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Shadows of Rose – recensione del DLC di Resident Evil Village

Abbiamo giocato per voi l'attesa espansione di RE Village, analizzando anche le altre novità presenti nel pacchetto Espansione Winters.

A quasi un anno e mezzo dalla pubblicazione del gioco principale arriva finalmente l’Espansione Winters, il primo (ed unico) DLC di Resident Evil Village, il quale aggiunge novità importanti come la modalità in terza persona per la storia principale, nuove missioni e personaggi per la modalità Mercenari, ma soprattutto l’episodio Shadows of Rose, un’espansione della trama principale con protagonista Rosemary Winters, la figlia di Ethan. Questa attesa espansione porta con sé, a detta di Capcom, la conclusione dell’intero arco narrativo della famiglia Winters, iniziato con Resident Evil 7: Biohazard.

Abbiamo giocato l’intera avventura di Rose, e abbiamo analizzato le altre novità introdotte dal DLC: ecco la nostra analisi di Shadows of Rose e dell’Espansione Winters, come sempre made in NerdPool!

Le Ombre di Rose

Senza dubbio il piatto forte dell’offerta di questo DLC è Shadows of Rose, l’episodio che ci vedrà impersonare la figlia dell’eroe protagonista degli ultimi due capitoli della saga di Resident Evil, Ethan Winters. Ambientata ben 16 anni dopo gli eventi della trama principale, questa nuova avventura vedrà la nostra Rose alle prese coi problemi legati alla sua stessa natura. La ragazza infatti ha ereditato dal padre alcune caratteristiche e abilità legate all’esposizione al Megamicete, l’organismo fungino le cui spore hanno creato il ceppo virale responsabile delle armi biologiche che abbiamo affrontato. Rose vorrebbe liberarsi di questi poteri, a causa dei quali viene emarginata dai suoi coetanei, e grazie ad un collaboratore di Chris Redfield, l’agente anti-BOW il quale da sempre veglia su di lei dopo la scomparsa del padre, sembra finalmente aver trovato una soluzione.

La soluzione che le si prospetta consiste nel “connettersi mentalmente” con un frammento del Megamicete, conservato nei laboratori dell’organizzazione di Redfield, in modo da accedere alla coscienza collettiva sita all’interno dell’organismo e che la porterebbe a trovare al suo interno un manufatto, il cristallo purificante, il quale avrebbe il potere di neutralizzare i poteri di Rose, rendendola una normalissima umana. La ragazza accetta e dopo essersi concentrata sul frammento dell’organismo in pochi secondi si ritroverà a vivere i ricordi dei luoghi passati, alla ricerca dello strato di coscienza che contiene il tanto agognato cristallo.

Un incipit piuttosto particolare il quale permette al giocatore di vivere un’avventura sostanzialmente diversa da quella della trama principale, e non solo per via del punto di vista differente (Shadows of Rose è giocabile solamente in terza persona, a differenza della storia principale in cui è ora possibile scegliere tra questa nuova impostazione e la visuale standard in prima persona). I poteri di cui Rose è dotata, i quali verranno man mano sbloccati e potenziati grazie all’aiuto di Michael (un’entità invisibile che comunica con la ragazza tramite scritte luminose sui muri e sugli oggetti), le serviranno per fronteggiare le minacce presenti in questo particolare mondo.

Nuovo ma non troppo

Il pretesto narrativo su cui si basa Shadows of Rose ha permesso agli sviluppatori molta più libertà d’azione, essendo il tutto ambientato in un mondo diverso da quello reale, ed è stato così possibile eliminare tutti gli elementi del mini-open world del gioco per offrire location iconiche della trama principale, ma visitabili in maniera più circoscritta e guidata. Ciò si traduce in un’avventura molto più condensata, per certi versi onirica, ma che mai si distacca troppo dai canoni della serie.

La presenza di elementi più onirici/soprannaturali dovuti al contesto non è mai troppo invasiva o fastidiosa, i poteri di Rose non la rendono una super-eroina imbattibile e anzi ci troveremo spesso e volentieri, durante le tre ore circa necessarie a concludere l’avventura alla prima run, ad usare normali armi da fuoco e curarci con soluzioni mediche come nel gioco base. Anche le dinamiche di esplorazione e soluzione degli enigmi sono le stesse, con puzzle molto semplici da risolvere ma sempre piacevoli come da tradizione.

La trama nel complesso risulta efficace, al netto di qualche rivelazione piuttosto telefonata che fa da contraltare a qualche genuina sorpresa, offrendo tutto sommato un degno finale alla storyline della famiglia Winters, concludendola ma al contempo lasciando qualche domanda rimasta in sospeso, e una porta se non aperta almeno socchiusa al ritorno di questi ormai iconici personaggi nel futuro della saga di Resident Evil.

Una prospettiva tutta nuova

Come dicevamo in apertura l’Espansione Winters non porta solamente l’episodio Shadows of Rose, ma offre anche altre interessanti novità, come la possibilità di giocare l’intera trama principale di Resident Evil Village in terza persona. Questa feature, analogamente all’episodio dedicato a Rose ma anche in continuità con i recenti remake del secondo e terzo episodio della saga, posizione la telecamera all’altezza delle spalle del protagonista, con la sola peculiarità rispetto agli episodi citati di non permettere mai di poter vedere il volto di Ethan: come da tradizione ormai in Capcom hanno deciso di non mostrare mai apertamente il volto del biondo protagonista della saga dei Winters, scelta bizzarra e piuttosto discutibile ma tant’è e non possiamo farci molto a riguardo: quando cercheremo infatti di girare la telecamera oltre una certa angolazione il nostro eroe si girerà di scatto, riportando la visuale esattamente alle sue spalle.

Tralasciando certe inspiegabili scelte stilistiche, analizzando il gameplay in terza persona possiamo dire che è stato fatto un lavoro più che buono per adattare l’intero Resident Evil Village alla nuova inquadratura, in modo che anche i giocatori poco avvezzi alla visuale in soggettiva potranno godersi l’ottimo titolo come più li aggrada. Il sistema di mira è stato rivisto per adattarlo alla nuova prospettiva e tutto sommato ogni cosa funziona a dovere, seppur resta sempre la sensazione che sia un po’ forzata questa modalità, in quanto le cut-scene restano fruibili solo in prima persona, sintomo che il gioco è stato progettato per essere fruito in quel modo.

Altra novità sono le missioni aggiuntive della modalità Mercenari, il mini-gioco arcade sapientemente ripescato dai vecchi episodi del franchise e riammodernato a dovere. Oltre a nuovi scenari a disposizione Capcom ci permette di utilizzare nuovi combattenti, dandoci la possibilità di impersonare per la prima volta addirittura Lady Alcina Dimitrescu e Karl Heisenberg. I nuovi combattenti, come anche Chris Redfield, hanno abilità e mosse uniche, il che rende interessante e vario spaziare tra l’uno e l’altro per superare le sfide dei vari stage. Una gradita aggiunta che migliora decisamente l’offerta contenutistica del pacchetto.

In definitiva l’Espansione Winters offre più di un motivo per tornare a mettere piede nel mondo di Resident Evil Village. Shadows of Rose si è dimostrato un buon DLC che permette di chiudere la storyline principale, lasciando comunque qualche apertura per il futuro, le novità della modalità Mercenari offrono qualche ora di sano divertimento in più e la nuova prospettiva in terza persona permette di (ri)scoprire l’ottima trama principale in un modo tutto nuovo.

L'Espansione Winters, in particolare l'avventura Shadows of Rose, chiude più che degnamente l'arco narrativo di Ethan e della sua famiglia, protagonisti di una vera e propria nuova era nel franchise horror di Capcom. Lo stile artistico del titolo, declinato con successo anche in questo DLC, lo rende nel complesso uno degli episodi più ispirati della saga, in attesa di scoprire cosa ci riserverà il futuro della serie.

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