Bones and All: la recensione senza spoiler

Il grande ritorno del cinema di genere italiano!

Sud degli Stati Uniti anni 80, Maren è in apparenza la classica ragazza afroamericana emarginata e dalla condizione economica svantaggiata. Ma Maren nasconde un oscuro segreto, un desiderio irrefrenabile di mangiare altri esseri umani ancora vivi. Il padre l’ha sempre protetta, ma dopo l’ennesimo episodio che li ha visti coivolti, abbandona disperato sua figliai maggiorenne. Ormai sola la ragazza inizia il suo viaggio nell’america profonda e nei suoi oscuri segreti… Alla ricerca della madre che non ha mai conosciuto e di risposte, conoscerà altri suoi simili. Tra questi il bello e tormentato Lee con cui inizierà una tormentata relazione, ma anche un insistente ammiratore… Sully. Dove condurrà la giovane Maren questo viaggio cannibalico e autodistruttivo? Fin dove può spingerti la fame di carne e risposte? Quale peso dare all’omicidio di fronte ad una fame insaziabile?

Una lunga spirale autodistruttiva

Quella che investe i protagonisti è una vorticosa spirale autodistruttiva. Spinta dalla fame e dalla ricerca di risposte, Maren si metterà sulle tracce di sua madre, insieme a Lee con cui costruisce una garduale complicità. Alla ricerca di un posto nel mondo e della madre perduta, finirà con il disvelare le origini della sua maledizione. Quale soluzione dunque? Uccidersi, rinchiudersi oppure mangiare… Potrà l’amore in fine salvare entrambi? Potranno Lee e Maren condurre una vita normale insieme, anche solo per un po’? Oppure non c’è posto per esseri come loro in questo nostro mondo?

Un film d’autore e dai connotati internazionali

Il film ha le caratteristiche del grande film d’autore, in grado di mischiare il dramma all’orrore all’interno di una storia d’amore accattivante e mai banale. Il film non annoia, anzi vi terrà incollati allo schermo disvelando gradualmente la psicologia e i trascorsi dei protagonisti. Le scene di tensione sono un pugno allo stomaco tremendo. Il montaggio è veloce ma non frentico, il taglio è internazionale a partire dalle scelte attoriali. Luca Guadagnino gira benissimo gestendo bene campi e contro campi ma anche lo splatter davvero ben fatto. Siamo orgogliosi di dire che è un film italiano che non ha nulla da invidiare a produzioni equivalenti americane. Il cinema italiano sta rinascendo, con queste grandi regie in grado di parlare di tematiche forti. La fame che investe i protagonisti ha infatti, un meta significato molto profondo e sfaccettato.

La Fame

La fame ha un significato che va oltre la componente più macabra. Rappresenta il voler ingoiare il dolore e le sofferenza di vite difficili e ai margini. La fame è il desiderio irrefrenabile di trovare un posto nel mondo, di trovare un significato ad una vita che spesso non ne ha. I cannibali si trovano a vicenda attraverso l’olfatto, così come gli emarginati si riconoscono tra di loro con uno sguardo. C’è fame di una normalità che non gli appartiene ma che si brama. Dunque si soffoca il dolore mangiando e mangiandosi a vicenda, cercando una pienezza interiore che sfugge sempre. Perché questo non è un mondo per mostri, ma chi sono i mostri se non gli emarginati dalla società?

Musiche e prove attoriali

Le musiche sono grandiose, accompagnano la drammaticità della narrazione e i momenti di apparente distensione magistralmente. C’è cura e sapienza in ogni scelta artistica, ben pesata. Taylor Russel e Timothée Chalemet, sono perfettamente calati nel ruolo, nella drammaticità dei protagonisti. Ottimo anche Marc Raylance, nei panni del tormentato, inquietante e penetrante Sully che istaurerà un valzer con la protagonista che si dipanerà per tutto il film. Sully infatti è un sociopatico, ossessionato da Maren unica persona con cui abbia mai instaurato un qualche rapporto, avendo cenato con lei…

Opera originale

Il film è tratto dal best seller pubblicato da ‎Wednesday Books nel 2015, scritto dall’americana Camille De Angelis.

Conclusioni

Un grande film. Un film autoriale, ma non un film per tutti. Perché la componente splatter è importante e il messaggio veicolato di critica sociale, che è la vera base del film, non è di facile intuizione. Se non lo si comprende, se non si analizza a fondo il film, si rischia di tenere tra le mani un guscio vuoto. Ma non lasciatevi spaventare e correte in sala, rimarrete piacevolmente sorpresi!

Un gran bel film di genere. Una stroria d'amore macabra tra due ragazzi uniti dalla stessa maledizione, e alla ricerca della propria strada tra gli oscuri angoli dell'America più profonda e sconosciuta.

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