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Enigma Rol: un dialogo aperto al mistero con la regista Anselma Dell’Olio

Selma Jean Dell’Olio, professionalmente Anselma, statunitense naturalizzata italiana, è una delle figure più eclettiche e carismatiche del nostro cinema e non solo. Critica cinematografica, giornalista, traduttrice e regista, è entrata nel mondo del cinema sin da giovane e ha collaborato alle sceneggiature di alcuni dei più grandi registi di tutti i tempi: Federico Fellini, Luchino Visconti, Mario Monicelli e Steven Spielberg, giusto per fare qualche nome.

Dopo una lunga militanza nella critica, nel 2018 Anselma ha realizzato il documentario La Lucida Follia Di Marco Ferreri – altro artista con cui ha lavorato -, grazie al quale ha vinto il David di Donatello e il Nastro d’Argento, e da quel momento ha proseguito il suo viaggio nelle biografie artistiche, raccontando anche Franco Zeffirelli e Federico Fellini. Era dunque inevitabile, potremmo affermare, che sarebbe stata lei ad occuparsi di quello che è un personaggio estremamente affascinante del Novecento italiano: Gustavo Adolfo Rol.

In occasione della proiezione di Enigma Rol alla Festa del Cinema di Roma, ho avuto l’opportunità di intervistarla e ne è uscito un dialogo libero e aperto al mistero.

Gustavo Rol e Federico Fellini.

Anselma e Paola “degli spiriti”

Fu proprio dalle parole di Federico Fellini che Anselma venne a conoscenza della figura di Rol. Lui gliene parlò per la prima volta: lo introdusse come un personaggio unico e speciale, distinguendolo da tutti gli altri maghi e sensitivi con cui era in contatto – Fellini amava immergersi in questo mondo, non a caso il documentario che Anselma gli ha dedicato si intitola Fellini Degli Spiriti. “Basta cogliere i segni”, era solito affermare il regista romagnolo, e la vicenda che ha avvicinato Anselma a Rol ne è costellata.

Durante la realizzazione del lavoro su Fellini, le testimonianze riguardanti Rol erano così numerose e coinvolgenti che stava quasi per diventare un documentario su di lui. In questa occasione, Anselma ha incontrato Paola Giovetti, instancabile scrittrice e indagatrice del paranormale, che ha conosciuto Rol di persona e assistito ai suoi prodigi. Paola, che a sua volta aveva collaborato con Fellini, incoraggiò Anselma a concepire un’opera che trattasse unicamente di Gustavo.

E così, come evidentemente era naturale che accadesse, le due hanno lavorato di pari passo per restituire le giuste immagini, parole e sensazioni nella descrizione di un personaggio così delicato, grazie anche all’opportunità di poter consultare inediti materiali privati di quest’ultimo – soprattutto lettere e diari giovanili, tanti altri devono essere ancora catalogati – che ne ampliassero la conoscenza finora tramandata.

Gustavo Rol con uno dei suoi quadri.

La volontà di credere

Cresciuta con le suore cabriniane a Los Angeles dai diciotto mesi fino ai diciotto anni, Anselma si è predisposta in maniera genuina verso tutto ciò che riguarda il mistero. Lungi dall’autocompiacersi nell’assolutezza delle certezze, è semplicemente aperta al dubbio e condivide l’affermazione che Emanuele Trevi regala nel docu-film, secondo cui la credulità e l’incredulità sarebbero strumenti inadeguati per affrontare l’esperienza umana.

D’altronde, il percorso che l’ha portata a raccontare Gustavo Rol è attraversato dal filo rosso di questa magica apertura: da Ferreri a Fellini a Zeffirelli, gli artisti con cui si è trovata ad interagire sono profondamente legati da un importante slancio spirituale; il più recente incontro con Paola Giovetti, non a caso, si colloca nella medesima dimensione.
Nei momenti più critici della costruzione di Enigma Rol, si è rivolta a Gustavo tramite l’I Ching, il libro dei mutamenti cinese portato in Occidente da Carl Gustav Jung – Fellini lo consultava ogni giorno, e da tantissimi anni anche Anselma, poi ha iniziato a farne un uso più sporadico ma non per questo meno intenso. Un qualche segno, in seguito alle sue richieste, è sempre prontamente arrivato.

A Giovanna D’Arco, nel mezzo del processo che avrebbe siglato la sua condanna, fu chiesto come facesse ad essere sicura di aver visto e sentito determinate cose fuori dalla razionalità umana e scientifica. “Avevo la volontà di credere”, rispose. Anselma, a suo modo, ne è pienamente consapevole: per accedere a certi saperi non serve un’iniziazione particolare, ma una crescita e un’apertura costanti. Basta essere disponibile ad accoglierlo.

Anselma Dell’Olio sul set di Enigma Rol. Davanti a lei Gabriele Guerra, che interpreta Mussolini. Accanto a lei, seduto, Lorenzo Acquaviva nel ruolo di Gustavo Rol.

La solitudine di Gustavo

Gustavo Rol era un uomo sociale, con tanti incontri e frequentazioni, eppure i doni che aveva sperimentato di possedere rappresentavano per lui un peso enorme, talvolta ai limiti dell’insostenibile. Dalle parole scritte su una delle pagine iniziali del libro di Pinocchio scovate tra i nuovi materiali di archivio e inserite nel docu-film, appare evidente che Rol fosse cosciente, sin dalla tenera età, dell’inesorabile solitudine che lo avrebbe attanagliato.

L’eccentricità delle sue abitudini e dei suoi contatti con le persone lo hanno condotto inoltre al centro di un vortice di linciaggio mediatico da parte di alcuni personaggi dall’indole scientista. Su tutti, Piero Angela, che proprio in quel periodo iniziò un’attività volta a negare l’esistenza di ogni fenomeno paranormale: dopo averlo incontrato, menzionò Rol in un suo libro definendolo “un mediocre prestigiatore”. In seguito, diversi maghi ed illusionisti portatori della stessa mentalità razionalista hanno cercato di screditarlo, a differenza di Angela senza neanche averlo mai conosciuto. Come nota Anselma, non siamo di fronte a degli scettici, poiché lo scetticismo equivale ad una sospensione del giudizio, bensì a dei negazionisti e materialisti che credono non sia possibile a prescindere.

Questa sfiducia e questi tentativi di inglobarlo in una sfera mediatica che lui ha sempre cercato di fuggire, uniti alla superficialità con la quale alcuni tendevano a recepire le sue doti speciali, hanno contribuito alla percezione di solitudine che in Rol si faceva incombente. In uno dei suoi scritti più importanti – considerato il testamento spirituale, realizzato con la misteriosa “scrittura a distanza” -, apostrofa i propri interlocutori abituali – per la maggior parte amici, poiché conduceva gli esperimenti in luoghi privati con affetti intimi – di essersi limitati a divertirsi per i prodigi, invece di riflettere e chiedersi da dove venissero quelle possibilità. Intendiamoci, precisa Anselma, Rol era innanzitutto una personalità vitale e spiritosa, ma nondimeno era tormentato da un’interiorità profonda e difficile da gestire. “Non sono mai di cattivo umore”, scrisse, “ma sono spesso triste”.

Gustavo Rol con dietro la sua libreria.

Una grondaia di umanità

Rol si definiva “la grondaia”, ovvero una conduttura per qualcosa molto più grande di lui. “Non dovete indagare la grondaia, ma l’acqua che vi passa”, raccomandava, quasi sempre inutilmente. L’acqua di cui parla è una metafora della grazia.
Potremmo aggiungere che Gustavo era anche e soprattutto una grondaia di umanità, per via della disponibilità che aveva nell’ascoltare gli altri e nel precipitarsi in soccorso di chi necessitava del suo aiuto. Manuela Visca, salvata da un’intuizione dello stesso Rol – insistette nel farla operare di peritonite nonostante ben sei medici si fossero rifiutati -, sottolinea proprio questo aspetto all’interno del docu-film: si tende a ricordarlo per i giochi di prestigio, ma è l’aspetto umano a risaltare con forza nelle sue azioni.

In particolare, Anselma è rimasta colpita dalla fiducia che riponevano in lui i medici: Achille Mario Dogliotti, che ha fatto il primo trapianto di cuore in italia, e il neurochirurgo Luigi Giordano, per citarne due di grande importanza e prestigio, si affidavano continuamente ai pareri di Rol ed anzi erano soliti convocarlo in sala operatoria, chiedendo anche consigli per le cure. Il suo contributo alla medicina, giustificato come “aiuto spirituale” in alcuni documenti ufficiali, è sorprendente in quanto è l’unico frangente in cui la scienza, pur non avendo le armi razionali per incasellare i suoi poteri, ne ha riconosciuto pienamente il valore.

Lorenzo Acquaviva in una scena del docu-film.

Ringrazio Anselma per questo dialogo aperto e spontaneo, nel quale abbiamo avuto modo di approfondire ulteriormente la figura e la storia di Gustavo Rol. Il docu-film sarebbe dovuto uscire al cinema come evento speciale solo il 6, 7 e 8 novembre, ma grazie all’enorme successo di pubblico le sale e i giorni di programmazione sono aumentati a dismisura: adesso sarà possibile visionarlo in diverse sale della penisola fino a dicembre, in tutte o quasi le regioni italiane.

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