Borderlands: La Recensione

Esce oggi nelle sale italiane l’adattamento cinematografico della serie di videogiochi “Borderlands”, un coloratissimo mondo punk e distopico, pieno di robot, alieni, guerrieri e leggende.

TRAMA

Lilith è una cacciatrice di taglie alla quale viene affidato un compito infausto: deve tornare sul pianeta su cui è nata, Pandora, ormai una terra malsana e piena di criminali, per riportare a casa la figlia di un uomo molto potente. L’avventura si complica quando Lilith capisce che questa ragazza potrebbe essere più speciale di quello che sembra.

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RECENSIONE

È in vesti alquanto inedite la meravigliosa Cate Blanchett: quelle della cacciatrice di taglie, guerriera inarrestabile e killer spietata attratta dal denaro. È in forma smagliante e ce la mette tutta, ma la sua classe la rende comunque poco credibile in quella parrucca arancione fluo.

L’universo di “Borderlands” è coloratissimo, tamarro, punkettone, divertente e pericoloso. Creature puzzolenti e velenose, esplosivi a tutto andare e leggende dal retrogusto quasi sacrale: l’attesa di un salvatore, un prescelto che riporterà la pace su Pandora.

La squadra di avventurieri è un ricettacolo di personaggi visti e stravisti, come lo è la storia, ma l’insieme regala leggerezza e divertimento. Nemmeno la talentuosa Jamie Lee Curtis riuscirà a salvare dall’ovvietà il suo personaggio, poco più del classico secondario con una svolta inaspettata per il protagonista. “Chi troppo vuole nulla stringe”: in questo caso il proverbio si adatta perfettamente a chi, in modo abbastanza superficiale, ha caratterizzato a tavolino la nostra strampalata (e poco coesa) squadra di eroi. Il personaggio del robottino Claptrap, però, doppiato da Jack Black, è il punto forte del film: una mitraglietta di battute ironiche e leggermente crudeli sempre in grado di risollevare i morali dei compagni.

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L’azione è tanta, l’emozione meno. I caratteri stereotipati dei personaggi provano a conquistarci con il sentimentalismo, ma senza troppi risultati: le storie strappalacrime non sono abbastanza coinvolgenti da compensare la banalità del loro background traumatico.

Tutto sommato, però, troviamo in “Borderlands” un piacevole divertimento senza preoccupazioni: le creature fantasy sono esagerate e stranamente poco presenti, gli “psycho” non si avvicinano alla veridicità distopica di “Mad Max” e di misterioso c’è ben poco. Solo risate, colori ed esplosioni.

Ma, partendo con questo presupposto, si tratta di un’ora e quaranta di leggerezza, effetti speciali ben fatti e…Jack Black!

IN BREVE

Il colorato mondo uscito dai videogiochi non regala molte emozioni né sorprese, ma il divertimento e l’azione non mancano

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