Horizon Forbidden West: Burning Shores – la nostra recensione

Proprio come è successo con il primo gioco della serie, Horizon Zero Dawn e il pacchetto di espansione Frozen Wilds, Guerilla Games è arrivata ad arricchire l’esperienza di Horizon Forbidden West con un DLC che segue una formula simile. Il nome del DLC è “Burning Shores“, uscito qualche giorno fa, più precisamente il 19 aprile 2023.

Aloy viaggia in una zona inedita dello speciale mondo post-apocalittico di Horizon, da cui il DLC prende il nome. Questa regione è, in realtà, una nota città americana, o al massimo ciò che ne rimane. L’attività vulcanica e il passare del tempo, infatti, hanno reso la città e i suoi numerosi punti di riferimento quasi irriconoscibili. Naturalmente, ci sono ancora molti richiami che sono rimasti relativamente invariati, come l’inconfondibile insegna di Hollywood che adorna l’artwork principale. Saranno riusciti i ragazzi di Guerrilla a mantenere alto il livello di questo titolo?

Horizon Forbidden West: Burning Shores è un’aggiunta perfetta e incredibilmente importante per i possessori del gioco base. Questa espansione contribuisce, infatti, in modo significativo all’approfondimento della storia di Aloy. Guerrilla ha pubblicato Forbidden West – la seconda parte di quella che sembra essere una trilogia – per PlayStation 4 e 5, ma il DLC Burning Shores è disponibile esclusivamente per l’ultimo hardware di Sony. Sebbene l’espansione escluda purtroppo una parte significativa dei giocatori di Forbidden West, Burning Shores è definitivamente current-gen. Il comparto tecnico è imbattibile (forse per questo hanno scelto di impuntarsi sull’esclusività), tanto da rendere questo DLC imperdibile per i fan di Aloy e Horizon.

Los Angeles come non l’abbiamo mai vista

Burning Shores inizia con pochi preamboli quando Sylens, impersonato dal compianto Lance Reddick, affida ad Aloy la missione di dare la caccia ad uno Zenith vagante tra le rovine vulcaniche di quella che un tempo era Los Angeles. Dopo una piccola cutscene, Aloy si schianta sulle omonime Burning Shores e incontra Seyka, un membro della tribù dei Quen. Questa coppia, interpretata magnificamente da Ashly Burch e Kylie Liya Page, è il cuore del DLC di Horizon Forbidden West.

Ashly Burch e Kylie Liya Page

Il DLC ci butta dritti sull’azione e, in realtà, non ci vuole molto per capire che il contenuto di Burning Shores sia molto corto. Il gameplay open-world offre ai giocatori molte opportunità di girovagare, ma la storia in sé si svolge molto rapidamente. In assenza del mistero centrale che circonda la nascita di Aloy da Zero Dawn, Forbidden West ha trovato una nuova e avvincente strada per il personaggio. Questo si basa quasi interamente sulle relazioni con i compagni. Burning Shores continua l’arco di Aloy nell’apprendimento di cosa significhi prendersi veramente cura degli altri (e far sì che gli altri si prendano cura di lei). Purtroppo la piccola manciata di missioni principali del DLC la porta a confrontarsi e ad affrontare nuovi sentimenti confusi in modo troppo rapido senza farci immergere abbastanza nel personaggio. Questi problemi di “ritmo” si ripercuotano anche sull’antagonista dell’espansione. Il magnate delle miniere spaziali di Far Zenith, Walter Londra, infatti, non riesce ad affermarsi davvero.

Horizon Forbidden West: Burning Shores

Visivamente stupendo

I momenti chiave dello sviluppo del personaggio di Aloy sono mostrati in modo splendido in scene che spesso sfiorano il fotorealismo, forse a testimonianza dell’esclusività del DLC per PS5. Le Burning Shores ospitano lo stesso fogliame lussureggiante che domina gran parte del resto del Forbidden West. Oltre a questo, sono presenti colate vulcaniche e geyser geotermici che danno un tocco minore ma divertente al gameplay.

In poche parole, chi ha apprezzato Horizon Forbidden West troverà ben poco di cui lamentarsi in Burning Shores. Il combattimento tipico della serie è soddisfacente come sempre. Incontri variegati consentono un’ampia gamma di approcci, il tutto aumentando abilmente la difficoltà dell’endgame con un’infarinatura di nuove macchine nemiche. I familiari contenuti secondari, come le Rovinee il Calderone, ritornano con in Burning Shores, e la nuova atmosfera vulcanica di quest’ultimo si distingue dai suoi simili del gioco base.

Aloy è riuscita a fare centro?

Il contenuto in se di Burning Shores vale praticamente la pena anche solo per la boss fight conclusiva. Sebbene il ritmo dell’espansione non consenta un crescendo costante della battaglia culminante, si tratta senza dubbio del prodotto più impressionante che gli sviluppatori abbiano mai realizzato finora. Horizon Forbidden West: Burning Shores può essere breve, ma è comunque, nel bene e nel male, perfetto e con un comparto tecnico decisamente sopra la media, creano grandi aspettative per il terzo titolo della serie di Guerrilla Games.

E voi invece, cosa ne pensate del DLC di Horizon Forbidden West: Burning Shores? Fatecelo sapere come sempre nei commenti e continuate a seguirci su Nerdpool.it!

Burning Shores è un po' più Horizon Forbidden West, con tutto ciò che ne consegue. Ci sono diversi nuovi nemici, alcune gradite aggiunte al gameplay e una nuova mappa da esplorare. Le missioni principali durano quasi 6 ore, con il boss finale che senza dubbio ruba la scena. Se avete amato Forbidden West e desiderate che la grafica del Decima Engine vi faccia cadere la mascella, la Los Angeles post-apocalittica vi aspetta.

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