back to top

Need for Speed Unbound – Recensione del racing di EA

Criterion ci riprova con la prestigiosa e longeva saga di NFS: sarà riuscita a renderle giustizia un'altra volta?

Dopo un rinvio di oltre un anno dovuto principalmente alle difficoltà di sviluppo di Battlefield 2042, al quale gli sviluppatori di Criterion Games hanno dovuto contribuire per sollevare dagli impicci DICE, finalmente Need for Speed Unbound è arrivato sui nostri monitor e TV, forte di una direzione artistica particolare ma certamente coraggiosa e con personalità, un gameplay iper-veloce seppur piuttosto tradizionale, e un grande, sconfinato amore verso la cultura del tuning e l’underground declinato in corse clandestine e valori tanto cari al cinema e ai videogiochi dei primi anni 2000.

Sarà riuscita EA a conquistare vecchi e nuovi appassionati della longeva saga dalle alterne fortune? Abbiamo giocato NFS Unbound per voi, e queste sono le nostre considerazioni, come sempre made in NerdPool!

Benvenuti a Lakeshore

Need for Speed Unbound ci catapulta all’interno di Lakeshore, fittizia città statunitense liberamente ispirata a Chicago, con l’obiettivo iniziale di farci un nome e conquistare una posizione di rilievo nella comunità delle gare clandestine cittadine, nel bel mezzo della campagna elettorale che vede in vantaggio l’attuale sindaca di Lakeshore, la quale punta a debellare definitivamente la piaga degli street racers come punto focale della sua rielezione. Da qui inizia l’avventura del nostro alter-ego, selezionabile da una lista di modelli predefiniti sia maschili che femminili, ma personalizzabile poi in molti dettagli fisici e nell’abbigliamento, con diversi capi anche appartenenti a brand realmente esistenti.

Nella lunga fase introduttiva del titolo il nostro eroe, insieme alla sua amica Jasmine, restaura la sua prima auto (selezionabile tra 3 modelli) e con essa finalmente debutta nel sottobosco delle gare su strada. I due ragazzi lavorano entrambi da Rydell’s Rides, un garage gestito appunto da Rydell, figura quasi paterna per i nostri protagonisti. Dopo la lunga fase introduttiva/tutorial delle feature base del titolo, la storia prenderà una piega del tutto diversa, con un certo ribaltamento di fronte che non vi spoilereremo, ed assisteremo ad un salto temporale di 2 anni, che ci catapulterà in una Lakeshore sotto il controllo delle forze dell’ordine dopo la rielezione della sindaca, e il nostro avatar che dovrà ricominciare da zero con nuove auto e un nome da ricostruirsi facendosi strada nell’ancora più esclusivo e segreto sottobosco corsaiolo della città per qualificarsi alla Lakeshore Grand, la più prestigiosa corsa organizzata dalle crew degli street racers.

Questa a grandi linee è l’ossatura narrativa su cui si basa l’esperienza ludica di Need for Speed Unbound, piuttosto banalotta seppur abbastanza ben scritta e recitata (ottimo il doppiaggio italiano una volta tanto), ma si sa, è tutto un pretesto per mettere in piedi tutto ciò che l’open world corsaiolo di Criterion ha in serbo per noi, e quindi svolge più che alla grande il suo lavoro.

Realtà o anime?

Come dicevamo in apertura in Need for Speed Unbound svolge un grande ruolo lo stile artistico scelto da EA e Criterion, che fonde scenari e soprattutto auto spiccatamente realistiche con modelli dei personaggi ed effetti di guida che strizzano l’occhio al mondo degli anime e della street-art: vediamo così personaggi in cell-shading integrarsi all’interno delle vetture, e tutta una serie di effettistica durante la guida (dal fumo alle linee di velocità, fino a vere e proprie ali stilizzate che compaiono attorno all’auto durante i salti più elevati) che sembrano usciti da graffiti e/o murales in pieno stile underground.

Va detto che è possibile disattivare buona parte degli effetti di guida (tranne il fumo colorato e poco altro) qualora non fosse di vostro gradimento questo mix, ma i modelli dei personaggi rimarranno comunque in stile anime. Vi consigliamo però di dare una possibilità all’effettistica, potreste abituarvi ed apprezzare lo stile adottato, come accaduto a noi. Direzione artistica a parte, ci troviamo di fronte ad un racing open world piuttosto classico se si guarda al passato della serie, il quale non si discosta poi molto dal precedente capitolo Heat, pur con alcune differenze che affronteremo a breve.

Queste differenze vanno dal modello di guida, a nostro parere più raffinato e appagante rispetto al precedente episodio, sempre arcade ovviamente come da tradizione ma in grado di far percepire meglio il peso delle vetture, dovendo intervenire maggiormente sui freni per gestirle. Anche il sistema di polizia è un po’ diverso rispetto a Heat, con gli inseguimenti e i livelli di allerta presenti sia di giorno che di notte, ma una generale aggressività meno pronunciata da parte dei poliziotti ad equilibrare le cose per non apparire eccessivamente frustrante nell’economia di gioco.

Lo stesso sistema di passaggio dal giorno alla notte ha subito una modifica: non si potrà più scegliere in che parte del giorno correre, ma si seguirà un vero e proprio calendario di quattro settimane, che sono poi le settimane di qualificazione per la Lakeshore Grand, evento in cui culminerà e si concluderà la nostra campagna per giocatore singolo.

Chi non corre in compagnia…

In NFS Unbound la campagna per giocatore singolo e la modalità online sono per la prima volta da anni due cose separate, in modo da non alterare gli equilibri della modalità storia ed offrire comunque un’appagante carriera online. Analogamente alla modalità single player in Lakeshore Online (questo il nome della modalità multigiocatore) potremo creare un nuovo alter-ego e scegliere un’auto di partenza con cui collegarsi ai server e gareggiare con gli altri accumulando denaro, auto e potenziamenti. Ogni server a cui possiamo essere abbinati ospita fino ad un massimo di 16 giocatori contemporanei, ed è inoltre presente il cross-play, permettendo quindi di giocare insieme a tutti i giocatori su PC, PS5 e Xbox Series X/S.

Questa separazione tra single e multiplayer, seppur possa sembrare qualcosa di vecchio e superato, vi garantiamo che funziona molto bene, non andando ad intaccare alcun equilibrio tra le due campagne, e ci sentiamo perciò di promuovere questa scelta alla luce dei risultati ottenuti. Ma veniamo ad uno dei più importanti punti di forza del gioco: la personalizzazione delle auto. Possiamo dire senza timore alcuno di smentita che ci troviamo di fronte al titolo di corse con il migliore e più stratificato sistema di personalizzazione che si sia mai visto. Letteralmente quasi ogni centimetro di carrozzeria è personalizzabile, tra pezzi veri e propri, allargamenti, modifiche fino alla vera e propria rimozione di alcune componenti, per un effetto hot-rod o minimal in voga in certe correnti di tuning.

A questo uniamo anche il parco auto in assoluto più vasto mai visto nella serie EA, con ben 143 vetture disponibili fin dal lancio. Modelli di ogni tipologia e casa automobilistica di pregio, dettagliatissimi e come appena detto personalizzabili a piacimento, sia nell’estetica (oltre ai pezzi si potrà intervenire sulle verniciature e le grafiche, sulle luci, gli effetti, neon sottoscocca e chi più ne ha più ne metta) che nella meccanica, con elaborazioni per ogni branca, dal motore allo scarico, dalla trasmissione ai freni, turbo, mappature eccetera. Si potrà arrivare anche a sostituire completamente il motore di un’auto, qualora ne foste affezionati ma le sue prestazioni di base pur con il massimo dell’elaborazione non vi consentissero di portarla avanti quanto voleste. Insomma un vero e proprio paese dei balocchi per gli appassionati di personalizzazione ed elaborazione, non si poteva davvero chiedere di più.

Facciamoci un giro

Parlando di realizzazione tecnica possiamo dire che siamo su livelli davvero alti su tutte le piattaforme. Abbiamo testato Need for Speed Unbound su Xbox Series X e abbiamo sempre riscontrato un framerate stabilissimo a 60FPS, con risoluzione 4K ed il risultato è davvero bello da vedere e da giocare con mano. Sappiamo che su Series S i risultati sono i medesimi ma con risoluzione ovviamente inferiore, mentre su PS5 abbiamo una situazione esattamente identica a quella da noi testata. Su PC ricordiamo che il titolo supporta fino alle ultime versioni del DLSS, il 3.0, garantendo quindi prestazioni notevoli per gli hardware che li supportano. Menzione d’onore al comparto audio, con effetti sonori riprodotti fedelmente (i rombi dei motori sono sensazionali) e musiche dallo stile tendente all’hip-hop, il quale cala perfettamente nel mood dell’underground che strizza l’occhio ai primi anni 2000 che il gioco cerca di ricreare (riuscendoci quasi sempre).

Cominciando a tirare le somme partiamo con dire una cosa molto, ma molto importante: NFS Unbound non è, e non deve essere, messo a confronto con giochi come Forza Horizon 5, poiché i due titoli per come la vediamo noi si rivolgono a target differenti. Il colossal degli Xbox Game Studios parla principalmente alla massa, e offre un modello di guida mutuato dal sim-cade Forza Motorsport, il quale va chiaramente in antitesi con Unbound, il quale parla chiaramente ed esplicitamente agli appassionati di nicchia del tuning, delle gare clandestine vecchia scuola, di NFS Undergound 1 e 2 e di Most Wanted (il primo originale), si pone come bandiera per gli amanti dello stile dei primi anni 2000 (non a caso molte, moltissime auto presenti nel gioco provengono proprio da quegli anni), vuole essere una lettera d’amore per gli appassionati di lunga data, e a nostro parere centra piuttosto bene l’obiettivo, seppur con qualche riserva.

Certo, l’IA di avversari e polizia sarebbe rivedibile, la struttura dell’open world poteva essere raffinata un po’, ma certe spigolosità nel gameplay spariscono nel momento in cui si fa parte del target a cui il gioco è rivolto, e quando Unbound compie il suo dovere riportandovi agli albori di Undergound, Most Wanted e dei primi Fast & Furious allora vuol dire che il grande lavoro contenutistico e stilistico di Criterion ha funzionato davvero bene, e fidatevi che accade.

Need for Speed Unbound aveva un compito non facile, quello di ergersi come primo esponente della serie in questa generazione. da Criterion è venuto fuori un titolo fortemente derivativo, legato al passato anche recente, ma che trova i suoi punti di forza nell'omaggiare una cultura del tuning che fu, con rimandi ai valori e alle tematiche degli inizi del secolo. Tecnicamente validissimo, questo NFS offre uno stile artistico particolare e coraggioso, che finisce per funzionare. Forse non sarà per tutti come un Forza Horizon 5, ma per gli appassionati Unbound sarà certamente una più che valida alternativa.

CORRELATI

Need for Speed Unbound aveva un compito non facile, quello di ergersi come primo esponente della serie in questa generazione. da Criterion è venuto fuori un titolo fortemente derivativo, legato al passato anche recente, ma che trova i suoi punti di forza nell'omaggiare una cultura del tuning che fu, con rimandi ai valori e alle tematiche degli inizi del secolo. Tecnicamente validissimo, questo NFS offre uno stile artistico particolare e coraggioso, che finisce per funzionare. Forse non sarà per tutti come un Forza Horizon 5, ma per gli appassionati Unbound sarà certamente una più che valida alternativa.Need for Speed Unbound - Recensione del racing di EA