Elisabetta Romagnoli racconta Guardati

Per la collana Ariel di Tunuè è uscito lo scorso 3 marzo Guardati, una graphic novel di Elisabetta Romagnoli che racconta la crescita di una ragazza che deve capire cosa voler fare nella vita e il suo rapporto con il padre nel corso degli anni. In occasione di questa uscita abbiamo potuto partecipare ad un incontro con l’autrice che ci ha raccontato i dietro le quinte di questa graphic novel, il messaggio che vuole mandare con quest’opera realistica e onirica…

La genesi di Guardati

Per la creazione di Guardati è stato indispensabile l’aiuto di Simona (Binni – coordinatrice della collana Ariel di Tunuè). Lei ha tenuto le redini della storia, sopratutto quelli elementi onirici che sono titubante se si sono capiti o meno e spero che i lettori me lo dicano se si sono colti. Questa storia è nata proprio da una chiacchierata con Simona che mi ha chiesto se avevo voglia di partecipare alla collana parlando di un tema al femminile. Ci ho pensato alcuni giorni che ho detto che da donna sarebbe interessante raccontare cosa succede durante lo sviluppo di una bambina nel suo rapporto con il genitore di sesso opposto, il suo rapporto con il padre. Così è nato Guardati dopo diverse riscritture.

Però il titolo è stato quello fin dall’inizio. L’ho proposto pensando che non sarebbe stato quello finale, ma alla fine era il titolo più azzeccato di tutti. Anzi, vista la mia fissa con gli accenti mi sono chiesta se gli altri lo leggessero “Guardàti” o “Guàrdati” (ride). Mi sono chiesta se qualcuno lo avrebbe storpiato o travisato, ma comunque mi piace molto questo titolo.

Guardati
Elisabetta Romagnoli

Esperienze personali e famiglia

Nelle mie storie attingo tanto non solo da me ma anche da chi ho intorno, da persone a me vicine. Ci sono pensieri e modi di fare che rendono Iris un po’ il mio alter ego anche se alcune cose io non le farei o non le direi. Ma prendo sempre spunta da me stessa e da varie persone e creo un Frankestein tutto mio. C’è tanto di me ma è in maniera diluita…

Ho disegnato momenti legati alla mia adolescenzae ho trovato terapeutico andare a rappresentare certe cose. E’ come una commedia teatrale dove tu sei lo spettatore e basta. Mi sono ritrovata a guardare certe vignette e pensare “Ah, questo è successo!”. In maniera inconscia cercavo di parlare in generale ma in qualche modo ho finito per parlare di me, tante cose sono riconducibili alla mia storia personale.

In famiglia non sanno di cosa parla questo mio nuovo fumetto. Sono molto riservata e non parlo in famiglia del mio lavoro nello specifico. Chissà cosa diranno dopo averlo letto, se ci si riconosceranno. Il padre di Iris è simile al mio ma non uguale e quindi più avanti, dopo che lo avranno letto, potrò dire che cosa pensano di Guardati. Mi aspetto però reazioni di stupore, perché nessuno sa nulla di questa storia… Chissà.

Elisabetta Romagnoli

Musica e stile

Le parti oniriche per me sono il modo migliore per raccontare certi aspetti interiori senza banalizzarli troppo, senza ulteriori descrizioni o didascalie. Si tratta di un aspetto che mi riguarda particolarmente. Mi accade un po’ come la serie tv Ally McBeal, dove la protagonista di distaccava dalla realtà e venivano mostrare le scene di quello che succedeva nella ua testa. Ecco ogni tanto durante la giornata accade anche a me. Per questo per me la cosa migliore per mostrare la parte emotiva è usare un disegno e una rappresentazione onirica.

Anche la musica è una parte importantissima di Guardati oltre che delle altre mie graphic-novel. La musica crea dei ponti temporali incredibili che ancora non mi capacito di come sono riuscita. Questo volume è proprio una lettera d’amore a John Frusciante più che agli Hot Chilli Peppers. Non so se voi avete ascoltato la sua musica come solista ma è un pazzo geniale! Per me questa storia non è solo dello sguardo di un padre e di una figlia, ma anche dell’amore profondo che muove tutti noi, ossia la musica. Sul sito di Tunuè c’è il link con la playlist di Spotify dedicata alla serie, non potete perdervela.

Tunuè

Tra femminilità e genitorialità

Il finale rimane aperto, non spiega la risoluzione del rapporto tra Iris e suo padre. Si tratta di una scelta voluta perché nei rapporti familiari non si snoda mai completamente la matassa. Si riesce ad accettare alcuni aspetti dell’altro e cambiare ruolo. Credo però che sia importante non rimanere imbrigliati nell’addossare le colpe sempre al genitore, anche questo vuol dire crescere.

Dall’altra non c’è neanche una condanna nei confronti del padre. Io ho raccontato un aspetto, una personalità ma ce ne sono tante e diverse. Vorrei che passasse il messaggio che non bisogna finire per condannare una persona che è un essere umano come noi. Ora anch’io sono madre di un bambino e mi rendo conto che è un ruolo delicato, ho preso atto che nessuno è perfetto e questo vorrei che passasse. Non c’è la perfezione, i rapporti non sono lineari e sempre giusti. Inoltre credo che anche negli uomini, sopratutto quando diventano padri, c’è del femminile, c’è una parte femminile ed emotiva che emerge ed è parte di ognuno di noi.

In Guardati ci sono diverse scene dove emerge l’argomento “femminile”. Sicuramente mi piace molto il dialogo di Iris con il fidanzato quando gli dice di voler lasciare l’università che lui dice che non può stare con una che non fa l’università. Rappresenta un uomo che ti imbriglia e anzi vuole aggiustarti, una cosa non andrebbe mai fatta. Bisognerebbe essere felici uno per l’altra e delle scelte che uno fa non voler cambiare l’altra persona.

Elisabetta Romagnoli

La pantera

La pantera si ritrova in quasi tutti i capitoli e rappresenta un ostacolo che Iris deve superare, la sua ombra e una parte oscura. Mi sembrava carino riportarla anche in copertina, con lo sguardo della pantera che “ti guarda”. Da piccola come Iris avevo paura di Baaghera anche se ne Il libro della giungla è un personaggio positivo. In Guardati ho messo un episodio reale della mia infanzia: nella mia cameretta c’era un poster de Il libro della giungla e io avevo paura di andare a dormire con il muso della pantera vicino alla mia faccia, mi ha sempre inquietato questo animale nero con gli occhi gialli…

Il percorso dell’artista

Alcune persone mi dicono che sono un’illustratice prestata al fumetto ma non so. Per me l’approccio tra un’immagine e un fumetto è la stessa. La differenza sta che nel fumetto posso raccontare qualcosa con diverse immagini pure in un stessa pagina, mentre in un’illustrazione devo condensare tutto quello che devo raccontare.

Il percorso d’artista è difficile, ma lo sono tutti i lavori. Bisogna insistere, avere coraggio di andare avanti in base alle proprie possibilità, facendo anche delle rinunce se uno sente che è quello che vuole fare. La vita da un punto di vista economico è dura ma non vuol dire che uno debba abbandonare questa passione o quello che sente giusto per se stesso. Ho scoperto una caparbietà incredibile, non sapevo disegnare ma ho imparato, ho anche incontrato le persone giuste nel momento giusto che mi hanno aiutato ma l’importante è mantenersi focalizzati su quella strada da seguire.

Nelle mie opere ci sono tantissime reference e ispirazioni. Alexandre Clerissè è uno dei fumettisti- illustratori che amo di più e mi sono appassionata ultimi anni. Mi viene in mente anche Gipi, sopratutto dal punto di vista registico, ma poi ci sono tanti altri grandi maestri che mi hanno ispirato. Lavoro tutto in digitale, ma è giusto studiare e partire dal disegno a mano. Se un aspirante fumettista non impara prima con il cartaceo poi non sa come si realizza poi l’effetto in digitale ed è importante iniziare così.

Il messaggio di Guardati

Guardati è rivolto ad un pubblico dall’adolescenza in sù. In particolare mi rivolgo a quella fascia di ragazzi che sta per finire la scuola e dovrà fare scelte significative per il futuro. Spero che leggendolo magari capissero che non c’è nulla di definitivo e le scelte si possono fare in base a ciò che uno sente sia giusto per se stesso. Mi sono meravigliata che per me è stato scontato, io ho sempre avuto chiaro cosa volessi fare nella vita, come una sorta di vocazione. Però altre persone non lo sanno e si sono ritrovate a fare studi o lavori dettati da terze persone non dalla loro volontà.

Vorrei che passasse ad ogni fascia di età un messaggio diverso. Per adulti di non incolpare altre persone, i genitori non incolpare i figli per le scelte della propria vita. Gli adulti, essendo tali, devono capire di doversi prendere le responsabilità delle proprie scelte con tutte le conseguenze del caso. Per i giovani come dicevo che seguano le proprie inclinazioni e riflettano su quello che vogliono fare, le proprie passioni. Per me è il fumetto, la mia ancora di salvezza. Ma qualsiasi passione è quella cosa che ti fa sentire che davvero quella persona sei tu, ti fa sentire vivo.

Ringraziamo la casa editrice Tunuè per averci invitato a questo incontro e a Elisabetta Romagnoli per aver risposto alle nostre domande. Nei prossimi giorni uscirà la nostra recensione di Guardati, ma intanto diteci se siete rimasti incuriositi dalle parole dell’autrice! Continuate a seguire Nerd Pool per essere sempre aggiornati sui vostri fumetti preferiti

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