Essere montagna – Recensione

Il nostro mondo è stato recentemente sconvolto da una pandemia, un evento epocale destinato a cambiare la vita di molte persone. Ma è possibile raccontare qualcosa di simile senza renderlo autobiografico?

Assolutamente sì, soprattutto se si ha iniziato a scrivere ancora prima che la malattia ci colpisse. Questo è il caso di Essere montagna, il nuovo fumetto di Jacopo Starace pubblicato da BAO Publishing.

Piccoli esseri, grandi cuori

Gli esseri formica sono degli umani di piccolissime dimensioni, le loro case sono delle ghiande e il loro villaggio si trova ai piedi di un carrello della spesa rovesciato. Myco e Pai sono fratello e sorella, rimasti orfani dopo che la malattia del bacillo aveva colpito i diversi villaggi degli esseri formica. Il villaggio dei funghi dove vivono Myco e Pai si è salvato grazie all’antidoto fornito al priore dagli esseri montagna, persone immense e generose che ora vengono adorate come divinità.

Myco e Pai con la loro “cavalcatura” Forbicina.

Quando Myco e Pai fanno ritorno al villaggio dopo una spedizione di recupero, scoprono che vi è un visitatore da Boleto, il decano del piccolo borgo. L’essere formica si chiama Amanita, proviene da terre lontane ed è uno scienziato che porta con sé un messaggio di sventura: la malattia del bacillo è tornata. 

Pai è uno dei primi esseri formica a ammalarsi, questo porta Myco a infrangere le regole degli adulti e prendere la decisione di recarsi sulla montagna dove sono custodite ancora le poche fiale di antidoto rimaste.

Dal teatro al fumetto

Jacopo Starace è l’autore unico di questo fumetto, esattamente come per il suo primo libro INN e per le sue illustrazioni molto apprezzate. Il suo stile è incredibilmente scenografico, infatti, si può notare una particolare cura per l’ambiente circostante, così come per l’abbigliamento dei diversi personaggi. L’espressività e le emozioni vengono convogliate molto bene dalle espressioni facciali, ma ancora di più dai dialoghi ottimamente scritti. La luce, all’interno della stessa scena, arriva da un unico punto, donando teatralità alla sua opera.

Jacopo Starace, insieme a Caterina Mainetti, alla presentazione del suo libro a Milano.

Questo stile arriva dalla formazione di Jacopo perché, durante l’evento di presentazione del libro, abbiamo scoperto che si è laureato in Scenografia. Questa teatralità, unita all’incredibile scenografia messa in atto, fanno di Jacopo un autore da tenere particolarmente d’occhio per il futuro.

Eterni conflitti

Essere montagna non è solo un’avventura, nasconde molte chiavi di lettura. Alcune più semplici, altre ben più difficili, ma sempre alla portata del lettore. La più importante è sicuramente la famiglia e cosa si è disposti a fare per salvare chi si ama. Noi ci vogliamo concentrare però sul grande, eterno conflitto tra scienza e religione, che nelle pagine di Essere montagna troviamo impersonato dagli esseri formica Amanita, l’essere formica soccorso dal decano, e Chiodino, il priore del villaggio.

La presentazione del personaggio di Amanita.

Credenze contrapposte che, come spesso accade in situazioni disperate, si scontrano l’una con l’altra, incapaci di vedere i pregi l’una dell’altra, incastrate in una sorta di integralismo che le rende simili e diverse allo stesso tempo.

La forza della narrazione di Jacopo sta soprattutto in questo: lasciare che sia il lettore a formare la propria idea una volta terminata la lettura. Questo fatto, probabilmente, è dovuto non solo al lavoro di insegnante dell’autore, ma anche dalla formazione che lui stesso ha ricevuto nel corso degli anni.

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Essere montagna è uno splendido fumetto. Tiene incollati alla lettura dall’inizio alla fine, le sue pagine scorrono velocemente e fluenti. Jacopo si sta dimostrando sempre più un grande autore, capace di creare un intero mondo e renderlo perfettamente comprensibile sin dalle prime pagine. Un mondo che, secondo noi, non ha ancora dato tutto e merita di essere esplorato nuovamente.

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