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Cinema Speculation di Quentin Tarantino – la recensione!

Recensione del second libro del regista

Cinema Speculation (2023, La Nave di Teseo) è la storia di un bambino cresciuto a pane e cinema nella Los Angeles degli anni ’70. Un universo in cui per emozionarti, ti basta avere qualche spicciolo in tasca, ed uscire di casa per annullarti nel buio di una sala.

L’analisi del bambino ormai adulto, che ha fatto della sua passione viscerale la sua arte, facendosi artefice di un universo personale costellato da personaggi indimenticabili (il cosiddetto “Tarantinoverse”), per il quale è al giorno d’oggi amato e riconosciuto in tutto il mondo. Il regista ripercorre, non come ci si potrebbe aspettare, i grandi classici del cinema hollywoodiano, bensì tutte quelle pietre miliari che egli considera importanti per sé e che hanno segnato la sua crescita contribuendo ad influenzarne le opere.

Un bambino al quale non è per messo vedere i telegiornali ma ha la possibilità di vedere film preclusi ai suoi coetanei, Quentin Tarantino sviluppa un occhio critico, fine, pellicola dopo pellicola. Il piccolo spettatore è già un attento osservatore delle reazioni che alcune scene suscitano nel pubblico in sala di cui fa parte, e già da quel momento tenta di carpire rendendoli propri, alcuni segreti e alcune tecniche narrative, in modo tale da poterle replicare in un futuro. Opportunità che gli si presenterà diversi anni dopo, soltanto quando avrà smesso i panni del commesso cinefilo (aspirante attore e sceneggiatore) di un videonoleggio, per passare dalle estreme retrovie dell’industria cinematografica, alla macchina da presa!

Ricordi d’infanzia

Tra i suo ricordi più cari, troviamo le uscite al cinema con mamma Connie ed il suo gruppo di amici, che tanto fanno sentire adulto il piccolo Quentin. Ricorda i commenti, spesso e volentieri i piccoli dibattiti, che si vanno a creare sullo spettacolo appena visto (spesso e volentieri si tratta di un doppio spettacolo, ossia due film abbinati nella stessa programmazione) nel tragitto di ritorno in macchina, al quale il futuro regista partecipa dal sedile posteriore. Il bambino spesso e volentieri non comprende la totalità di ciò che ha appena visto, cerca pertanto mentre è in sala, di estrapolare i significati di alcune vicende dal contesto, oppure sa benissimo che, rigorosamente dopo l’accensione delle luci, potrà esprimere le sue congetture a sua madre, mai prima, poiché come gli è stato spiegato: al cinema gli adulti non vanno per fare domande!

Non mancano i riferimenti ai cinema in cui era solito recarsi (quelli esistenti e quelli non più esistenti), al numero delle sale (i multisala erano ancora una rarità), ai viaggi intrapresi per tutta la Città degli Angeli per poter rivedere qualche grande classico ogni volta che ce n’era la disponibilità. E come scrive lui stesso, questi sono i generi di cose che un vero cinefilo non esita a fare!

Non solo film

Tra i film analizzati, non si limita soltanto ad una sinossi della trama e a qualche opinione personale, bensì ci viene offerto il contesto culturale nel quale la pellicola è inserita, in quali acque navigasse la carriera del regista in quel preciso momento, i retroscena legati alla produzione, e aneddoti sconosciuti ai più (sapevate ad esempio, che fosse la moglie di Steve McQueen a scegliere i ruoli al marito perché lui era fin troppo restìo alla lettura?) che egli stesso ha potuto apprendere direttamente da coloro che tempo prima, erano i suoi idoli. Oltre ad approfondite osservazioni per ciò che concerne le colonne sonore, Tarantino ribadisce più e più volte quali siano a suo avviso le migliori, e spesso, corrispondono a quelle che ricorda con più affetto e che certamente conserva nella sua collezione di vinili.

Spesso addirittura, dopo essersi prodigato nell’analisi concernente i punti di forza ed i punti deboli (enfatizzati in maniera alquanto impietosa) delle pellicole, Tarantino si interroga, o meglio, espone convintamente di come sarebbe potuto essere quel film, se fosse stato girato da un altro regista! Ad esempio, se ad un certo punto fosse stata inserita una sequenza “Alla Brian De Palma” state pur certi che il film avrebbe incontrato il suo gusto!

Questa conoscenza enciclopedica della settima arte e dei suoi esponenti si traduce spesso e volentieri in una narrazione dettagliata delle sequenze di questo o quel film che risulta essere profondamente immersiva per il lettore, che spesso e volentieri potrebbe non essere a conoscenza del film in questione, né tantomeno averlo mai visto.

Leggendo la traduzione di Alberto Pezzotta, capiamo come lo stile di scrittura del regista sia equivalente alla sua travolgente parlantina, che o si apprezza, o si detesta. Pertanto la lettura potrebbe risultare ridondante sotto alcuni aspetti data la lunghezza dei periodi e la ripetizione onnipresente di nomi e titoli al fine di rendere alcuni concetti maggiormente incisivi.

I preferiti di Quentin

Tra i film che hanno contribuito a forgiare lo stile narrativo di Quentin Tarantino abbiamo: Bullitt; Ispettore Callaghan il Caso Scorpio è tuo!; Taxi Driver; Rolling Thunder; Fuga da Alcatraz (inutile citare gli spaghetti western e la considerazione di cui gode Sergio Leone nella mente di Tarantino) e tanti altri ancora passando per i blaxploitation movies, e arricchendo la narrazione con analisi dei cambiamenti conferiti all’arte cinematografica dalla New Hollywood degli anni Settanta, fino ad arrivare al perbenismo delle produzioni anni Ottanta.

Sono dunque Steve McQueen; Burt Reynolds; Clint Eastwood; Sam Peckinpah; Don Siegel; Brian De Palma; Martin Scorsese e Steven Spielberg ad istruire e a far innamorare il giovane Tarantino di un’arte che lo ingloberà traducendosi nel suo destino, il destino di cui tutti noi spettatori, volenti o nolenti, ci ritroviamo a far parte.

Il secondo libro di Tarantino ripercorre i film della sua giovinezza che hanno contribuito a renderlo uno fra i registi più noti del panorama del cinema mondiale!

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