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Lo scrittore Cavazzoni racconta il misterioso “scherzo paranormale” di Fellini

Nel numero speciale della rivista Linus dedicato a Federico Fellini nel 2020, lo scrittore Ermanno Cavazzoni, suo importante amico, racconta un episodio davvero singolare che ha interpretato come un possibile scherzo del regista dall’aldilà.

Nel settembre 2011 – quasi vent’anni dopo la morte di Fellini -, Cavazzoni fu contattato da un’avvocatessa che rappresentava la Robin Wood Pictures, una casa di produzione fondata da Kubrick, con la richiesta di un incontro lavorativo. Lo scrittore ne fu onorato e la ospitò a casa. L’avvocatessa, una credibile donna milanese, si presentò insieme ad un produttore di appena ventitré anni, “in apparenza dello Sri Lanka”.

Come produttore era sorprendente, perchè sembrava piuttosto un immigrato che di mestiere fa le pulizie o assiste un anziano. già qui avrei dovuto capire che c’era qualcosa di sospetto. Voleva produrre quel famoso film che fellini aveva già tutto scritto ma non ha mai fatto, “il viaggio di mastorna”. Io avrei dovuto rimodernare la sceneggiatura, che era dei primi anni sessanta. Il produttore diceva di chiamarsi demian kusturiza, parlava italiano perfettamente nonostante la fisionomia cingalese, ed era credibilissimo, anzi di più, infondeva un senso di fiducia e di simpatia che raramente con uno sconosciuto ho mai provato. Col senno di poi sono convinto che demian non esisteva; non dico fosse uno spettro o un ectoplasma, non aveva niente di naturale o inquietante; […] però penso me l’avesse mandato fellini per farmi uno scherzo, oppure per mettere ancora in qualche modo le mani su quel film che per tutta la vita aveva ripreso, abbandonato e ripreso. Si noti che il film trattava di un violoncellista che dopo un disastro aereo si trova nell’aldilà, che però è uguale all’aldiquà.

Per dirigere il film era stato assunto Terry Gilliam, e il cast – prestigioso e internazionale – era capitanato da Johnny Depp. Dietro la produzione, di portata colossale, vi erano anche gli Emirati Arabi. Insomma, tutto sfavillante e ambizioso, ma allo stesso tempo credibile. Cavazzoni, per essere rassicurato sulla veridicità del progetto, si rivolse a Vincenzo Mollica, il quale a sua volta era stato coinvolto e affermò di fidarsi ciecamente di questo giovane produttore.

Demian parlava di grandi capitali e di investimenti, ma paradossalmente sembrava non avere un posto dove dormire a Roma. Verso sera spariva, poi ricompariva il giorno dopo al bar dove Cavazzoni faceva colazione o nella sede della Quodlibet, dove lo scrittore lavorava. Il misterioso Demian risultava gradito a tutti, emanava un fascino inspiegabile, soprattutto se rapportato al suo aspetto trasandato e alla sua giovane età.

Pantaloni ordinari e un golf con la cerniera. Ottanta per cento poliestere, come se ne comprano dagli africani abusivi per strada, se contratti anche a cinque euro. questa sua capacità era un mistero, anche nei miei confronti, perchè continuavo a dargli piena fiducia, come fossimo tutti sotto un potere ipnotico. Una sera l’ho ospitato a dormire a casa mia. Al mattino mi aspettavo andasse in bagno, venisse a far colazione, niente, ho bussato, ho messo dentro la testa, non c’era più, era partito in piena notte, sparito, il letto intatto; come l’avessero richiamato, ma chi? come avesse finito la scena e fosse ritornato nel nulla.

Una volta arrivata l’estate, Cavazzoni perse Demian di vista per circa quattro mesi, per poi ricevere la sua visita. Era cambiato, sembrava un suo sosia, aveva perso addirittura trenta chili, anche la faccia era diversa. Fellini aveva la passione dei sosia, Cavazzoni presume che gliene avesse mandato uno per prenderlo ulteriormente in giro. I propositi di Demian rimanevano però gli stessi, e anche le ambizioni per il film: qualche giorno dopo avrebbero incontrato Johnny Depp, e se non avesse accettato era pronto Benicio Del Toro.

Cavazzoni, sempre al limite dell’incredulità, invito Paolo Morelli, un suo amico dal passato leggermente delinquenziale, ad una cena con Demian per riconoscerne gli ipotetici intenti truffaldini. Lo stesso Morelli, però, finì con l’esserne ammirato, e consigliò all’amico di fidarsi delle buone intenzioni di quel produttore. Cavazzoni venne inoltre a sapere che era stato coinvolto persino il disegnatore Milo Manara, per comporre lo storyboard del film. Demian promise un lancio internazionale a Cannes, e chiese a Cavazzoni in che modalità preferisse ricevere il pagamento.

Allo scrittore arrivò anche una mail della Robin Wood Pictures che lo ringraziava per il lavoro svolto fino a quel momento. Tutto fantastico, se non fosse che Cavazzoni aveva lavorato ancora pochissimo. Insospettito, cercò il nome della produzione su internet, ma non risultava esistere. Demian si fece vivo per telefono, affermando di aver perso il computer e mettendolo al corrente del fatto che gli studi della Robin Wood fossero stati saccheggiati. Da quel momento, Demian sparì definitivamente nel nulla, e al suo numero di cellulare corrispondeva un pescivendolo inglese. Cavazzoni, a maggior ragione, continuò a considerarlo uno scherzo divertito di Fellini.

Attorno al Mastorna, a questo film non fatto, Felllini aveva creato tante leggende nel corso del tempo, tutte di tipo soprannaturale […] Però so che quando uno lascia una cosa incompiuta, poi nell’aldilà non smette di pensarci, di fare piccole aggiunte, ritocchi, varianti, senza giungere a niente, perché è scarsa la presa che dall’aldilà si ha su questo mondo, si producono tutt’al più delle illusioni, fantasmi, anche molto realistici. i due mondi hanno difficoltà di comunicazione, lo diceva anche Fellini nella sceneggiatura del film, uno dall’aldilà trova a volte modo di telefonare. Sei tu? Sì, ma chi parla? Sono io, mi senti.. e la linea cade. Si vede che un punto di passaggio Fellini l’aveva trovato, una smagliatura; allora qualcosa era passato, anche solo uno scherzo, e si riconosceva lo stile.

Un anno dopo, a conclusione di questa surreale vicenda, Cavazzoni ricevette una lettera che lo informava sulla reale natura di Damien: uno spregevole truffatore che ha mietuto vittime in tutto il mondo. La sua avvocatessa, stando alla lettera, era il suo alter ego. Ma cosa vuol dire? Questo messaggio era firmato da Pierre Andrézel, che poi Cavazzoni scoprì essere lo pseudonimo di una scrittrice che lei aveva usato per il romanzo “I vendicatori angelici”. Chi aveva scritto realmente quella lettera? Per Cavazzoni non poteva essere stato che lui, Federico Fellini, dopo aver mandato il suo inviato angelico – Demian – per giocargli questo bellissimo e misterioso scherzo.

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