NerdPool incontra Fabio Guaglione

Nell’ultimo anno abbiamo letto molti fumetti che hanno visto la collaborazione di Fabio Guaglione a cominciare da Quarantine Prophets. Dopo aver parlato di questa opera edita Panini Comics abbiamo voluto incontrare Fabio e parlare di Mr Evidence edito da Bonelli Editore, di Carisma, Carnivalia e del suo processo creativo. Scoprite in questa nostra intervista cosa ci ha raccontato!

Siamo qui a Milano Comics & Games con Fabio Guaglione, bentornato su Nerd Pool!

Fabio Guaglione: Ciao ragazzi!

Vorremmo iniziare parlando di Mr. Evidence. I personaggi di questo fumetto sono caratterizzati da disturbi e patologie mentali però restano molto umani e si può empatizzare molto bene con loro. E’ un tratto che avete studiato insieme ad Adriano (Barone) o è stata una cosa naturale mentre avete creato questi personaggi dal design unico?

E’ stato tutto fortemente voluto e costruito, ma non per questo meno sentito. Abbiamo scelto deliberatamente di creare dei personaggi che rispecchiassero ognuno a loro modo dei disagi universali che siamo convinti tutti almeno una volta nella vita un minimo hanno provato dandogli corpo attraverso i personaggi, che possiamo dire sono dei freak. Ognuno è caratterizzato un disagio mentale spesso partendo da delle patologie reali e talvolta esagerandole. Ci siamo detti: la figata sarebbe che i lettori si affezionassero a questi 4 matti, dicendo “sai che (anche) io ogni tanto ho pensato questa cosa e questo personaggio gli da voce?”

Questo fin dall’inizio era nel programma. Pensiamo fortemente che in questa era storica dopo forse un decennio di progetti in particolare di serialità televisiva in cui il concept la faceva da padrone, una generazione di progetti alla Lost, siamo tornati a focalizzarci sui personaggi. Dopo Breaking Bad siamo tornati a “Ok il concept ma vogliamo affezionarci ad un personaggio, al suo modo di pensare, ai suoi problemi, vogliamo vederlo soffrire vogliamo vederlo trionfare”. E quindi abbiamo detto creiamo una serie che sia incentrata al 100 % sui personaggi ma anche abbia 4 protagonisti con delle personalità che fino ad ora non abbiamo ancora visto

Fabio Guaglione

Oltre all’empatizzazione e alla caratterizzazione dei personaggi quello che aiuta a riconoscerli è il soprannome di Mister o Miss. Come è nata questa idea?

Questo era uno dei tratti distintivi nello schema iniziale dei personaggi che ha definito Fabio Resinaro che ha creato l’idea di base. Io e Adriano abbiamo lavorato su ogni personaggio, per capire il perché di quei tratti distintivi, che trauma ha subito, che psicologia ha, che conflitto ha, che cosa vuole. Questa cosa del Mister c’è sempre stata ed è sempre stata attribuita a Mister Truth, quello che ha bisogno di ordinare tutte le informazioni e dargli appunto un nome proprio perchè è convinto che solo nell’ordine ci sia la verità.

E devo dire che è molto interessante la cosa, fa molto sorridere, perché avevo paura che creasse problemi con il titolo, che è Mr. Evidence? Chi è? Però finora sta andando liscia. Paradossalmente nessuno si è posto questo quesito che è strano. Si vede che i lettori sono già talmente tanto entrati dentro modo di pensare che è normale pensare che la serie si chiama Mr. Evidence, quando ancora non abbiamo spiegato neanche perché SPOILER sarà spiegato nel volume 2.

Evidence in inglese vuol dire “prova”, ma al momento abbiamo solo una serie di indizi. Vedremo quali prove ci saranno nel secondo volume, ma appunto cosa possiamo aspettarci da questo secondo volume? Cominceremo a scoprire cosa si cela dietro al Mulholland Institute?

Il bello di Mr. Evidence è che i lettori quando hanno preso il primo volume non si sapevano minimamente di cosa avrebbe parlato. Non sanno minimamente dove andrà la storia. Cercherò quindi di non rovinare troppo le sorprese. Si inizierà a capire che qualcosa non quadra, ci saranno sempre più indizi, ma la risposta vera a cosa c’è dietro Mulholland Institute non sarà nel numero due. Però nel numero due scopriremo che nel Mulholland Institute c’è anche… non lo dico! (ride)

Ci pare giusto! Adesso volevamo passare a Carisma, altra tua opera edita da Panini Comics dove viene affrontato il tema dell’esorcismo attraverso un approccio scientifico. Da dove nasce questa idea e come l’hai sviluppata?

Questa idea nasce da un libro sugli esorcismi comprato mentre ero in vacanza a Palma di Maiorca. Sono stato sveglio tutte le notti a leggerlo e mi faceva paurissima. E (inoltre) avevo visto da poco un film che si chiama The exorcism of Emily Rose dove io personalmente ho visto per la prima volta mischiare l’horror con il dramma, il thriller psicologico con il legal (drama). Ho pensato “C***o, è una chiave interessante!”. Da lì mi è venuta l’idea di mischiarlo con X-Files, quindi fare una serie procedurale dove c’è un esorcista, che ha la fede, e una neuro-biologa, quindi la scienza, che di volta in volta si chiede che cos’è la possessione? Ma questa persona è posseduta? Ma vuol dire forse che ha un disagio psicosomatico, ha un problema biologico? O è inspiegabilmente dominato da un qualche tipo di energia?

Allora mi sono detto che sarebbe figo se tra i due ci fosse un terzo incomodo che fosse una sintesi (dei due). Un ragazzino che secondo l’esorcista è indemoniato e secondo la neuro-biologa ha dei poteri ESP, che non è ancora in grado di controllarli. Lui non si ricorda niente del suo passato, è il pupillo di questo prete che viene usato tutte le volte che c’è da fare un esorcismo particolarmente difficile. Quindi comprendere la natura di questo ragazzo in qualche modo spiegherebbe che cosa è la possessione e, secondo lo schema di cui si parla nella graphic novel, che cosa è il “carisma”, che è l’esatto opposto cioè il poter dominare quel tipo di facoltà che noi vediamo sempre attribuite ai posseduti: saper parlare tante lingue, saperti leggere nell’anima, ecc.

Quindi l’insieme di tutte queste cose mi hanno fatto dire che mi sembra una bella serie. Ne ho parlato con Panini, l’ho co-scritto con Silvia (Mericone) e Rita (Poretto) che avevo già letto su Dr Morgen e Dylan Dog. Loro hanno uno stile nerissimo, sempre molto documentato sulla scienza, sulla psicologia e sulla para-psicologia e sopratutto un dark humor pazzesco perché volevo che gli scambi tra il prete e la scienziata fossero pregni di significato ma anche sarcastici e secondo me questa cosa è riuscita al 100%.

Hai citato The Exorcism of Emily Rose, X-Files, a quali altre opere horror hai attinto per Carisma?

C’e n’è una che non è horror che è Mind Hunter. Senza spoilerare troppo la serie parla dell’istituzione di una nuova squadra investigativa che serve a protocollare cose che precedentemente non sono state schematizzate. Mind Hunter spiega come l’FBI ha creato una task force per codificare come ragionano i serial killer. E qui lo scopo era codificare che cosa è una possessione, se la possessione è una malattia e capire che tipo di cura serve ad ogni paziente. Quella è stata un’altra grande influenza.

Carisma insieme a Quarantine Prophets e Carnivalia sono parte di quello che possiamo chiamare “Guaglioverse”. Come si collegheranno tutte queste storie, che cosa puoi anticiparci su questo tuo universo?

Purtroppo sarebbe tutto spoiler (ride). Non posso dire tecnicamente niente anche perché Panini non ha ancora detto niente. Penso che non sia possibile in questo momento ipotizzare ancora come. Penso che quando si capirà come sono collegate (le storie) non so come sarà accolto. Potrebbe essere sia “Ma no, che stronzata!” o “C***o, interessante fammi leggere!”. Diciamo che posso dire cosa non sarà. Non sarà il solito “E alla fine sono tutte ambientate nello stessa realtà”, non sarà così.

Fabio Guaglione

Abbiamo citato Carnivalia uscito per Lucca Comics & Games 2022. Cosa puoi raccontare ai nostri lettori di questo nuovo titolo?

Mentre Carisma è un thriller-Horror, un drama investigativo con anche una componente filosofica e scientifica, mentre Quarantine Prophets è una metafora su cosa succede ai visionari che rischiano di sovvertire il sistema, Carnivalia è puro divertimento anni ’80. Si tratta di un’avventura in cui un’antica maschera ha il potere di trasformare una volta ogni 200 anni tutte le persone attorno a lei in ciò in cui sono travestite. Se c’è un’antica tribù che si veste con pelli animali allora ogni 200 anni si trasformano negli animali. Questa volta la maschera cade in una festa in maschera in una villa. Tutti sono vestiti da cowboy, da zombie, da supereroi ecc. Questa premessa dovrebbe far presagire che sarà molto interessante capire come l’unico personaggio che non si è travestito non possa uscire indenne da questa notte.

Tu sei famoso per cortometraggi, spot, film. Cosa sei riuscito a portare nel mondo del fumetto da questo mondo “video”?

Non lo so. Io leggo fumetti da quando avevo 6 anni e quindi non so bene… Forse quando però lavoro ad un fumetto penso al fumetto. Magari penso ad un certo ritmo, ad una certa densità, ad una certa scansione narrativa legata alla serialità moderna. Ad esempio Quarantine Prophets ma anche Carisma secondo me sono proprio il pilot di una serie tv nel senso buono. Mi mettete un po’ in difficoltà perché io sono dell’idea di sfruttare bene ogni media differente per il media che è, per questo odio gli sceneggiatori di cinema che usano il fumetto come se fosse un film o viceversa. Non so, perché dentro di me è tutto mischiato quindi sarebbe interessante se voi mi diciate o me lo dicano i lettori se si capisce che lo ha scritto uno che lavora nell’audiovisivo e perché.

Un consiglio per i nostri lettori sulle tue letture del momento e autori che ti piace leggere

Non è facile perché dipende molto dai gusti (personali). Posso dire che oggi ho letto il secondo volume di Crossover di Donny Kates. Il primo mi aveva convinto nonostante non ami le opere citazioniste, ma il secondo invece mi ha fatto commuovere, perché ho sentito veramente la sincerità di un creatore che parla delle sue creature e mi è piaciuto tantissimo. Poi cose a caso, ho letto Sole nero di Shockdom che è una piccola graphic novel che mi è piaciuta tantissimo… Uhm… Sto pensando a cosa ho letto che mi è rimasto impresso…

Fabio Guaglione

Ho letto, che ne stavamo parlando prima, The Nice House on the Lake di James Tynion IV. Da fan de l’Uomo Ragno sto leggendo tutto il ciclo di Nick Spencer che secondo me non è brutto come dicono. Sono a metà più o meno, me lo sto godendo, ma forse sono diventato sempliciotto, non so (ride). Queste sono le cose che mi vengono in mente. Ah, poi sto rileggendo per la sesta volta Berserk

Questo ci sta, Berserk si legge sempre…. Un’ultima domanda: un consiglio per chi si vuole approcciare al mondo della sceneggiatura sia nel fumetto che nel campo audiovisivo.

E’ semplice: al netto del talento che uno può avere e delle sensazioni che uno può avere e della sua predisposizione, sono fermamente convinto che la componente più grande dello storytelling sia l’allenamento. Questo vuol dire guardare film e serie tv, leggere cercando di capire perché una cosa funziona e perché no, sempre.

Studiare, perché molte persone con cui mi confronto non capiscono che in realtà anche le più grandi opere sono frutto di schemi, anche invisibili, magari magistralmente usati dall’autore ma sempre frutto di schemi perché sopratutto per noi occidentali la narrazione risuona quando noi sappiamo capirla. Io contro chi è contro le strutture rispondo sempre così: anche la lingua italiana è fatta di strutture. Una frase è composta da un soggetto, un predicato e un complemento oggetto. Ma uno non può dire che con la lingua italiana non si possono dire cose interessanti. Sono scatole e il problema è il contenuto delle scatole. Il problema più grande è quando uno non sa che ci sono scatole, mette cose a caso, la storia non funziona e allora dice “Non so come mai…”. Secondo me è perché non hai studiato.

Terza cosa, provare. Non mi ricordo chi c***o lo diceva ma “Scrivere è riscrivere”. Quando uno continua a scrivere, quindi continua a pensare a quei processi, a metterli in pratica e a capire come funzionano, questo è veramente allenamento. Andrà sempre più veloce a fare ragionamenti sempre più giusti e affinerà sempre di più. Scrivi un dialogo una volta e sarà banale e artificioso, ma se lo scrivi la ventesima volta, o alla ventesima storia che scrivi sarà meglio perché sei già allenato.

Può sembrare strano, può sembrare tutto molto asettico quello che ho detto ma in realtà è esattamente così e non si scappa. Poi ovvio ci sono sempre le eccezioni, ma secondo me pure gli autori di graphic novel diciamo d’autore o i mangaka le loro opere sono frutto di tutto quello che hanno pensato, provato a scrivere e disegnare prima. Non può essere buona la prima. La cosa incredibile è che più lo fai, più lo fai veloce e meglio. Veramente è tutto allenamento.

Grazie mille Fabio per questa intervista. Ci sentiremo nuovamente quando uscirà l’ultimo capitolo del Guaglioverse.

Ah, si può dire? Non è spoiler dire che ci sarà un quarto volume? (ride)

Fabio Guaglione

Ringraziamo tantissimo Fabio Guaglione per questa bella chiacchierata. Vi ricordiamo la nostra recensione del primo volume di Mr. Evidence e anche di Quaratine Prophets. Parleremo presto di Carisma e di Carnivalia, quindi continuate a seguirci! Fateci sapere nei commenti se vi è piaciuta questa intervista e quale è la vostra opera di Fabio Guaglione preferita!

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