Pokémon Scarlatto e Violetto – la nostra recensione

Ricordo ancora quando da bambino mi alzavo presto, prendevo il mio fidato Game Boy e, con Pokémon Giallo inserito, giocavo un po’ prima che incominciasse la giornata scolastica. Ad anni di distanza il concetto si è ripresentato, ma in versione adulta. Pokémon ha questo effetto su di me, da quasi 25 anni ormai, e ancora oggi i giochi riscuotono un grande successo. All’inizio di quest’anno, Leggende Pokémon: Arceus ha gettato le basi per una nuova generazione di titoli. Un progetto brillante, che ci ha fatto credere in una bellissima evoluzione del franchise ma, essendo un “spin-off“, tutti i fan reclamavano a gran voce una trasposizione nella main-line.

Pokémon Scarlatto e Violetto sono i primi reali nuovi giochi completi del franchise principale ad implementare questo “nuovo stile” ma, a differenza di Leggende Pokémon, questa volta ci aspettiamo ovviamente qualcosa di più. Saranno riusciti i ragazzi di Game Freak a mantenere o ad aumentare il valore della serie? Scopritelo con la nostra recensione.

Un mondo da esplorare

Pokémon Scarlatto e Violetto sono ambientati nella nuova regione di Paldea, ispirata alla cultura spagnola. Invece dell’ormai classico professore che ci istruisce sui pericoli e le avversità della regione, sarà la volta del preside dell’accademia che frequentiamo, a spiegarci tutta la situazione. Dopo aver trascorso qualche tempo ad imparare le basi studiando all’interno dell’Accademia (Arancia o Uva dipende dalla versione di gioco), inizia la Caccia al Tesoro, un evento annuale della scuola in cui gli studenti esplorano Paldea e cercano il loro tesoro personale. Per quanto riguarda il nostro personaggio, questo “tesoro” si trova sotto 3 diverse forme.

Il Cammino dei Campioni

Questa via sarà la più familiare agli allenatori veterani e non. Raccogliere le otto medaglie è praticamente il rito di passaggio di ogni gioco Pokémon, ed è più o meno la stessa cosa anche in questa iterazione, solo che, invece di affrontare direttamente una palestra, dobbiamo superare determinate prove. Questi test possono andare dal far rotolare un’oliva gigante in un labirinto, alla ricerca di alcuni Sunflora sparsi per una cittadina e tanto altro. Partecipare a queste prove è riuscito a coinvolgermi pienamente all’interno di questo percorso, e per quanto possano essere facili alcuni enigmi, li ho trovati piuttosto divertenti, oltre all’essere tutti unici. È inoltre possibile affrontare le palestre nell’ordine che si desidera.

Questo significa che, la difficoltà del gioco è nelle vostre mani. Se volete che il vostro primo capopalestra sia quello con i Pokémon di livello 30, potete assolutamente farlo, ma con l’avvertenza che alla fine dovrete affrontare la palestra di livello 15. In un gioco in cui non esiste un’ordine “consigliato”, è stata una bella sorpresa quando sono incappato in una palestra di livello superiore ed dovuto lottare strenuamente per ottenere l’agognata medaglia.

Il Sentiero Leggendario

Questo tesoro è incentrato principalmente sui Pokémon Dominanti e delle strane spezie che donano potere al nostro Leggendario di copertina. Koraidon o Miraidon, dipende dalla nostra versione di gioco, si trovano praticamente all’inizio del nostro viaggio e da quel momento si possono usare come cavalcature per spostarsi rapidamente attraverso il vasto territorio di Paldea. A causa di gravi ferite, non abbiamo la possibilità di utilizzarli in battaglia, ma è possibile sbloccare altre abilità di movimento, come Surf, per rendere ancora più facile la navigazione nella regione. Lo stile di queste battaglie segue la falsa riga dei Pokémon Regali di Leggende: Arceus, il che non gli rende troppa giustizia. Mi sarebbe piaciuto vedere qualcosa di più elaborato, al posto di una classica battaglia con una creatura mastodontica.

Il Viale della Polvere di Stelle

Questo percorso sarà incentrato sul Team antagonista del titolo, il Team Star in questo caso. Insieme ad alcuni aiutanti, si cerca di fermare questi furfanti, il tipico obiettivo secondario della maggior parte dei giochi del franchise.
Rendere questo percorso come effettiva “missione principale” è un grande cambiamento rispetto ai precedenti giochi Pokémon. Sono presenti 5 basi, con i loro relativi capi, da neutralizzare. Ci viene in soccorso la nuova meccanica del “mandare avanti” un Pokémon per farlo combattere automaticamente contro gli avversari. Più nel dettaglio, con i primi tre Pokémon della propria squadra, si deve sconfiggere un certo numero di avversari all’interno della base della squadra entro 10 minuti. L’unico modo per curarsi è usare i distributori automatici e se la salute di tutti e tre i Pokémon viene ridotta a zero, si fallisce e si deve riprovare. Sgominando tutte le reclute che ci si parano davanti, abbiamo accesso alla battaglia con il Capo della base.

Questi eccentrici personaggi sono stati gestiti alla perfezione, mi è piaciuto davvero come sono stati inseriti all’interno dell’arco narrativo oltre che ovviamente alla colonna sonora, davvero azzeccata. Il problema in cui mi sono imbattuto è stata la ripetitività di queste missioni. L’obiettivo di conquistare un base è pressoché identico in tutte e 5 le zone, fatto salvo per il combattimento contro il Leader. Il vantaggio di avere tre percorsi separati è che c’è sempre qualcosa di nuovo da fare per spezzare l’esperienza, incentivando il gameplay rendendolo meno tedioso.

Il nostro tesoro

Uno degli aspetti più sorprendenti di questa nona generazione sono le storie. Ognuno dei tre percorsi ha una propria narrazione che si lega ai personaggi, all’Accademia o a Paldea stessa, e tutti si uniscono in una narrazione per nulla scontata. Ci sono alcuni momenti veramente teneri e molti dei personaggi hanno una personalità che viene trasmessa bene, sia attraverso le cutscene che nei vari momenti della storia. I rivali e gli altri NPC sono più coinvolti che mai e questo mi ha davvero sorpreso.

Le tre vie che si possono percorrere sono la metà del progetto di Pokémon Scarlatto e Violetto come titolo oper-world. L’altra metà è la disposizione stessa di Paldea e il modo in cui ci si muove al suo interno. Si parte dall’Accademia vicino al centro della mappa e si può andare in qualsiasi direzione verso qualsiasi obiettivo. A differenza di altri giochi Pokémon, nei titoli Scarlatto e Violetto mancano percorsi distinti. Ci sono invece strade che si snodano liberamente intorno alle diverse aree della regione. È un approccio libero che nessun titolo precedente ha adottato. Le Terre Selvagge di Spada e Scudo erano limitate, mentre Leggende Pokémon: Arceus aveva una manciata di zone, ma non una mappa continua. Si tratta di un cambiamento gradito che consente di esplorare ed affrontare il titolo a proprio piacimento.

Stesso gameplay – nuove meccaniche

A livello di gameplay, Pokémon non ha bisogno di presentazioni. Tolta quindi la classica meccanica del combattimento a turni, la parola chiave di Scarlatto e Violetto è Teracristallizzazione. Questa nuova meccanica, introdotta per la prima volta con questi titoli, ci permette di alterare il Tipo della nostra creatura. Il Tera Tipo corrisponderà, almeno nella maggior parte dei mostriciattoli, al tipo predefinito (nel caso di doppio-tipo sarà casuale tra i due esistenti), e va a potenziare le mosse della stessa tipologia. Tutti i Pokémon sono quindi in grado di avere accesso a questa “trasformazione” insieme ad a Bonus o anche Malus derivanti dal cambio tipo. Si tratta di un elemento in grado di dare una svolta al gioco sia per i giocatori occasionali che per i professionisti di alto livello.

Esistono anche Tera Tipi che non sono legati al tipo del Pokémon. Per riuscire a catturare queste speciali creature abbiamo la possibilità di entrare nei Raid Tera. Esattamente come le battaglie Raid Dynamax di Spada e Scudo, i giocatori possono fare squadra con altri quattro giocatori o NPC (migliorati rispetto ai titoli della scorsa generazione) per sconfiggere, entro il tempo limite, la creatura designata.

Oltre alla Teracristallizzazione, in questo Scarlatto e Violetto, è stata aggiunta un’altra meccanica incentrata sul grinding di materiali. Gli oggetti che verranno “droppati” di mostriciattoli che andiamo a sconfiggere sono utili per il crafting delle MT o per creare pietanze utili ad aumentare determinate caratteristiche. Come accennato poco sopra, è possibile far uscire il primo Pokémon della squadra e indirizzarlo verso le creature presenti nell’overworld, il combattimento avverrà automaticamente, garantendoci esperienza e materiali, mentre noi possiamo continuare ad esplorare.

Esplorare Paldea con gli amici

È stato implementato anche un comparto multiplayer coop in questa nona generazione. Al contrario dei capitoli precedenti, Spada e Scudo, qui è possibile entrare direttamente in un mondo di un amico ed andare all’esplorazione di Paldea insieme, fino ad un massimo di 4 allenatori. Questa funzione è sicuramente innovativa per la serie, in quanto nella precedente generazione, il multiplayer si limitava solamente ai Raid. La modalità cooperativa è completamente funzionante per tutta l’esperienza di gioco. Tuttavia, con i problemi tecnici dei due titoli (di cui ne parleremo a breve), potremmo avere dei cali di prestazione durante il gameplay. Non sarà quindi come giocare in modalità singleplayer, ma in ogni caso, per le brevi iterazioni che ho avuto online, mi sono divertito a vedere sconfiggere orde di creature in pochi istanti.

Comparto Tecnico

Come successo anche con Leggende Pokémon: Arceus, anche in questo caso dobbiamo toccare il punto dolente del titolo, ovvero il comparto tecnico. Criticato sin dai primi trailer, dopo diverse ore di gioco, non possiamo dire che risulti all’altezza per un franchise che dovrebbe essere tra i primi al mondo.

Paldea è esageratamente grande, che da una parte è sicuramente apprezzabile il fatto di avere un terreno di “caccia” enorme ma, dall’altro lato della medaglia c’è l’hardware di Nintendo Switch, forse troppo indietro o forse mal ottimizzato il software rende il tutto molto spigoloso. I giochi Pokémon non sono mai stati dei capolavori tecnici, la visione limitata del mondo nei giochi passati ne ha attenuato le critiche. Prima di tutto ci teniamo a dare un merito al titolo rispetto ai caricamenti; in tutto il gioco ci sono pochissime schermate di caricamento, solo nella città principale e in qualche altra sezione di gameplay, la maggior parte del mondo è attraversabile e visibile in ogni sua parte, ma è anche questo che rende i difetti tecnici così evidenti.

In Pokémon Scarlatto e Violetto la distanza di rendering non solo del mondo, ma anche dei Pokémon che appaiono in natura, è dolorosamente breve. La profondità di campo è incredibilmente impattante, si vedono pezzi di terra lontani sfarfallare e scomparire, o ancora intere città scompaiono quando le si lascia. Ci sono molti punti di osservazione elevati in tutta la regione e per questo motivo la visione dell’area sembra quasi un lavoro incompiuto. Peggio ancora, però, è l’effetto che questo ha sui Pokémon in natura.

Impossibile tornare alle origini

Il fatto che i Pokémon siano visibili nell’overworld è un cambiamento che, ormai, deve essere un punto fisso anche per il futuro della serie. Questo aumenta l’immedesimazione, fa sentire le creature parte dell’habitat e rende la loro caccia molto più emozionante. Tuttavia, in Pokémon Scarlatto e Violetto, se ci si allontana anche di poco dalle creature nell’overworld, i loro modelli passano a una versione low-poly: i Pokémon diventano improvvisamente spigolosi e le texture tornano ad un forma grezza ed incompleta.

Molti giochi utilizzano modelli low-poly quando il giocatore è lontano per risparmiare sul rendering ed appesantire ulteriormente l’hardware, ma in questo gioco è così evidente da rompere l’immersione. Anche il framerate del gioco è estremamente incoerente. Mi è capitato spesso che gli FPS erano talmente bassi da far diventate le battaglie più simili a slideshow. Alcune aree open-world, inoltre, mi hanno danno la sensazione che il gioco si stesse per bloccare. È, inoltre, molto fastidioso vedere gli NPC camminare a scatti sullo sfondo di un combattimento o nelle varie cittadine. Il pop-up è un problema importante, al punto che i fili d’erba si creano insieme al giocatore mentre corre e gli oggetti appaiono dal nulla. L’attraversamento del territorio con le nostre cavalcature, oltre ad essere poco intuitivo, è frustrante perché ostruisce la visuale dei Pokémon selvatici che sono troppo piccoli, facendo sì che il giocatore si trovi spesso a combattere senza volerlo.

Pokémon Scarlatto e Violetto ha fatto molto bene sia dal punto di vista del gameplay che della storia. Tuttavia, gli aspetti tecnici del gioco hanno bisogno dello stesso amore, soprattutto perché ormai il passo è stato fatto e, la serie, non può tornare alle cittadine con poche abitazioni e agli incontri limitati del passato.

Siamo riusciti a diventare Campioni?

In conclusione sono riuscito a notare un progresso significativo rispetto ai precedenti Spada e Scudo e sebbene non sia difficile vedere come potrebbe essere ulteriormente migliorato, questo è sicuramente il Pokémon più ambizioso e divertente di sempre. Il buon uso di elementi open-world e la fantastica progressione non lineare con le tre missioni principali, che in fin dei conti risultano interessanti, ci è sembrato di star vivendo per davvero la nostra storia. Alcuni nuovi magnifici design delle creature, tutte le migliorie arrivate direttamente da Leggende Pokémon: Arceus in aggiunta ad una modalità cooperativa online funzionante, compongono un puzzle completo e ben architettato da parte di Game Freak. Purtroppo bisogna fare i conti anche con gli evidenti problemi tecnici che, per alcuni, potrebbero essere una montagna insormontabile. Speriamo che gli sviluppatori riescano quantomeno ad attenuare gli spigoli con prossime patch.

E voi invece, cosa ne pensate di Pokémon Scarlatto e Violetto? Fatecelo sapere come sempre nei commenti e continuate a seguirci su Nerdpool.it!

Pokémon Scarlatto e Violetto apportano una serie di modifiche alla formula classica dei giochi Pokémon. La maggior parte di queste meccaniche si rivelano utili, in particolare le battaglie automatiche, il vasto mondo aperto e le tre distinte trame, insieme ad un possibile sfruttamento della Teracristallizzazione per una sezione di battaglia più competitiva. I giochi soffrono, purtroppo, di problemi di prestazioni e di stabilità, che sono accentuati soprattutto della regione di Paldea, enorme ed open world. Per tanti allenatori questi problemi possono essere un ostacolo, in ogni caso l'esperienza di gioco è divertente e complessivamente piacevole. Sicuramente un must-have per tutti i fan dei mostriciattoli tascabili.

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