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Destiny 2: L’Eclissi – La nostra recensione!

Ecco finalmente la nostra recensione dell’ultima espansione di Destiny 2: L’Eclissi. Dopo più di un anno dal rilascio di “La Regina dei Sussurri” (qui la nostra recensione) Bungie torna con un’espansione che promette di sconvolgere il suo sparatutto futuristico. In sede di recensione avevamo definito quell’espansione “la migliore mai rilasciata su Destiny 2“. Questo grazie all’estetica del Tronomondo di Savathun, all’incredibile trama messa in scena e alla varietà di armi e attività secondarie di quell’espansione. Capite bene che “L’Eclissi” aveva dunque un compito difficilissimo: essere il seguito del punto più alto raggiunto da Destiny 2. Sarà riuscita Bungie a confezionare un contenuto degno di ciò che abbiamo visto dall’uscita della precedente espansione ad oggi? Scopritelo in questa nostra recensione!

Neomuna, la città nascosta su Nettuno

Partiamo con un breve ma doveroso recap per contestualizzare l’espansione. Al termine della compagna di “La Regina dei Sussurri” avevamo finalmente visto in faccia il più grande nemico dell’universo di Destiny 2: Il Testimone. L’obiettivo di questa figura è quello di ottenere il potere del Viaggiatore. Decide dunque di soggiogare Calus, l’imperatore dei Cabal, come suo nuovo Discepolo, ordinando al suo esercito, la Legione d’Ombra, di trafugare un prezioso manufatto presente su Nettuno: “Il Velo“.
Ci ritroveremo dunque ad impedire a Calus di mettere le mani sul suddetto manufatto, andando noi stessi su Nettuno.
La campagna però si svolgerà su una zona totalmente nuova del pianeta, fino ad oggi nascosta agli occhi dei Guardiani: la città di Neomuna. Come facilmente visibile questo luogo è caratterizzato da uno stile cyberpunk anni ’80, un po’ alla Bladerunner per intenderci.
Per quanto possa essere bella stilisticamente, questa scelta non ci ha fatto impazzire poiché stona totalmente con ciò che abbiamo visto fin ora su Destiny e con l’avventura che andiamo ad affrontare.
Inoltre quando Bungie l’ha mostrata per la prima volta, ci aspettavamo sicuramente una città viva, con abitanti, luoghi e NPC con cui interagire. Ciò che ci troviamo tra le mani invece è una città vuota, senza particolari guizzi e la cui esistenza è totalmente insignificante. Al contrario però dobbiamo elogiare il lavoro fatto con le armi, il cui design cyberpunk è ben riuscito, soprattutto con le esotiche

Una trama anni ’80

Lo stile anni ’80 viene ripreso anche dalla trama, in quanto quella messa in scena sembra quella di un action movie trash proprio di quel periodo.
Destiny 2: L’Eclissi doveva essere l’inizio della fine, narrativamente parlando, della saga “Luce contro Oscurità” iniziata con l’espansione “Oltre la Luce“. Il Testimone avrebbe dovuto fare la propria mossa, farci sentire la sua presenza come fece Savathun nella scorsa espansione, avremmo dovuto percepire che una minaccia così grande sarebbe stata impossibile da sconfiggere.
Ebbene, tutto questo non solo non avviene all’interno della campagna, ma la presenza del Testimone è rara e futile, nonostante quando appaia a schermo si percepisca un minimo quello che avrebbe potuto essere. Per evitare qualsivoglia spoiler ci limiteremo a dire questo: “senza” il Testimone sarà Calus la minaccia costante per tutta la campagna. Non solo egli non raggiungerà mai i picchi di qualità di Savathun ma il suo ruolo è veramente imbarazzante e macchiettistico, e non lo abbiamo mai percepito come vera e propria minaccia.
Anche il ritmo della storia principale è totalmente sbagliato. Tutto ciò che abbiamo affrontato ci è sembrato un brodo allungato di missioni, con brevi momenti in cui sembrava potesse avvenire qualcosa di veramente significativo.

Anche a livello di Lore possiamo riassumere tutto in una sola parola: approssimativo.
La Telascura, nuova sottoclasse introdotta con L’Eclissi, di cui parleremo tra poco, non viene approfondita granché narrativamente. Idem per quanto riguarda i Solcanuvole, nostri aiutanti su Neomuna (molto somiglianti a Silver Surfer), tanto affascinanti quanto superficiali.
Concludiamo adesso dicendo l’ovvio, questa espansione non sarebbe dovuta esistere. Nell’idea di Bungie la saga sarebbe dovuta durare solo 3 Espansioni e dunque l’idea di dividere il capitolo finale in due parti (Eclissi e The Final Shape in arrivo nel 2024) è stata partorita solo in seguito. Questo ha portato a rendere l’espansione un lungo e noioso prologo per quello che sarà il capitolo finale che uscirà l’anno prossimo. Probabilmente se L’Eclissi fosse stato il capitolo finale della saga, staremmo parlando in tutt’altra maniera di questa espansione.

Nuove meccaniche e miglioramenti

Dopo aver parlato quasi totalmente male di Destiny 2: L’Eclissi, è finalmente ora di parlare degli aspetti positivi di questa espansione. Partiamo dalla nuova sottoclasse accennata qualche riga fa, ovvero la Telascura.
Questa modifica radicalmente il movimento del nostro personaggio, grazie all’introduzione del Rampino. Non solo è molto utile nell’esplorazione ma anche terribilmente divertente da utilizzare, anche per delle combo che non dovrebbero essere possibili. Ci è piaciuta molto anche l’estetica e le varie animazioni per le tre classi. L’unica pecca è la sua gestione durante la campagna, in cui le sezioni rivolte a controllare questo nuovo potere sono davvero tediose.

Il vero fiore all’occhiello de “L’Eclissi” è però rappresentato da tutti i miglioramenti alla quality of life di Destiny 2.
Fino a qualche tempo fa, se volevamo affrontare una determinata attività con una particolare build dovevamo cambiare tutte le componenti del nostro equipaggiamento. Finalmente, dopo anni di preghiere, adesso abbiamo il gestore delle build in cui potremo salvare dei set equipaggiabili con un singolo click. Inoltre Bungie ha introdotto la possibilità di vedere tutte le mod equipaggiate e le varie sinergie dalla schermata principale del nostro personaggio. Ultimo ma decisamente non per importanza, e stato revisionato il sistema del manufatto stagionale. Adesso le mod che sbloccheremo saranno perennemente attive e non dovremmo equipaggiarle per ogni arma. Ad esempio se abbiamo la mod per i fucili da ricognizione che stordisce i campioni ”Sovraccarico”, ogni volta che equipaggeremo quella tipologia di arma questo buff sarà sempre attivo.
Dal punto di vista del miglioramento dell’esperienza di gioco dunque Bungie ha fatto un gigantesco passo in avanti, il che è un vero peccato considerando quanto di brutto fatto narrativamente.

Almeno c’è il gameplay

A livello di gameplay e gunplay non ci sono stravolgimenti, con il titolo che si conferma essere uno degli sparatutto più solidi e divertenti in circolazione. Le attività secondarie purtroppo questa volta non ci hanno convinto a pieno. Nonostante siano divertenti da giocare, sopratutto in compagnia, non c’è stata quell’attività che ci ha fatto saltare dalla sedia. Vogliamo specificare che non stiamo dicendo che siano brutte ma che semplicemente Bungie si è limitata ad un ”compitino” senza osare più di tanto.
Il raid, rilasciato il 10 Marzo è l’emblema di questo pensiero, design riuscito e ottime meccaniche ma una difficoltà bassissima (questo raid è stato completato più volta nelle prime 48h che tutti gli altri raid messi insieme) e un boss finale decisamente blando e senza mordente.

Destiny 2: L’Eclissi è dunque un totale disastro? Se non fosse per la bravura di Bungie nelle attività di endgame, nella rifinitura dell’esperienza e soprattutto per la Telascura, assolutamente si. A nostro parere non si può far passare un Prologo molto superficiale, di quella che sarà poi l’ultima espansione della saga (non della vita di Destiny 2 tranquilli), per espansione a se stante. Una vera delusione per questo inizio del sesto anno di vita di Destiny 2.

E voi che ne pensate? Siete d’accordo con quanto scritto? Fateci sapere la vostra qui sotto nei commenti e continuate a seguirci su Nerdpool per tutte le novità!

Destiny 2: L'Eclissi è un enorme occasione sprecata. Bungie ha introdotto degli incredibili miglioramenti al gioco e una nuova divertentissima sottoclasse, la Telascura, senza però curare la narrazione della campagna principale e con delle attività secondarie non all'altezza.

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