NerdPool incontra Jérôme Alquié e Arnaud Dollen

Durante Lucca Comics & Games 2022 abbiamo avuto l’occasione di parlare con Jérôme Alquié e Arnaud Dollen. I due fumettisti francesi hanno già collaborato in diverse occasioni ed è appena uscito per Edizioni Star Comics il primo volume di Saint Seiya – Time Odyssey, serie spin-off della celebre opera di Masami Kurumada. Ecco cosa ci hanno raccontato…

Benvenuti su NerdPool.it. Partiamo con la prima domanda…Com’è nata l’idea per questa storia e come siete riusciti a farvela approvare dal sensei Kurumada?

Arnaud: Jérôme è troppo modesto per ammetterlo ma è stato lui a lanciare per primo la collana “Classiques” con Capitan Harlock. L’idea era di riprendere la serie animata che tutti conosciamo ma sempre rispettando il manga originale. Visto il grande successo di Capitan Harlock, l’editore ha apprezzato molto l’idea e ci ha proposto di occuparci di altri titoli, compreso Saint Seiya.

Da quel momento abbiamo lavorato insieme con l’autorizzazione di Kurumada, nel rispetto del suo manga ma inserendo l’elemento visivo che richiama alla serie animata. Quindi, è grazie all’idea iniziale di Jérôme che siamo riusciti a proporre questa collaborazione al sensei Kurumada.

Avete già collaborato su altri progetti. Qual è il vostro metodo di lavoro?

Jérôme: Io decido e lui obbedisce (ride)! Nono, non è vero. Ci conosciamo da più di ventisette anni, da quando eravamo compagni di scuola, ed è stato Saint Seiya a farci rincontrare. È un po’ la chiusura di un cerchio.

Proprio per questo ci conosciamo molto bene ed è facile collaborare. In particolare, su Saint Seiya ci occupiamo insieme del soggetto, ognuno porta le sue idee e quando ci sono delle difficoltà riusciamo a risolverle subito senza problemi.

Ad esempio, per il volume 2 ci siamo confrontati quattro/cinque volte e abbiamo risolto tutti i dubbi in poco tempo.

In Francia, come in Italia, sta prendendo sempre più piede il fenomeno degli euromanga. La vostra opera può essere inserita in questo genere? Cosa ne pensate di questo fenomeno?

J: Per noi con il termine manga si intende un’opera in bianco e nero e di formato ridotto. Di conseguenza, il nostro non è un manga ma è un fumetto franco-belga in tutto e per tutto. Ci tengo a precisarlo perché quando è nata questa collana abbiamo discusso molto con Akita Shoten, l’editore giapponese, perché loro volevano un formato manga mentre noi ci tenevamo molto che fosse un classico fumetto franco-belga perché le serie che vogliamo includere in questa collana sono tutte degli anni ’80 e in quel periodo non c’erano manga in Francia ma solo fumetto europeo. Ci sembrava più sensato lavorare con un formato europeo, mantenendo l’elemento del colore che ricorda la serie animata, piuttosto che realizzare un manga.

D’altro canto, ammiro molto gli autori europei che riescono a cogliere e riproporre la cifra stilistica dei manga…io non ne sarei capace e penso che il colore aiuti in un certo senso a nascondere qualche sbavatura. Conosco molti fumettisti davvero talentuosi che realizzano manga, come Tony Valente (Radiant) o Federica Di Meo (Oneira), e sono felice che i manga siano oggi tra le forme d’arte più diffuse e rinomate anche in Francia.

Quindi ci fa molto piacere che la nostra opera venga accostata ai manga, anche se non si tratta di un euromanga vero e proprio. 

Saint Seiya è un titolo imprescindibile per i lettori di shōnen manga. Quali sono altre opere che vi sentite di consigliare?

A: Ultimamente mi capita spesso di guardare anime e leggere manga insieme ai miei figli. Vedo spesso My Hero Academia, che mi piace molto, Jujutsu Kaisen, l’Attacco dei Giganti e Le Bizzarre Avventure di Jojo, che non è proprio uno shōnen, è un po’ al limite, ma sicuramente consiglierei questi.

J: Io vorrei aggiungere Naruto, che mia figlia adora. Lo trovo un perfetto esempio di shōnen, con un protagonista che all’inizio è solo, ma che con il duro allenamento cresce e riesce a raccogliere intorno a lui un gruppo di amici che lo aiuteranno poi a combattere un nemico.

Parlando di anime, vi piacerebbe vedere in futuro un adattamento animato della vostra serie?

J: Chi mai risponderebbe di no a questa domanda! Ci metteremmo subito la firma, ma non sta a noi e non lavoriamo con l’idea fissa che debba diventare per forza una serie animata. Allo stesso tempo, potrebbe sembrare sorprendente ma io lavoro nel senso inverso. Nella mia testa quando ricevo la sceneggiatura da Arnaud mi immagino le scene come se fossero animate e inizio anche a recitarle per poterle rendere al meglio sulla tavola, quasi come se fosse un Anime comic. Se un giorno dovessimo fare il percorso opposto, non potrei che esserne felice.

A: Mia moglie (che è qui con me) è la mia prima lettrice ed è molto severa quando legge le nostre bozze. Quando ha letto questo volume ha detto che vedrebbe bene la storia in versione animata, quindi, visto che ha spesso ragione, speriamo che anche stavolta sia così.

Ultima domanda: qual è il vostro cavaliere preferito e perché?

A: Il mio personaggio preferito è Shiryu [o Sirio] il Dragone per tre ragioni: la prima è che ha dei capelli lunghissimi mentre io non ne ho (ride). La seconda è che trovo la sua storia davvero epica e toccante. È il cavaliere che sacrifica i suoi occhi per salvare gli amici e per me è la forma di sacrificio più epica di tutta la serie. Infine, è il cavaliere che mette al primo posto l’onore e che mantiene sempre un comportamento impeccabile.

J: A me piace molto Tatsumi perché ha gli stessi capelli del mio amico (ride). Comunque, penso che il mio preferito sia Ikki, il cavaliere di Fenice. È un po’ il cattivo ragazzo, molto solitario ma con un passato alle spalle davvero interessante. Ha una grande forza ma quello che lo rende più interessante sono le sue debolezze. Un elemento che abbiamo cercato di affrontare nel primo volume della nostra storia. Sono anche le debolezze che definiscono un personaggio.

(Gli autori rivolgono la stessa domanda agli intervistatori Davide e Simone)

Simone: Anche per me Shiryu perché lo considero il personaggio più epico e perché mi riporta con la mente all’infanzia visto che è stata la prima action figure ricevuta in regalo dai miei genitori e che tengo ancora oggi in camera.

Davide: Allora io dico Ikki perché è solitario, diverso ed è quello che cresce di più sbagliando. In generale, uno dei miei sogni è fare un diorama con tutti i cavalieri d’oro e le loro armature!

Ringraziamo tantissimo Jérôme Alquié, Arnaud Dollen e Edizioni Star Comics per questa intervista e vi invitiamo a recuperare il primo volume di Saint Seiya – Time Odyssey!

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