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Lords of the Fallen: la nostra Recensione

Come ormai va di moda, per lo meno ultimamente, anche Lord of the Fallencade” nell’universo sempre più vasto dei Reboot. In realtà questo titolo è un vero e proprio sequel del suo omonimo predecessore uscito ormai nel lontano 2014. Con un passato molto travagliato, preso in mano da ben tre sviluppatori e un lungo ciclo di sviluppo, possiamo finalmente toccare con mano il risultato finale. Lords of the Fallen deve trovare un equilibrio, molto difficile da scovare, ispirandosi a tutte le modernizzazioni di un genere un tempo di nicchia e cercando di ritagliarsi una propria identità.

Dal passato al presente

I giochi che vengono chiamati SoulsLike stanno diventando sempre più frequenti e la loro qualità è sicuramente in netto aumento, anche se, il percorso per arrivare al punto in cui siamo oggi, è stato piuttosto accidentato. Molti titoli del passato sono riusciti a centrare qualche aspetto di questo sottogenere, ma non sono riusciti a capitalizzare appieno tutto ciò che un titolo di FromSoftware riesce ed è riuscito a fare. Uno dei primi giochi che è riuscito, nel bene o nel male, nell’intento è stato Lords of the Fallen di Deck13.

Sebbene la direzione artistica e l’ambientazione fossero davvero ben fatte, Lords of the Fallen era appesantito da numerosi difetti. I controlli goffi, la curva di difficoltà non omogenea e le battaglie contro i boss, che non hanno mai avuto molto successo all’interno della community, hanno dato vita a un’esperienza mediocre che aveva sicuramente potenziale per essere migliore. Sono queste le circostanze che, probabilmente, hanno portato la volontà di creare questo sequel/reboot con lo stesso nome, che elimina gran parte delle problematiche del titolo l’originale… ma, ovviamente, molte altre vengono a galla.

Risorgi dalle ceneri

In un’interessante svolta rispetto alla solita idea dei Souls, il personaggio che si pensa sia il protagonista, rinuncia all’oggetto chiave di questa storia, una strana lanterna blu, già dopo pochi istanti dalla prima scena, solo per essere brutalmente assassinato poco dopo. Si scopre che, questo guerriero, non sente di essere più degno di tenere con se la lanterna che ha il potere di far resuscitare dalla morte; lancia, quindi, questo magico strumento, in un dirupo che cade casualmente vicino ad uno scheletro… Questo è l’inizio della nostra storia. Si parte con una costruzione del personaggio molto basilare e sulla scelta della classe. In questo contesto, come in ogni SoulsLike che si rispetti, abbiamo una piccola descrizione del tipo di guerriero che viene selezionato insieme alle sue caratteristiche RPG di base.

Lords of the Fallen

Il nostro risveglio viene accompagnato dalla voce di un Chierico che ci cura e ci guida nei primi passi all’interno di questo mondo. La terra di Axiom è marcia e malata, costellata di raggi di luce che tengono sigillato un grande male (quasi come Sauron), il dio demone Adyr. Il suo miasma si diffonde in tutta la terra, ed ha lentamente corrotto ogni cosa fino a raggiungere le catene che lo tengono imprigionato. Le Sentinelle, una lega di cavalieri che ha il compito di proteggere il regno, sono cadute a loro volta, corrotte dall’aura malefica di Adyr. In questo mondo arriviamo noi, il giocatore, destinato a risorgere finché manterremo con noi la Lanterna Umbral, con il compito di liberare Axiom dalla sua corruzione – uccidendo ogni mostro, Sentinella caduta e Signore dei Demoni sulla nostra strada per risanare il demone Adyr o sconfiggerlo.

Lore?

I SoulsLike non sono generalmente noti per una tramanarrata“, ma prediligono più una lettura delle descrizione degli oggetti e dell’ambiente circostante (lore), quindi la componente di costruzione del mondo deve essere in primo piano. Lords of the Fallen cerca di cambiare questa situazione con un po’ più di trama e alcune interessanti meccaniche narrative che lo elevano ad uno stadio più alto rispetto agli altri titoli della stessa categoria. Interessante è la liberazione dalla maledizione di qualche boss, più che altro il primo, Pietà, la quale dopo averci fatto passare un brutto quarto d’ora, tornerà ad essere “dei nostri” e ad aiutarci a potenziare l’oggetto per curare il nostro personaggio, Sanguinarix.

Guerriero tra due mondi

Passiamo ora al quello che è il core di Lords of the Fallen, ovvero il gameplay. Il titolo offre tutte le principali caratteristiche che possiamo trovare nei giochi del genere soulslike ed anzi aggiunge anche qualche meccanica extra per cercare di crearsi una propria identità.

Nei panni di un Crociato Oscuro, il nostro avatar, è possibile spostarsi tra la terra dei vivi – Axiom – e la terra dei morti – Umbral. Questa meccanica di rifting è qualcosa che si è già vista in titoli come Soul Reaver, il quale permetteva al protagonista, Raziel, di passare tra due regni. In ogni caso, Lords of the Fallen cerca di destreggiarsi con questa nuova funzionalità non riuscendoci appieno.

Il regno Umbral in tutto il suo… splendore?

Come torno indietro?

Sebbene la disposizione generale dei livelli tra i due mondi rimanga la stessa, ci sono alcuni cambiamenti che rendono questi regni diversi tra loro. Il design dei livelli ci costringerà a cambiare spesso tra le due realtà di gioco, anche se trascorreremo la maggior parte del tempo all’interno del regno dei morti. Qui si aggiunge un’ulteriore problematica: non possiamo permanere all’interno di Umbral per troppo tempo, altrimenti nemici sempre più forti verranno a darci la caccia. D’altro canto non ci è possibile saltare da un regno ad un altro quando ci pare, infatti, se dal regno dei morti vogliamo tornare a quello dei vivi, sarà possibile farlo solamente tramite due… anzi tre metodi: attivare una Vestigia (il checkpoint, “falò” di questo titolo), trovare delle Effigi dell’Emersione (piccole statue “usa e getta” che ci permettono di tornare al mondo dei vivi) oppure, ovviamente… morire.

Possiamo, in qualche modo, bypassare questa problematica di cambio mondo usando la lampada che si porta sempre con sé, la Lanterna Umbral. Questo strumento ci permette di sbirciare nel mondo Umbral dall’interno di Axiom stesso mediante il grilletto sinistro. Ogni volta che si muore nel regno dei vivi, inoltre, si viene trasportati quasi immediatamente in Umbral. Quest’ultima funzionalità, se usata con logica, ci permette di avere una possibilità in più durante un combattimento ostico… ovviamente se siamo già all’interno del regno dei morti, la nostra dipartita sarà definitiva.

Combattimento… lento

Lords of the Fallen cerca di essere preciso nel sistema di combattimento, il quale, in questo tipo di giochi, deve essere ritmico. Nel complesso il gameplay è quello che ci si aspetta ricco di colpi di spada, parate e un lock-on che a volte viene colto da un momento di indecisione andando a bersagliare qualche altro nemico non sulla nostra traiettoria. Sulla falsa riga di Lies of P, anche qui torna il sistema di recupero alla Bloodborne. Bloccando i colpi in arrivo, un frammento della barra della salute “avvizzisce“, per ripristinarla è necessario attaccare i nemici.

Tornando a parlare del mero combattimento pad alla mano, abbiamo notato durante la nostra analisi, una pesante latenza tra la pressione del tasto e l’azione in gioco. Questo è di certo un punto sul quale gli sviluppatori devono focalizzarsi per evitare di perdersi per strada qualche giocatore che non ha la pazienza di “abituarsi“. Dopo qualche tempo, infatti, ci si fasa con il ritmo di gioco e questa latenza si sente meno.

La gravità è sicuramente il Boss indiscusso come in ogni SoulsLike che si rispetti. Spesso ci ritroviamo a combattere orde di nemici in spazi angusti, vicino a dirupi che di li a poco ci vedranno scivolare verso una morte certa. Un altro componente degno di nota, rimanendo a tema gravità, è il platforming. Ci sono intere zone dove dobbiamo muoverci su passerelle sospese in aria, saltando tra una e l’altra, provocando, almeno nel mio caso, imprecazioni di varia natura. Non è sicuramente un buon modo per ampliare il gameplay.

Tanti dettagli con l’Unreal Engine 5

A differenza dell’originale Lords of the Fallen, questo capitolo si basa sull’Unreal Engine 5 di Epic. Graficamente il gioco è davvero impressionante, il look scuro cattura pienamente lo spirito del classico genere Dark Fantasy. Il tutto è progettato con grande attenzione ai dettagli.

L’interfaccia utente è ridotta al minimo: nell’angolo in alto a sinistra dello schermo abbiamo le solite barre: vita, resistenza e magia/munizioni; nell’angolo in alto a destra, invece, è presente il Vigore raccolto e un possibile moltiplicatore di XP. In basso a sinistra ci sono oggetti utilizzabili e in basso a destra c’è la Lanterna Umbral e le armi a distanza. Non esiste una minimappa o qualcosa di simile e, nel complesso, l’interfaccia utente è molto ordinata e facile da capire anche nel vivo della battaglia.

Lords of the Fallen dettagli
Tantissimi dettagli

Sound design epico… ma non del tutto

Sempre tirando in ballo i lavori di FromSoftware (necessario), le colonne sonore e il sound design sono un altro aspetto importante, se non fondamentale, di questo tipo di giochi. La serie di Dark Souls (e non solo), infatti, ci ha estasiato con musiche e suoni epici durante Boss Fight ed esplorazione.

Le musiche possono essenzialmente rendere l’esperienza di gioco più o meno interessante (anche a seconda del gusto personale). Il sound design di Lords of the Fallen è fantastico e migliora non solo il fattore di immersione del gioco, ma anche il gameplay momento per momento. Il tema del menu principale di gioco è davvero epico, uno dei migliori di un qualsiasi gioco souls-like degli ultimi tempi. Anche la colonna sonora dei diversi biomi del gioco è ben realizzata, avvicinandosi a titoli come Dark Souls 3. Tuttavia, quando si tratta dei suoni delle armi, Lords of the Fallen fa qualche passo falso ma non così incisivo.

I suoni delle armi in questo titolo sono un po’ fuori luogo, soprattutto quelli di impatto. Manca il suono prominente per i contrattacchi o i colpi finali ma, cosa molto importante per un gioco che enfatizza le parate e i blocchi perfetti, capita di tanto in tanto, che questi suoni vengano proprio tagliati.

Siamo riusciti a liberare Axiom?

Lords of the Fallen cerca, come dicevamo in apertura, di prendere la sua strada in un mercato già saturo di SoulsLike con l’introduzione di una serie di elementi unici come ad esempio il cambio regno. Diverse caratteristiche che abbiamo vissuto all’interno del titolo hanno sì rafforzano il gioco, ma hanno di contro aggiunto difetti. L’impresa dei ragazzi di Hexworks è stata sicuramente ambiziosa, anche se sarebbe dovuta essere rifinita meglio, almeno per quanto riguarda il combattimento (punto fondamentale di un gioco di questo tipo).

Durante tutto l’arco della nostra prova, sono state rilasciate giornalmente – si avete capito bene – delle patch per sistemare bug e problemi di bilanciamento… questo è inaccettabile per un titolo di questo calibro nel 2023. In ogni caso è un titolo consigliato per tutti gli amanti del genere SoulsLike, i quali riusciranno sicuramente ad avere una buona sfida in un titolo che può, anzi potrà se ben supportato, dire la sua.

Cosa ne pensate di questo titolo? Fatecelo sapere come sempre qui sotto nello spazio commenti e continuate a seguirci su Nerdpool.it!

Lords of the Fallen è un degno concorrente dei giochi Souls di FromSoftware. Il livello di difficoltà è elevato e motiva a provare diverse tattiche per superare i boss o punti difficili. Il mondo oscuro e fantasy, con l'aiuto dell'Unreal Engine 5, è riccamente dettagliato. La meccanica del passaggio tra il regno dei morti e quello dei vivi spicca in modo particolare, nel bene e nel male, portando sicuramente una certa varietà nel gioco, sia per quanto riguarda l'esplorazione che i combattimenti. I fan del genere Soulslike si sentiranno a casa, anche se il titolo può sembrare intimidatorio almeno per quanto riguarda i nuovi arrivati.

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