Maxwell il Gatto Magico – l’opera perduta di Alan Moore

Alan Moore è a buon ragione uno degli scrittori più celebrati nel mondo del fumetto. Il suo nome è solitamente citato per opere come Watchmen, V for Vendetta o From Hell. Tuttavia, in pochi sanno che Moore ha anche scritto e disegnato per circa sette anni una strip satirica con protagonista Maxwell il Gatto Magico.

Pubblicata dal 1979 al 1986 sul quotidiano Northants Post per un totale di quasi 360 strisce, quest’opera non era mai arrivata in Italia fino a poche settimane fa, grazie a Panini Comics, che ci ha portato un’edizione completa e ricchissima di extra e redazionali.

Pagine: 128
Formato: 20.5×28
Rilegatura: Cartonato
Interni: Bianco e Nero
Prezzo: 22€

UNA STRIP CINICA E SATIRICA

Come raccontato anche dallo stesso Moore, Maxwell il Gatto Magico nasce quando lo scrittore è ancora all’inizio della sua carriera e, per un breve periodo, esce in contemporanea ad altre serie che Moore stava scrivendo per Marvel e DC. La sua carriera da fumettista è iniziata proprio dalle strisce per riviste e quotidiani e, nello specifico, Maxwell doveva essere un personaggio divertente e che potesse piacere ai bambini. Ma Moore non era molto a favore di quest’idea e la cosa fu evidente dopo poche strip e, in primis, dallo pseudonimo da lui usato. La firma Jill de Ray che accompagna le strip di Maxwell nasce infatti come storpiatura di Gilles de Rais. Il nome di un nobile francese del XV secolo giustiziato per l’assassinio di 140 bambini.

Ma prima di tutto, chi è Maxwell il Gatto Magico? È un gatto arrivato dallo spazio che finisce nel giardino di casa del piccolo Norman Nesbitt e che dice di avere poteri magici. A differenza degli altri suoi simili, ha il dono della parola e un’intelligenza fuori dal comune. Al contempo, mantiene caratteristiche tipiche dei felini, in primis la gioia nel cacciare e mangiare topi, che riesce a fare suoi in modi sempre più elaborati e inaspettati.

Nelle strisce lo vediamo interagire spesso con Norman e con altri animali o esseri umani. Il ragazzino è buono e molto ingenuo e viene continuamente preso in giro da Maxwell, che comunque mostra affetto verso di lui, arrivando anche a difenderlo da un bullo. Un altro fedele compagno di avventure è il gatto Delroy, disposto a seguire Maxwell in tutte le sue idee più strampalate.

Partita quindi come una strip divertente e strampalata, in realtà in poco tempo si fa anche molto cinica e satirica verso la società britannica di quegli anni. Da un lato, la caccia ai topi si fa sempre più efferata e crudele. Maxwell si diverte a prendersi gioco delle sue prede, senza nessuna pietà, fino a sbranarle. Dall’altro, Moore usa il suo personaggio come veicolo per trattare temi caldi del momento. La situazione politica e gli scandali che stavano interessando il governo di Margaret Thatcher, la famiglia reale e la Guerra delle Falkland sono temi che ritroviamo nelle storie di Maxwell il Gatto Magico. A differenza delle altre serie che stava scrivendo in quel momento, Maxwell restava in un certo modo ancorata alla realtà e permetteva a Moore di dire la sua sulla società.

METAFUMETTO

In altre strip Maxwell rompe la quarta parete e gioca con il medium fumetto, sia da un punto di vista grafico che nella narrazione. Lo stile di disegno di Moore è molto semplice nei personaggi e negli sfondi delle vignette, per quanto più dettagliati di tante strisce comiche anche moderne. Lo stesso Maxwell ironizza spesso su questo tema, trovandosi ad esempio a cacciare topi di fronte al buco di una parete che si rivela essere solo una macchia di inchiostro. Oppure in una serie di vignette nelle quale discute con altri personaggi sul rischio di una possibile chiusura della strip. Chiusura che poi avverrà a breve ma per divergenze creative di Moore con il quotidiano.

UN’EDIZIONE DAVVERO CURATA

Il volume proposto è veramente un gioiellino, imperdibile per qualsiasi collezionista e appassionato dell’opera di Alan Moore, o per chi ama le strisce satiriche. Sono infatti presenti TUTTE le strip, compresa una striscia lasciata fuori dalla prima raccolta in volume degli anni ’80 e l’ultima apparizione di Maxwell nel 2016. A corredo troviamo la prefazione dello storico collaboratore di Moore, Eddie Campbell, una postfazione dell’autore e diverse pagine di approfondimento sulla genesi dell’opera e sulle altre strip del periodo. Inoltre, sono raccolte tutte le illustrazioni di vari disegnatori che hanno reso omaggio a Maxwell nel corso degli anni.

Un Alan Moore inedito, alle prese con una serie di strip incentrate sulle avventure di Maxwell il Gatto Magico, un felino piuttosto atipico. Strisce molto ciniche e satiriche verso la società del tempo, che mettono in luce tanti temi cari all'autore. Da non perdere!

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