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Noise: la recensione del nuovo film thriller di Netflix

A partire dal 17 marzo, Noise sarà disponibile su Netflix. Si tratta di un film thriller dai toni drammatici, prodotto dalla piattaforma streaming insieme a una casa di produzione belga. Steffen Geypens ho diretto la storia scritta da lui stesso, Robin Kerremans e Hasse Steensses. Il film è stato classificato come non adatto ai minori di 16 anni per le tematiche trattate, in particolare per la rappresentazione di un suicidio. Il cast include Ward Kerremans, Sallie Harmsen, Johan Leysen e Jesse Mensah. Il film – la cui durata è di circa un’ora e mezza – si muove tra il presente e i flashback per creare un intreccio giallo e thriller. Di seguito trovate la sinossi e il trailer di Noise.

Dopo essersi trasferito con fidanzata e figlio nella casa d’infanzia, un uomo indaga su un incidente collegato al padre in una fabbrica del posto e scopre oscuri segreti familiari.

Ecco la sinossi senza spoiler del film:

Location suggestive

Noise è principalmente ambientato in un tenuta isolata in campagna, dove il protagonista ha trascorso l’infanzia. La casa è circondata dai boschi e si trova vicino ad un inquietante lago, abbastanza lontano dalle altre abitazioni. Nei dintorni si trova anche la fabbrica dell’ormai anziano padre di Matias, che nel passato è stata lo scenario di incidenti pericolosi e fonte di vergogna. Queste location contribuiscono a creare l’atmosfera perfetta per un thriller carico si suspence. Anche l’interno della casa – seppur moderno, tant’è che il protagonista fa l’influencer – ci riporta subito al clima dei grandi film horror e thriller degli anni ’80. Il lago con i suoi riflessi scuri non si limita ad essere uno sfondo della storia, ma diventa protagonista di uno snodo fondamentale, come intuiamo fin dalla scena iniziale. Infatti, il film si apre proprio con una donna senza tempo che si avvicina misteriosamente allo specchio d’acqua.

Le sequenze iniziali sembrano gettare le basi per una trama intrigante e completa, anche se non particolarmente originale. Un famiglia con un bambino neonato si trasferisce in campagna per cercare un po’ di calma: nella casa d’infanzia di Matias vengono suggestionati – e poi ossessionati – dai rumori notturni e lentamente avvertono dei segreti potenzialmente pericolosi. Superata la prima ventina di minuti, il film inizia a svilupparsi in modo confuso, abbozzando varie sottotrame e portando alla chiusura solo alcune. Al pianto angosciante del bambino, si sommano i misteri sulla fabbrica del padre di Matias e le azioni sempre più incomprensibili del protagonista. In generale, si forma una trama molto frammentata con vari spunti validi, forse troppi per essere sviluppati in modo completo.

Tra presente e flashback

Ad un filone presente alquanto complesso si mescolano alcuni flashback. Nonostante non sempre contribuiscano a creare chiarezza da un punto di vista narrativo, si tratta sicuramente di scene suggestive. Le location sono le stesse del presente, si creano degli interessanti parallelismi. In entrambe le linee temporali, una famiglia composta da due genitori e un neonato si trova ad affrontare dei drammi emotivi e psicologici significativi: Matias – prima bambino e poi giovane padre – costituisce il nesso di questo parallelismo, che si fa via via più profondo e inquietante. I flashback costituiscono la nota più originale del film, per il resto abbastanza classico, al limite del già visto.

Quello che è successo è più grave di quanto di creda.

padre di Matias

Cupi misteri da risolvere

Noise presenta vari tipi di misteri, alcuni legali – ad esempio il problemi alla fabbrica del padre, altri psicologici e personali – come la storia della madre di Matias. Proprio questi ultimi contribuiscono a creare un’atmosfera carica di suspence e pazzia, soprattutto nelle parti più introspettive, perlopiù ambientate di notte e accompagnate da rumori preoccupanti. Ward Kerremans, che interpreta Matias, incarna i momenti di maggiore follia in modo convincente. Parte delle vicende passate che turbano tanto i protagonisti viene spiegata alla fine, pur lasciando varie domande palesemente aperte. Gli spettatori sono chiamati a dare una propria interpretazione al film forse in modo eccessivo, considerando che in un thriller ben riuscito i vari indizi seminati dovrebbero trovare un senso nella conclusione.

Nel complesso, la regia di Steffen Geypens si mostra lineare e semplice, sapendo sfruttare bene l’ambientazione suggestiva con alcune belle inquadrature a volo d’uccello. Nei flashback, le scene assumono dei toni più scuri e patinati, adatti a segnare uno stacco temporale e a indicare un passato abbastanza vago. Infine, il titolo Noise rappresenta i rumori che inquinano Matias e la moglie, forse proprio il pianto di loro figlio. Tuttavia, si tratta di un titolo poco personale e un po’ ripetitivo, visto che esistono già diversi film più o meno recenti intitolati così.

Noise sarà disponibile su Netflix dal 17 marzo.

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Noise propone una trama thriller molto classica, avvalendosi di location suggestive. Ai momenti di suspence creati dagli inquietanti rumori notturni e dai parallelismi con i flashback, si unisce un intreccio abbastanza confuso che non riesce sempre a portare a compimento i vari archi narrativi. Nonostante gli spunti validi - seppur non particolarmente originali - questa approssimazione rende difficile calarsi a 360 gradi nel film.

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