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L’estate in cui imparammo a volare: la recensione della nuova serie Netflix che parla di amicizia

Il 3 Febbraio di quest’anno verrà rilasciata su Netflix una nuova serie, creata da Maggie Friedman, dal titolo “L’estate in cui imparammo a volare“, in originale “Firefly Lane“. Noi di NerdPool abbiamo avuto l’onore di vederla in anteprima, di seguito la recensione.

Basata sull’omonimo romanzo di Kristin Hannah, pubblicato nel 2008, la serie racconta la forte amicizia tra due giovani ragazze, diventate poi donne, legate anche dopo 30 anni da un rapporto indissolubile, che sembra superare qualsiasi ostacolo si frapponga tra loro.

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Tully Hart, interpretata da Katherine Heigl da adulta e da Ali Skovbye da adolescente, ha da sempre una vita difficile; vive con la nonna e non ha mai conosciuto suo padre, mentre la madre, hippy dipendente dalla marijuana, non è in grado di prendersene minimamente cura. Nonostante ciò “Nuvola”, così verrà chiamata sua madre nel corso della storia, decide di riprendersi sua figlia e farla vivere con lei all’interno di una casa costantemente disordinata, abbandonata a se stessa e avvolta da un nuvola di fumo.

Tully diventa così una ragazzina ribelle, apparentemente imperturbabile e infrangibile e dentro di sé coverà sempre più un forte risentimento per la madre, incapace di comportarsi da tale e in grado solo di mettere in imbarazzo la figlia.
L’unica e sola via di fuga che Tully trova da una vita così difficile per una ragazzina di soli 14 anni è Kate, la sua nuova vicina di casa.

L'estate in cui imparammo a volare (Firefly Lane)

Kate Mularkey, interpretata da Sarah Clarke da adulta e Roan Curtis da adolescente, è una ragazzina tenera e un po’ imbranata, il tipico stereotipo di “secchiona” con gli occhiali giganti e timorosa di infrangere le regole. Kate ha una famiglia apparentemente perfetta, due genitori sposati da moltissimi anni e un fratello maggiore spesso scontroso, misterioso e sopraffatto da un segreto che ha timore di rivelare alla famiglia per timore di deluderla.

Tra Kate e Tully nasce da subito una reciproca curiosità che si trasforma successivamente in una forte amicizia, le due diventano complici, sempre pronte a difendersi e supportarsi a vicenda. Pronte a sfidare il mondo insieme, mano nella mano.

Tra passato, presente e futuro

La narrazione avviene attraverso tre decenni, tra flashback e flashforward che vedono le due amiche prima adolescenti, poi giovani donne e infine donne oltre i 40 anni, mostrando passo dopo passo la vita delle protagoniste e l’evoluzione del loro rapporto e della loro personalità.

Tully, da sempre in grado di attirare l’attenzione di chiunque, quasi come se fosse una calamita per chi le sta intorno, riesce a realizzare il suo sogno e diventare una donna di successo; prima giornalista poco conosciuta e poi famosa conduttrice di programmi televisivi, acclamata e stimata.
Ciò però non la distoglie da quelli che sono traumi ormai radicati nella sua anima, a causa di un’adolescenza fatta di abbandono, violenza e soprattutto un mancato affetto da parte della madre.

  • L'estate in cui imparammo a volare

Per questo motivo Tully rifiuta anche solo l’idea di potersi un giorno “sistemare”, di sposarsi e avere figli, reputandosi addirittura incapace di poter essere una brava madre e non meritevole dell’amore altrui, circondandosi solo ed esclusivamente di storielle da una notte e via.

Al contrario Kate, che come Tully è diventata giornalista, ma nelle retrovie, si è sposata con il suo capo Johnny (Ben Lawson), con il quale ha avuto una figlia. Il loro matrimonio però pare essere al capolinea a causa di un presunto tradimento di Kate che, ancora follemente innamorata dell’uomo, non vuole rassegnarsi all’idea di perderlo per sempre.

Rapporti in discussione

Entrambe le vite delle due donne sono continuamente sottoposte a imprevisti, complicazioni e drammi, che solo grazie ad una vicinanza e supporto reciproci, basati sulla lealtà e pura amicizia, le protagoniste affronteranno con forza e determinazione.

Nonostante questa forte amicizia, Kate si è spesso sentita sopraffatta dalla presenza di Tully, da sempre la più ammirata, la più desiderata dagli uomini. Persino dallo stesso marito di Kate, Johnny, ex capo anche di Tully.

Johnny, sebbene fosse da sempre attratto da Tully, non ha mai visto in lei la persona giusta con cui costruire un futuro, una famiglia; cosa che invece ha visto in Kate, della quale si è innamorato.
Nel corso della storia vedremo perciò come ogni personaggio si troverà a riflettere sulle proprie scelte, passate e future; ogni relazione verrà messa in discussione, rendendo lo spettatore sempre più curioso di scoprirne gli sviluppi.

Non solo al femminile

L’estate in cui imparammo a volare o meglio Firefly Lane, che nel suo titolo in italiano non esprime in alcun modo il senso della serie, banalizzandone addirittura il contenuto (così come accade con “Eternal Sunshine of the spotless mind“), affronta tematiche di spessore come: violenza, bullismo, dipendenze, omosessualità e aborto.
Il target di riferimento è chiaramente un pubblico femminile, ciò non toglie che anche, se non soprattutto, gli uomini possano goderne la visione.

In questa prima stagione, di 10 episodi da quasi un’ora ciascuno, lo spettatore sarà sempre più incuriosito di scoprire le scelte prese dai personaggi nel corso della storia e l’evoluzione degli stessi. Il finale lascia inoltre presagire che ci sarà una seconda stagione, non ci resta dunque che attendere futuri annunci e consigliarvi la visione.

Trailer de L’estate in cui imparammo a volare

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L'estate in cui imparammo a volare racconta la storia di un'amicizia tra due donne oltre ogni ostacolo, affronta tematiche di spessore come: violenza, bullismo, dipendenze, omosessualità e aborto. Il target di riferimento è chiaramente un pubblico femminile, ciò non toglie che anche, se non soprattutto, gli uomini possano goderne la visione.L'estate in cui imparammo a volare: la recensione della nuova serie Netflix che parla di amicizia