Ieri abbiamo avuto l’onore di partecipare alla conferenza stampa globale di Avatar la via dell’acqua: sequel di Avatar (2009), diretto sempre da James Cameron. L’incontro ha visto protagonisti: l’intero cast, il regista e cooproduttore James Cameron e l’altro produttore Jon Landau. La conferenza è stata emozionante seppur non eccessivamente disvelante, una scelta sicuramente vincente al fine di preservare lo stupore della visione.
Un lungo percorso di crescita
Ciò che si è subito notata è una grande alchimia tra cast, regista e produzione. Tale complicità: nata durante il primo Avatar, è stata un grande incentivo per tornare a produrre gli altri film della saga. Come si sa, il film ruota intoro al tema della famiglia in senso ampio. Ebbene la paternità di James Cameron ma anche degli attori protagonisti: Zoe Saldaña e Sam Worthington ha molto inciso. Infatti tutti hanno sottolineato come diventare genitori porti a mutare la propria prospettiva di vita, elemento che si riperquote necessariamente anche sul loro ruolo di attori. Essere genitori infatti, significa avere qualcosa di davvero importante che va oltre noi stessi, per cui: vivere, lottare e soffire, ovvero i figli. Tornare quindi da uomini e donne adulte, nel mondo di Pandora, ha suscitato negli attori un misto di fascinazione e terrore, visti i molti parralelismi tra le lore vite private e quelle dei personaggi, entrambi alle prese con la nuova “sfida” della genitorialità.
Grandi aspettative e grandi tematiche
Come accennato il cast sembrava sinceramente entusiasta del risultato, ma alte erano anche le aspettative. Sin dal copione trasparivano personaggi be strutturati e profondi, con un particolare accento alla protagonista femminile: madre di diversi figli e incinta durante l’intera pellicola. Dietro tale scelta ha sottolineato Cameron, vi è la volontà di raccontare una donna moderna in un mondo moderno: una donna forte e padrona del suo destino, non più legata allo stereotipo della donna incinta e dunque debole, per antonomasia. Ma anche un modello di famiglia nuova: più solidale ed inclusiva. A ciò si aggiunge la riflessione sull’adolescenza: una fase di transizione, in cui non è sempre facile trovare la propria identità e il proprio posto nel mondo. Insomma è un film sulle persone che parla alle persone.
Un mondo vivo….
Ancor più che nel primo film, come già sottolineato in altre interviste, Pandora sarà un mondo vivo con suo ecosistema strutturato e coerente. In questa pellicola sarà esplorata come noto soprattutto la dimensione acquatica… Ma oltre allle avenieristiche tecniche di ripresa di Cameron, questa volta, si è rivelata necessaria anche necessaria, un grande lavoro di preparazione atletica degli attori. Molte infatti sono le scene ambientate sott’acqua, con gli attori che recitavano in apnea. Possiamo dunque dire che personaggi ed attori sono scresciuti e si sono accresciuti reciprocamente. Stesso discorso per la sceneggiatura: che in fase di messa in scena ha potuto godere del prezioso contributo di Stephen Lang (villain della prima pellicola), nonché mente dietro numerose intuizioni durante la fase delle riprese, poi inserite vista la loro bontà, nel montaggio finale.
Conclusioni
Dunque non ci resta che attendere fino al 14 Dicembre, data d’uscita di Avatar 2 la via dell’acqua! Che viste le premesse potrebbe rivelarsi un film spartiacque, nonché un grande successo di pubblico e critica: che ci auspichiamo riporti il pubblico a riempire i cinema in tutto il mondo dopo la pandemia. Per la recensione invece non dovrete fare altro che venire qui su Nerdpool!