Attack on Titan: il creatore racconta come la storia del mondo reale abbia influito sulla serie

Gli episodi finali di Attack on Titan sono previsti a breve, con il primo episodio speciale in arrivo a marzo e il secondo che approderà sul piccolo schermo in una data ancora da rivelare.

Fortunatamente per il nostro mondo, i Colossal Titans e i bestioni scatenati non sono ancora apparsi nella vita reale, anche se il creatore Hajime Isayama ha recentemente colto l’occasione, dopo la sua visita in Nord America, per discutere se gli eventi del mondo reale hanno avuto un ruolo nella creazione della storia che ci ha fatto conoscere il Reggimento Scout.

Con la conclusione dell’anime di Attack on Titan all’orizzonte, il mangaka che ha creato il franchise dark ha recentemente parlato del controverso finale del manga durante la sua visita in Nord America nell’ambito dell’evento Anime NYC. Mentre l’ultimo trailer delle puntate finali dello Studio MAPPA sembra essere tratto direttamente dal manga, molti fan si chiedono se l’anime deciderà di seguire una strada diversa o se si atterrà alla lettera per quanto riguarda la storia del manga. Dato che Isayama ha originariamente pubblicato una “director’s cut” per il capitolo finale, sarà opportuno vedere se l’adattamento anime incorporerà anche quegli eventi.


Durante una chiacchierata con Crunchyroll in occasione della sua visita negli Stati Uniti, Isayama ha dichiarato che il suo progetto per il mondo caratterizzato dall’isola di Paradis e dalla nazione di Marley si è basato sulla geografia del mondo reale, creando allo stesso tempo dei parallelismi con le relazioni tra due nazioni:

“Penso che quando c’è un pizzico di verità, la storia diventa molto credibile. Così, quando ho ideato il design della visione del mondo, per esempio, la mappa del mondo, l’ho trasformata dalla mappa del mondo reale in qualcosa di simile, ma diverso. Le persone sarebbero state in grado di capire il contesto senza dover spiegare tutto. Per esempio, gli Eldiani e i Marleyani. Sono davvero simili a ciò che i popoli germanici e i Romani hanno vissuto 2.000 anni fa. Queste sono le regole non dette che mantengo nelle mie storie”.

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