65: Fuga dalla terra, la recensione

Una grande delusione...

Dinosauri più fantascienza, cosa chiedere di più? 65: Fuga dalla terra è sbarcato nelle sale italiane il 27 Aprile. Prodotto da Columbia Pictures e distribuito da Warner Bros. Italia, il film vede come protagonista indiscusso Adam Driver. Ci avrà convinto? Scopritelo in questa recensione senza spoiler! Se invece volete sapere delle scene post credits qui il link.

Trama

Allora partiamo dalla trama che è di una banalità disarmante. Un alieno parte per un viaggio di esplorazione perché ha bisogno di soldi per la figlia malata. Il viaggio volge al peggio e la navicella si schianta sulla terra di 65 milioni di anni fa abitata da pericolosi dinosauri. Nel tentativo di mettere in salvo la pelle, Adam Driver, dovrà dunque farsi strada fino al modulo di salvataggio distante numerosi chilometri. Ad accompagnarlo in questa epopea, l’unica altra sopravvissuta una bambina con cui si instaurerà un rapporto speciale. Questa è la trama, nulla di più nulla di meno. A ciò si aggiunge un incipit talmente tanto debole da risultare più che altro un pretesto. Viene infatti da chiedersi come una razza aliena, in grado di compiere viaggi intergalattici sfruttando la criogenesi, non sia in grado di prevedere un banco di asteroidi vastissimo, che incrocia la traiettoria della sua astronave.

La razza aliena

Secondo punto dolente è la caratterizzazione della razza aliena, che semplicemente non è presente. Salvo qualche fucile e navicella futuristica, questi alieni sono umani. Non c’è nulla che li caratterizzi o che li distingua da un qualsiasi terrestre contemporaneo. Parlano, vestono, gesticolano come dei normalissimi esseri umani. Non hanno tecnologie particolarmente sviluppate o tratti somatici distintivi. Sono inoltre quasi del tutto assenti riferimenti alla loro cultura e ai motivi che li spingono ad esporare lo spazio. Qualcosa viene accennato a proposito del territorio di origine dalla bambina, ma è totalmente insufficiente per interessare lo spettatore.

Regia e computer grafica

La regia è piattissima. Non si ricercano mai campi larghi in grado di dare respiro alle inquadrature, ma si sta sempre addosso ai protagonisti, con l’effetto di rendere ancora più confuse le scene di combattimento. I dinosauri sono computer grafica senza sostanza. Non solo sono sbagliati dal punto di vista anatomico, non avendo nulla a che spartire con quelli veri, ma sono soprattutto sono evidentemente finti, quasi da videogioco di due generazioni fa. Stendiamo poi un velo pietoso sulla rappresentazione dei meteoriti, che sembrano degli enormi cereali al cioccolato soffiato fotografati in bassa definizione. Anche su questo fronte 65: Fuga dalla Terra delude.

L’ambientazione

L’ambientazione è totalmente incoerente. Il film è girato tutto nella stessa foresta semi disboscata, che suscita nello spettatore quasi un senso di sconforto tanto è mal concepita. Infatti nel corso della visione, si alterano momenti in cui la vegetazione è fittissima a momenti in cui poco la terra è quasi brulla. La fauna quasi del tutto assente, fatti salvi quei cinque modelli di dinosauri che ritornano ad intervalli regolari per tormentare i protagonisti. Un vero peccato vista la varietà biologica che caratterizzava la terra di 65 milioni di anni fa da cui si poteva sicuramente trarre spunto.

Musiche e costruzione della tensione

Le musiche sono totalmente anonime. Usciti dalla sala si fa fatica a addirittura a rievocarle nella propria mente. Ciò ovviamente contribuisce al fallimento totale del film nel creare tensione. Salvo qualche banale jump scare, il film non mette mai lo spettatore alle corde. Tutto è telefonato, da gli scontri con i dinosauri allo risoluzione della trama. Non si teme mai per la vita dei protagonisti, non si sente mai il fiato dei dinosauri sul collo. Insomma tutto scorre ma nulla resta se una grande amarezza.

Dramma e protagonisti

Allora l’idea di base della trama è che il protagonista debba instaurare un rapporto con la bambina sopravvissuta, a dispetto del fatto che parlino lingue diverse. Il problema è che tutto si svolge in una maniera fin troppo lineare e semplicistica. I due protagonisti seguono infatti una parabola di evoluzione del loro rapporto, che è lapalissiana già dopo i primi 20 minuti di film. I due come è prevedibile finiscono giocoforza con il ricostruire insieme ciò che la vita gli ha tolto, ovvero una famiglia. Sul concetto di famiglia si insiste molto, ma non si riesce mai a coinvolgere lo spettatore, che rimane freddo di fronte ad un rapporto artificioso e scritto a tavolino senza alcuna ispirazione. L’interpretazione di un tormentato Adam Driver poi, non riesce in alcun modo a salvare la baracca. Ci viene restituito un personaggio piattissimo, che vorrebbe essere drammatico nella sua storia e nel suo vissuto, ma che invece banale come il resto della pellicola.

Conclusioni

Qualcosa deve essere andato storto. Il budget sicuramente non ha aiutato ma è tutta la sceneggiatura di Bryan Woods e Scott Beckche non funziona. Non c’è pathos, non c’è originalità, non c’è tensione né dramma. Un film di serie z che se non fosse per Adam Driver probabilmente verrebbe completamente snobbato. Ma soprattuto un enorme occasione mancata, perché l’idea seppur non originalissima, di unire dinosauri e fantascienza poteva essere una bomba. Ciò che resta è soprattutto il rimpianto per un occasione completamente mancata. Come sempre comunque, noi vi consigliamo di vedere questo 65: Fuga dalla terra, per farvi la vostra idea sul film. Ma visto tutto quello che c’è in sala è quantomeno trascurabile a nostro avviso.

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