Livania: fantasy made in Italy

Da tempo annunciato sui suoi canali social dallo sceneggiatore piemontese di origine ma romano di adozione, l’albo di fantasy, alla fine dei conti ha davvero poco. Come lo stesso autore dell’albo tiene a precisare alla fine della storia:

Liviania pesca a piene mani dal folklore del Piemonte, terra di cui sono originario. Le masche con le loro magie, il libro del comando, il neo a forma di stella su una spalla sono mostrate qui esattamente come descritte dalla tradizione. Addirittura il nome di una di esse, Nëbiàssa, compare nel folklore. La mitologia stessa racconta di come le Masche non possono morire se non passando il libro a un’altra donna e come, saltuariamente, questo possa essere lasciato in oggetti o alberi donando loro proprietà magiche. Naturalmente anche i Masconi fanno parte del Folklore e come del fumetto non possono passare i loro poteri. Una maledizione che li rende decisamente rari, condannandoli ad un’eternità di vecchiaia e decadimento.

Vediamo quindi come un soggetto apparentemente di fantasia abbia profonde radici nella realtà italiana, totalmente differente dall’ immaginario collettivo che vede le equivalenti streghe a cavallo di una scopa volante, nell’intento di compiere malefatte o servire l’oscurità. In Livania le Masche operano il bene, effettuano pratiche per il propiziare raccolti o per guarire le malattie. non malvagio quindi, ma spesso dispettose con chi non le rispetta, temendole per un ignoranza che si tramuta intolleranza e violenza.

LA STORIA

La narrazione di Francesco Vacca, mai banale e che personalmente apprezzo tantissimo, si rivela davvero efficace nel raccontare la storia di due innamorati e di come il loro amore possa superare i limiti del tempo e della morte.

E cosi, in un susseguirsi di ere e protagonisti, Aimone rincorre il suo amore. Amore che, dopo 1300 anni riuscirà a trovare, non senza inconvenienti.

Senza raccontare altro della storia per non rovinarvi la sorpresa, c’è da dire che il lavoro fatto da Francesco nel mescolare elementi del folklore piemontese ad altri tipicamente fantasy in senso più lato è davvero equilibrato. Ne risulta una storia molto ben costruita, mai banale, ma anzi riesce a tenere il lettore sulle spine fino all’ultima bellissima e straziante tavola.

I DISEGNI

Scopro, proprio allo stand di TataiLab in occasione del lancio di Livania, Alessandro Costa ed i suoi disegni. Lui è la personificazione di “gigante buono”: un omone barbuto e grosso ma dall’animo gentile (fidatevi, tra i vicoli di Lucca è difficile non vederlo!).

I disegni di Livania hanno un aura magica, fiabesca. L’enorme cura nel “character design” dei protagonisti ma anche di semplici comparse della storia rende palpabile la passione e dedizione che Alessandro ha messo nella realizzazione grafica di quest’opera. Ogni angolazione, espressione facciale, movimento dei personaggi è maniacalmente curato in ogni  dettaglio. Il tratto è gentile ma deciso, dinamico ma contempo anche dettagliato.

CONCLUSIONI

Livania è un albo assolutamente da non perdere, per i numerosi motivi sopraelencati. Una piacevole sorpresa per certi versi e conferma per altri, che sono sicuro entrerà nel cuore anche di ognuno di voi.

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