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Il film in arrivo di Ari Aster e il rapporto degli horror con i premi

Dopo essersi distinto con tre horror di grande spessore – Beau ha paura il più vicino, immeritatamente ignorato dall’Academy -, Ari Aster sta per tornare con un nuovo film, appena entrato in produzione. Si intitola Eddington, e stavolta si tratta di un western, anche se dovrebbero essere presenti le atmosfere conturbanti e grottesche a cui il regista statunitense ci ha abituato.

Nel cast ci sarà nuovamente Joaquin Phoenix, ma la vera sorpresa è l’innesto di Emma Stone, che ha da pochi giorni ricevuto il secondo Oscar della sua carriera. Confermati anche Pedro Pascal e Austin Butler. La storia prende forma proprio in questo luogo chiamato Eddington, all’apparenza accogliente e pittoresco, dove si trovano a sostare Lindsay e Marc, una coppia che viaggia per raggiungere Los Angeles. Rimasti senza benzina, proprio alle porte della città, i due vengono accolti con calore dal sindaco e dalla comunità. Ma quando la notte cala su Eddington, strisciano fuori incubi e orrori inaspettati.

Ari Aster è pronto dunque per regalarci un’altra avventura inquietante e fuori dagli schemi, e magari questo nuovo esperimento sarà finalmente a prova di Oscar. Intanto, Aster ha già ricevuto i complimenti di Martin Scorsese, che ha addirittura dichiarato di essersi recentemente ispirato a lui per il modo in cui gestisce la tensione nelle sue opere.

Horror e premiazioni

Perché, nonostante l’abilità registica fuori dal comune e la collaborazione con attori di grande spessore, Aster non è mai stato candidato agli Oscar? Il discorso è più complesso di quanto possa sembrare, e affonda le radici nelle tradizioni di tutti i premi e i Festival più importanti. Da sempre, infatti, tranne qualche eccezione – L’esorcista e pochi altri -, i film horror vengono ignorati nei contesti istituzionali di rassegne e premiazioni. Oltre Aster, anche Robert Eggers è un esempio di questa “stroncatura di genere”. L’unico contemporaneo che sta riuscendo nell’impresa di essere considerato dall’Academy è Jordan Peele, evidentemente perché nei suoi horror le tematiche sociali sono più manifeste.

Questa abitudine di screditare gli horror non ha di certo una motivazione commerciale, poiché è un genere che sul piano internazionale è prodotto e guardato con frequenza. La reale causa è da rintracciare nell’idea comune – condivisa anche dagli addetti ai lavori – per la quale un film puramente horror non potrebbe vantare una forza autorale tanto significativa da meritare un riconoscimento prestigioso. La dinamicità degli autori che stanno rilanciando il genere e il loro sperimentare nuovi territori d’azione – vedi Aster col nuovo film in arrivo, che beneficerà anche della presenza di Stone, ma anche Eggers con The Northman e lo stesso Peele citato in precedenza – possono sicuramente cambiare questa situazione e risollevare le sorti di un genere che anche nella sua dimensione più specifica dovrebbe godere di una maggiore stima da parte degli organi istituzionali del cinema.

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