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Anteprima LuccaC&G2019: Cercando Valentina, il mondo di Guido Crepax

Il film, in uscita in sala febbraio 2020, sarà presentato domani 1 novembre alle ore 14.00 presso il Cinema Centrale

Fine anni sessanta: Parigi, Londra, Milano vivono un fermento creativo, pulsano allo stesso ritmo, stelle della stessa costellazione culturale, che si ribella, si rinnova.
Guido Crepax intercetta tutte le novità di una Milano in fermento, della rivoluzione che è anche estetica e li traspone nel suo fumetto, dove arte, musica, design, cinema e moda si contaminano, rompendo e innovando gli schemi della narrazione.
Valentina è il suo alter ego: la fotografa sognatrice diventa un’icona amata da più generazioni. Elegante e sofisticato sogno erotico per gli uomini e simbolo di indipendenza, fascino e seduzione per le donne.

Cercando Valentina è un viaggio alla ricerca di Valentina e del suo creatore, dove il passato si confonde col presente, la narrazione è sincopata e a volte rarefatta come nelle tavole di Crepax. Il mondo del fumetto prende vita e Philip Rembrandt, che nelle storie di Valentina è l’amante, esce dal disegno per diventare la presenza reale che ci conduce alla ricerca di tutti coloro che l’hanno amata, capita, collezionata.

Nelle parole del regista Giancarlo Soldi, tutto l’amore per il lavoro di Crepax

“Milano, Via De Amicis 45, c’è scritto sulla carta d’identità di Valentina, ma l’indirizzo è esattamente quello di Guido Crepax. Lei dunque abitava in realtà il suo sogno, il suo cassetto, la sua matita, la sua fantasia. Crepax è Valentina. Per cui sono partito da lì. Dalla Milano che in quegli anni aveva artisti capaci di raccontare il mondo contemporaneo, e Crepax, è stato un protagonista di quel magico incrocio di coincidenze che ha
portato alla modernità e soprattutto, con il suo personalissimo stile, ne è stato uno dei principali motori. Crepax fu tra i cantori di quel cambiamento, di quel nuovo inizio e voglio farne comprendere la complessità e la modernità.

“In quei giorni uomini, donne, moda, architettura, design, cinema, letteratura, rivoluzione e leggerezza dialogavano fra loro. La capacità intuitiva di Crepax è stata, quella di afferrare al volo lo spirito del tempo, di quel meraviglioso ed euforico clima che permeava la Milano degli anni ’60 e ’70.

È per questo che ho scritto il soggetto con Stefania Casini, testimone di quel periodo di liberazione femminile. Per il trattamento ho chiesto la collaborazione di Marco Lodoli. Marco è uno scrittore capace di elaborare un progetto lasciandosi trascinare dalla fantasia e dal sentimento.

Fermo restando le testimonianze che stracciano il valore dcumentaristico e storico dell’autore, ho voluto raccontare quelle contaminazioni con una forte impronta personale. Tutto questo portati per mano dal personaggio del fumetto, Philip Rembrandt. Lui è il compagno di Valentina che diventa persona reale e discretamente ci conduce in situazioni che si intrecciano. Un racconto a colori digitali, in cui si mischiano filmati in bianco e nero. Abbiamo anche una Milano anni ‘60 assolutamente inedita, dai filmati privati di Giovanni Gandini, creatore della rivista Linus. Le interazioni tra Philip Rembrandt sono animazioni digitali e incontri con persone che possono dire: io c’ero e ho visto.

Diceva il designer Ettore Sotsass che innovazione e contaminazione sono le nuove parole chiave per capire quegli anni

“Nel documentario ho voluto far convivere musica, fumetto e arte per generare quel clima e comprenderne lo spirito. Volendo raccontare l’euforia di quegli anni, mi è sembrato necessario utilizzare stili espressivi con registri diversi. Tecniche miste, dalle riprese ricolorate, a omaggi ad artisti sperimentali come la celebre performance di Ives Klein citata da Crepax in una storia di Valentina.

Il suono ha una fondamentale importanza nel documentario perché la musica sarà come un fluido nastro che muovendosi tra beat ed elettronica, jazz e musica classica lega le differenti atmosfere, il materiale inedito sonoro poi come i dialoghi in mio possesso di Umberto Eco e Elio Vittorini che disquisiscono di fumetto, danno vita a momenti vissuti dall’artista per raccontarci quell’irripetibile periodo creativo. In più, ho a disposizione l’intero archivio della famiglia Crepax, che prenderà vita in modi inaspettati.


In questi ultimi vent’anni ho lavorato su progetti per Musei, eventi e video istallazioni utilizzando linguaggi e tecnologie innovative, che sono risultate emozionali, empatiche ed è per questo che sento la necessità di costruire questo documentario in modo così variegato.

L’integrazione e contaminazione di questi linguaggi mi permette di raccontare lo stile di un artista

Un artista che ha scomposto la narrazione classica, per sincoparla fra dettagli e atmosfere oniriche riuscendo a raffigurare i sogni, le pulsioni erotiche, la trasgressione nella banalità del quotidiano.

Ricordo che i graphic novel (massimo esempio di modernità nel fumetto) oggi parlano quasi esclusivamente della quotidianità, ebbene Crepax avvolgeva continuamente le sue tavole di quotidianità e sono proprio i suoi figli a ricordarcelo quando si riconoscono come in uno specchio nelle tavole del padre.

Le storie di Crepax non sono avvincenti in quanto storie, la grande innovazione di Crepax era dovuta alla nuovissima sintassi dell’impaginazione con quel suo montaggio sconnesso, tipico della Nouvelle Vague. Ma se andiamo a vedere le date, Crepax, sia pur di pochi mesi, gioca d’anticipo. Un viaggio che metterà in risalto la fantasia e la sensibilità di un autore perfettamente, ed empaticamente, sintonizzato sul mondo circostante, pur essendo inchiodato tutto il giorno al suo tavolo da disegno.”

Guido Crepax è considerato uno dei più illustri maestri del fumetto italiano e che influenzò l’erotismo a fumetti in tutte Europa

Nato a Milano il 15 luglio 1933, Guido – il cui nome anagrafico è Crepas – inizia a lavorare nel campo dell’illustrazione e della grafica mentre frequenta la facoltà di architettura, realizzando manifesti pubblicitari e copertine di libri, riviste e dischi (sua è la copertina di Nel Blu dipinto di Blu di Domenico Modugno).
Nel 1963 si avvicina al mondo dei fumetti e qualche anno più tardi realizza la storia La curva di Lesmo che ha come protagonista Philip Rembrandt, un critico d’arte dagli strani poteri noto anche col nome di Neutron.

Il suo più famoso personaggio, Valentina, compare proprio qui, inizialmente come fidanzata di Rembrandt. Diventa da subito la protagonista indiscussa delle storie di Crepax, accompagnandolo lungo tutto l’arco della sua carriera. Già allora il suo lavoro è caratterizzato dal sofisticato disegno e dalla psichedelica e onirica trama. Il suo è uno stile personalissimo, elegante e ricercato nel segno. Estremamente libero dal punto di vista compositivo, Crepax costruisce ogni tavola in base alle esigenze del momento, ma si può notare il frequente ricorso alla scomposizione delle immagini in vignette più piccole, a volte piccolissime, dettagli minimi (delle labbra appena dischiuse, uno sguardo, un telefono che non squilla) per sottolineare uno stato d’animo, per creare un’attesa, per evidenziare un particolare importante.

Nel corso della sua carriera Crepax ha dato vita a numerose altre eroine protagoniste di storie dall’erotismo elegante e ricercato; a volte personaggi di fantasia, altre lavorando a sofisticate versioni a fumetti di alcuni classici della letteratura erotica quali Emmanuelle, Justine e Histoire d’O.

Tra le riviste con le quali la collaborazione è stata più intensa vi sono Linus, alter alter e Corto Maltese, ma non mancano collaborazioni con numerose altre riviste come Il Grifo, Comic Art, Eureka. Le sue opere sono state tradotte in numerosi Paesi, tra i quali Francia, Brasile, Spagna, Germania, Giappone, Stati Uniti, Finlandia e Grecia.
Da tempo malato, Guido Crepax scompare il 31 luglio 2003 a Milano all’età di 70 anni.

Valentina Rosselli, fotografa dall’inconfondibile caschetto nero.

Chi è Valentina? Donna spregiudicata e curiosa, vive avventure nel suo mondo onirico con il suo amante Philip Rembrandt, un compagno discreto e comprensivo.
É uno dei pochi personaggi dei fumetti che invecchia col passare degli anni. I tratti fisici del personaggio sono ispirati all’attrice statunitense Louise Brooks, femme fatal che negli anni venti conquistò il mondo cinematografico con il personaggio di Lulù.
In un episodio dedicato alla sua infanzia, Valentina rivela che ha assunto il look di Lulù alla fine della sua adolescenza, ispirandosi al film Il vaso di Pandora.

Valentina ha problemi reali, che si mescolano a incubi e deliri immaginari e folli.
È spesso raffigurata nuda, a volte sensuale, quasi sempre in contesti feticisti.
Il personaggio esordisce nel 1965 sulla rivista Linus – la mitica rivista fondata e diretta da Giovanni Gandini – inizialmente come personaggio secondario della serie a fumetti fantascientifica La curva di Lesmo, incentrata sul personaggio di Neutron (Philip Rembrandt), un critico d’arte che in realtà possiede strani poteri, del quale Valentina è la fidanzata.

Non servirà molto tempo perché Valentina diventi la protagonista delle storie di Guido Crepax

Il fumetto ha un taglio cinematografico, spesso onirico, ed è ricco di citazioni che spaziano dalla storia, all’arte, al fumetto stesso. Nelle trame, reale e immaginario spesso si fondono o si confondono senza una chiara distinzione. È uno dei pochi personaggi della storia del fumetto italiano con una sua carta d’identità: nasce il giorno di Natale (come Luisa, la moglie di Crepax) del 1942 ed esce ufficialmente di scena nel 1995 a 53 anni, nell’ultima tavola della storia Al diavolo Valentina!.

Valentina è bella come Louise Brooks, disturbante come un taglio di Fontana, consapevole come una lirica di Bob Dylan e libera come la musica di Charlie Parker.

La produzione del docufilm

Il progetto produttivo nasce con una coproduzione RaiCom e RSI – Radiotelevisione svizzera a cui si aggiungono Rai Cultura, Laser Digital Film e la preziosa collaborazione di Chromatica oltre ai contributi del Mibact della Regione Lazio e della Film Commission Toscana col programma Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema. É stata inoltre lanciato una campagna di crowd- funding sulla piattaforme Ulule superando un obbiettivo di 30 mila euro.

Per la campagna che ha interessato i molti fan di Valentina è stato chiesto a 38 disegnatori famosi di realizzare una loro visione di Valentina, che sono state oggetto di un’asta dedicata. La raccolta dei disegni è diventata un prezioso volume Questa Valentina è mia, realizzato dal grande grafico Salvatore Gregorietti, ambita ricompensa dei finanziatori del crowd-funding.

I disegnatori che hanno partecipato alla realizzazione del volume sono:
Lola Airaghi, Altan, Carlo Ambrosini, Paolo Bacilieri, Emanuele Barison, Bruno Brindisi, Larry Camarda, Giampo Casertano, Giorgio Cavazzano, Gigi Cavenago, Gianluca Cestaro,
Fabio Civitelli, Sara Colaone, Marco Corona, Pasquale Del Vecchio, Aldo Di Gennaro, Carmine Di Giandomenico, Stefano Disegni, Luca Enoch, Tanino Liberatore, Emiliano Mammucari, Milo Manara, Nicola Mari, Corrado Mastantuono, Josè Munoz, Okayado,
Leo Ortolani, Giuseppe Palumbo, Corrado Roi, Laura Scarpa, Silver, Luigi Siniscalchi,
Marco Soldi, Davide Toffolo, Claudio Villa, Silvia Ziche.

Riccardo Vianello alias Philip Rembrandt

Riccardo Vianello, classe 1980. Laureato in Filologia Romanza, si avvicina al teatro a 19 anni. Lavora per diverse stagioni come mimo al Teatro dell’Opera Carlo Felice di Genova. Inizia la sua formazione nella prosa al Teatro della Tosse di Genova e continua, tuttora, nei suoi studi partecipando a diversi laboratori, seminari e workshop. Studia regolarmente con Michael Margotta, rinomato insegnante e actor coach americano. Negli ultimi vent’anni ha lavorato in diverse produzioni cinematografiche (tra cui Alice e il paese che si Meraviglia del 2018 di Giulia Grandinetti), serie televisive (come Masantonio nel 2019 diretto da Fabio Mollo) e teatrali (Colloquia del 2019 di David Zarko).

GIANCARLO SOLDI il regista del docufilm, 1979, esordisce dietro la macchina da presa dirigendo il cortometraggio Paranaia

L’anno seguente realizza No Future con cui nel 1982 vince la rassegna Filmaker a Milano. Nel 1985 gira Polsi sottili (premio per il soggetto Filmaker 1985) presentato al Forum del Festival di Berlino. Realizza poi Candid Kantor un documentario per il Centro d’arte Contemporanea di Norimberga, Menzione Speciale al Festival Teatro in video, 1986.
Nel 1992 realizza Nero, con la fotografia di Luca Bigazzi. Il film, invitato alla Mostra del Cinema di Venezia, Toronto film fest, Stockholm film fest, è Menzione Speciale al Festival del film poliziesco di Cognac e al Festival di Mons.

Nel 2001 con il documentario Un angolo di mondo vince il primo premio per la Creatività al Chicago Film Festival. Nello stesso anno realizza le scenografie digitali per il Pavarotti & friends. Vince numerosi premi tra i quali i prestigiosi Industrial Film Award di New York e Creative Film Award di Chicago. Realizza nel 2013 il documentario Come Tex Nessuno Mai, distribuito da Sergio Bonelli Editore.
Nel 2015 Nessuno siamo perfetti, è presentato al Torino Film Fest, Biografilm e vince il Nastro d’Argento Menzione Speciale 2015.

Il documentario è anche l’unico film italiano presentato al Festival della Letteratura di Mantova

Nel 2016 realizza Cinque mondi un documentario sul “fare cinema” con le testimonianze di Roberto Benigni, Bernardo Bertolucci, Gabriele Salvatores, Paolo Sorrentino e Giuseppe Tornatore, presentato al Festival del Cinema di Roma.
Il documentario entra nella cinquina 2016 del Nastro d’Argento e in cinquina Globo d’oro. Nel 2019 scrive e dirige il docufilm Diabolik sono io.

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