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Kijin Gentosho – Demon Hunter 1 di Motoo Nakanishi e Yu Satomi – Recensione

L'impavido spadaccino di Kadono, dovrà fare fede a una promessa e opprimere i sentimenti del suo cuore.

Le avventure di un valoroso guerriero dell’epoca Tendo, arrivano per Planet Manga. Un nuovo manga seinen che racconta la storia di Jinta, il guardiano della Miko che ha il compito di proteggere la sacerdotessa Itsukihime. Tratto dalla famosa serie di light novel Sword of the Demon Hunter: Kijin Gentosho. 

Il Guerriero Impavido di Kijin Gentosho – Demon Hunter

Jinta, è il giovane guardiano dell’Itsukihime, cioè la principessa del villaggio di Kadono. Lo spadaccino più abile del feudo, deve tenere conto dei suoi doveri facendo fede alla promessa fatta al suo predecessore e padre della principessa, sua amica d’infanzia e di cui è profondamente innamorato. Infatti, Jinta vuole e deve proteggere Shirayuki, colei che diventerà Byakuya, e il villaggio di Kadono che è sotto attacco da parte dei demoni, ma per farlo dovrà rinunciare ai suoi personali desideri, incapace di scegliere la via dell’egosimo. 

Ligio al dovere, innamorato e con una sorella minore in parte demone per eventi ancora non del tutto chiari, che ci fanno intuire solo qualcosa del passato del guardiano, Jinta ha abilità fisiche sorprendenti soprattutto nell’utilizzo della spada, come nota anche uno dei demoni che affronta. 

Poiché gli obiettivi del nemico non sono limpidi, e i loro scopi potrebbero essere la principessa o la “Yarai”, la spada che si tramandano le Itsukihime di generazione in generazione, di cui si dice che la lama non si possa spezzare nemmeno dopo mille anni, il capo del villaggio insiste che per il bene di Kadono, Shirayuki debba sposarsi e avere un’erede che possa sostituirla qualora lei venga a mancare. Costringendo così l’amica d’infanzia di Jinta, a sposare un altro uomo al posto del suo guardiano, dato che lui non è originario del feudo. 

“Diventa un uomo che sa dare il giusto valore all’odio”

Jinta cresce con queste parole, pronunciate dal padre di Shirayuki appena prima di morire. E di cui ancora oggi si domanda che cosa significhino. Lui, pur non esprimendolo apertamente, si può intuire che attribuisca a quella frase, i valori che ha in sé e che utilizza per ogni sua scelta: proteggere Kadono e l’Itsukhime (Shirayuki), sua sorella e sconfiggere i demoni. 

Nel corso del volume, scopriremo che i sentimenti di Jinta e di Shirayuki sono reciproci, ma sembra un amore impossibile, poiché entrambi decidono di dare priorità ai propri doveri, incapaci di voltare le spalle al villaggio, e abbandonando l’idea di scappare insieme pur di esaudire il desiderio di vivere il loro amore. 

I disegni di Kijin Gentosho – Demon Hunter sono dinamici e dotati di gradevoli e numerose sfumature, uno stile tipico e adatto per il genere; soprattutto nelle scene più dal ritmo più “lento”, ovvero dove vi è molta trama e si può esplorare meglio le intenzioni dei personaggi che fanno avanzare la storia attraverso le loro scelte, mentre in quelle relative al combattimento si percepisce la stessa intensità ma in modo più caotico e dal tratto “sporco” e vivace.  

In alcune tavole vi sono alcuni errori di anatomia che si potevano evitare con facilità e in alcune delle vignette dal ritmo più lento si poteva aggiungere della tridimensionalità che a volte manca; dove quest’ultima sarebbe stata gradita anche nei momenti più “comici”, sebbene questa caratteristica, in queste situazioni risulta simpatica, distinguendola dalla maggioranza di quelle presenti in altre opere. 

Kijin Gentosho – Demon Hunter possiede anche tanti momenti comici, che per la quantità e lo stile in cui vengono presentati, pur essendo ben realizzati, non appartengono e stonano al genere in cui si identifica l’opera. 

Continuando ad adempiere ai suoi doveri, Jinta scopre che i demoni esistono demoni capaci di parlare, avere una “coscienza” e forma umana. Molto più pericolosi dei precedenti, il valoroso guardiano si addentra nella “tana del lupo”, ma non sarà così facile vincere e abbandonare ogni desiderio egoista…

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Jinta, è il giovane guardiano dell’Itsukihime, cioè la principessa del villaggio di Kadono. Lo spadaccino più abile del feudo, deve tenere conto dei suoi doveri facendo fede alla promessa fatta al suo predecessore e padre della principessa, sua amica d’infanzia e di cui è profondamente innamorato. Infatti, Jinta vuole e deve proteggere Shirayuki, colei che diventerà Byakuya, e il villaggio di Kadono che è sotto attacco da parte dei demoni, ma per farlo dovrà rinunciare ai suoi personali desideri, incapace di scegliere la via dell’egosimo.  Continuando ad adempiere ai suoi doveri, Jinta scopre che i demoni esistono demoni capaci di parlare, avere una “coscienza” e forma umana. Molto più pericolosi dei precedenti, il valoroso guardiano si addentra nella “tana del lupo”, ma non sarà così facile vincere e abbandonare ogni desiderio egoista... I disegni di Kijin Gentosho – Demon Hunter sono dinamici e dotati di gradevoli e numerose sfumature, uno stile tipico e adatto per il genere; soprattutto nelle scene più dal ritmo più “lento”, ovvero dove vi è molta trama e si può esplorare meglio le intenzioni dei personaggi che fanno avanzare la storia attraverso le loro scelte, mentre in quelle relative al combattimento si percepisce la stessa intensità ma in modo più caotico e dal tratto “sporco” e vivace.  

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Jinta, è il giovane guardiano dell’Itsukihime, cioè la principessa del villaggio di Kadono. Lo spadaccino più abile del feudo, deve tenere conto dei suoi doveri facendo fede alla promessa fatta al suo predecessore e padre della principessa, sua amica d’infanzia e di cui è profondamente innamorato. Infatti, Jinta vuole e deve proteggere Shirayuki, colei che diventerà Byakuya, e il villaggio di Kadono che è sotto attacco da parte dei demoni, ma per farlo dovrà rinunciare ai suoi personali desideri, incapace di scegliere la via dell’egosimo.  Continuando ad adempiere ai suoi doveri, Jinta scopre che i demoni esistono demoni capaci di parlare, avere una “coscienza” e forma umana. Molto più pericolosi dei precedenti, il valoroso guardiano si addentra nella “tana del lupo”, ma non sarà così facile vincere e abbandonare ogni desiderio egoista... I disegni di Kijin Gentosho – Demon Hunter sono dinamici e dotati di gradevoli e numerose sfumature, uno stile tipico e adatto per il genere; soprattutto nelle scene più dal ritmo più “lento”, ovvero dove vi è molta trama e si può esplorare meglio le intenzioni dei personaggi che fanno avanzare la storia attraverso le loro scelte, mentre in quelle relative al combattimento si percepisce la stessa intensità ma in modo più caotico e dal tratto “sporco” e vivace.   Kijin Gentosho - Demon Hunter 1 di Motoo Nakanishi e Yu Satomi - Recensione