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7CRIMINI, il rapimento – La recensione

Dopo quattro casi di investigazione, Tunué ci propone il quinto capitolo della serie 7CRIMINI. Ancora una volta, ad introdurci consapevolmente nella narrazione del magistrato Massimo D’Ettori, è Massimo Picozzi, psichiatra e scrittore. Per chi non conoscesse quest’opera, che unisce la passione per il crime alla conoscenza del diritto, l’invito è quello di andare ad approfondire il tema tra le pagine NerdPool qui oppure direttamente sul sito ufficiale qui.

Picozzi, nell’introduzione alla graphic novel, ci descrive la gravità del rapimento scavando nelle pieghe della storia e ne riporta alla luce il mito o i fatti. Il sequestro di persona rappresenta prima di ogni cosa una limitazione totale della libertà personale. Già gli antichi greci ne avevano mitizzato le conseguenze raccontando le gesta di Paride, che sottrae Elena alla sua città scatenando una guerra. Da qui ripercorriamo la linea temporale della nostra civiltà, osservando come il Ratto delle Sabine dopo la fondazione di Roma, il rapimento di Giulio Cesare e quello di San Patrizio, testimonino le origini millenarie di questo vile reato.
L’introduzione è sicuramente un valore aggiunto per il lettore, non solo per comprenderne al meglio la trama, ma anche per poterne approfondire i fondamentali tratti psicologici che conseguono ai fatti narrati.

Il Rapimento

Katja Centomo ed Emanuele Sciaretta accendo di nuovo i riflettori sulle storie di Massimo D’Ettori, un magistrato fuori dagli schemi che, ancora bloccato dalla bufera in un rifugio insieme ad un gruppo di alpinisti, prosegue nel racconto di quelli che per lui sono i sette crimini esemplari.
Questa volta il protagonista è Tommaso, un ragazzo dal geniale intuito che, al termine di un’indagine personale, fa una terribile scoperta: le due persone da cui è stato cresciuto non sono i suoi veri genitori, bensì due impostori che lo hanno rapito in fasce e poi allevato come loro figlio. A dar credito alle indagini ci sono le ricerche della giornalista Silvia Farnese, che scava a fondo in questa storia e scopre che, in realtà, le cose non sono così semplici: alle spalle di questo rapimento c’è di più e la verità non è facile da accettare.

Le tavole

I fan di Dylan Dog riconosceranno il tratto grafico e veloce di Luigi Siniscalchi, prolifico fumettista che dopo l’esordio su Splatter e Mostri per la Acme, ha firmato numerosissimi albi per Sergio Bonelli Editore, con cui collabora dagli anni ’90. Non manca il contributo di Francesca Biscotti, diplomata alla Scuola internazionale di Comics nel 2018, e oggi disegnatrice delle avventure di Samuel Stern per Bugs Comics.
Le tavole sono come sempre in bianco e nero, ma anche questa volta non sentiamo la mancanza del colore. La scena è perfettamente descritta ed accompagnata da immagini ricche di dettagli. Anche i personaggi sanno esprimere attraverso le espressioni del volto, la gestualità e il loro abbigliamento, tutti i tratti psicologici che l’autore ha voluto donargli. La giornalista Silvia Farnese, sotto questo aspetto, è senza dubbio la mia preferita.

Un crimine non appassionarsi

Finalmente fuori dai tecnicismi, torno ancora una volta a mettere l’accento su una serie tutta nostrana che merita davvero molta attenzione. Le storie raccontate sono belle, coinvolgenti e ci spiegano bene tutti i retroscena di un’indagine vera. Il tratto psicologico di chi compie un crimine, e di chi lo subisce, è sempre messo ben a fuoco. Gli inserti che troverete nelle ultime pagine del volume completeranno un quadro che iniziava già a prendere forma sin dalla prefazione. Inoltre, la sinergia tra un “racconto criminale” con una sua sottotrama, ideato con la collaborazione di professionisti di questa materia e nuovamente arricchito con dei report di storia italiana, funziona benissimo. Il volume brossurato costa 14,50 Euro al netto degli sconti. E li vale tutti.

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