tutta: il corto animato dedicato a Kiriko mi ha emozionato tantissimo, le nuove mappe sono ispirate e le tre nuove eroine divertentissime da usare. Eppure, manca quella scintilla capace di farmi sentire nuovamente a casa. Ma se la software house californiana riuscirà a trovare il giusto equilibrio in questa nuova avventura, lo scopriremo tra qualche mese. Speriamo solo che per allora non sia troppo tardi.

E voi siete riusciti a provare Overwatch 2? Fatecelo sapere nei commenti e continuate a seguirci per restare aggiornati sul titolo Blizzard.

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