Memorie di un baro, apparso inizialmente a puntate dall’ottobre al novembre del 1934 su un settimanale, è un libro di Sacha Guitry pubblicato da Adelphi nella collana Piccola biblioteca Adelphi.
Trama
Il giovane protagonista si scopre unico sopravvissuto di una famiglia sterminata da funghi velenosi, quelli stessi funghi che a lui, per punizione, gli erano stati negati. Adottato da un patrigno e una matrigna meschini e cattivi, sceglie di fuggire e di arrangiarsi come meglio può, prima lavorando in un ristorante di provincia, poi come fattorino in un grand hotel di un posto di vacanza e successivamente in uno di Parigi.
Quando decide di trasferirsi a Monaco e inizia a lavorare al Casinò, le avventure del protagonista adolescente e adulto acquistano un ritmo indiavolato, e la leggerezza più divertita e maliziosa diventa padrona della storia.
Tra Parigi e Montecarlo, casinò e bische, dame di scarsa virtù, alberghi di lusso, massime di vita sbarazzine e tecniche per barare guadagnandoci molto, ma pericolosamente, o poco, ma metodicamente, le esilaranti avventure del protagonista sono narrate da Guitry con malizioso candore, cercando la complicità del lettore, il quale non potrà, a sua volta, che trovarle un puro incanto.
“Amo il gioco, e lo amo non solo perché dà il piacere del rischio, più ancora perché è una testimonianza di fiducia, fiducia in sé stessi innanzitutto, e di fiducia anche nella vita, nel Destino, perché il caso, ai miei occhi, altro non è che il Destino, e il Destino per me è il buon Dio.Sono quindi piuttosto incline a pensare che essere giocatore significa credere in Dio”.
Recensione
Sacha Guitry mise in scena più di centoventiquattro pièce teatrali, ma “Memorie di un baro”, apparve inizialmente a puntate dall’ottobre al novembre del 1934 su Marianne, settimanale letterario ideato da Gaston Gallimard.
Chi era Alexandre Georges Pierre Guitry? Uomo poliedrico quanto camaleontico pubblicò libri di vario genere, fu commediografo, regista, pittore, scultore e soprattutto autore e interprete di sé stesso. Il suo era un ego smisurato frutto di una carriera ricca di successi e di ostentazione proprio come ci viene raccontato da Edgardo Franzosini nella postfazione del libro. In questa storia figlia del caso o del destino tutto ci appare esilarante.
Il protagonista perde l’intera famiglia a causa di un piatto di funghi, e lui il più giovane si salva, per un caso fortuito appunto. Aveva sottratto del denaro per accaparrarsi un semplice gioco, e a quella malefatta conseguiva una pena, insomma gli verrà negato il pasto serale. “Si ero vivo perché avevo rubato. Di lì alla conclusione che gli altri erano morti perché erano onesti”.
Determinato nel proseguire per la sua strada lavora come groom in un albergo e poi come croupier, un mestiere curioso che richiede destrezza ed “esercizio indefesso”. In questo libretto esile quanto efficace troviamo tutto l’esprit parigino di Guitry, l’impertinenza e l’amoralità di un uomo che seppe valorizzare il piacere del gioco.
L’Autore
Sacha Guitry, all’anagrafe Alexandre-Pierre Georges Guitry (1885 – 1957), è stato un attore, regista e sceneggiatore francese. Scrittore brillante e prolifico sin da giovane, a 17 anni Guitry aveva già scritto la prima delle sue 120 commedie. L’amicizia con Georges Feydeau influenzerà gran parte della sua formazione teatrale comica e brillante. Fra le sue opere, vanno segnalate Nono (1905), Petite Hollande (1908), con una prefazione di Octave Mirbeau, La Pèlerine écossaise (1914), Deburau (1918), Jean de la Fontaine (1922), Un sujet de roman (1923). Famose sono anche Quadrille, Tôa, N’écoutez pas, Mesdames, Désiré, Faisons un Rêve, Le Nouveau Testament e Beaumarchais.
Memorie di un baro è il suo unico romanzo.
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