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Martin Scorsese è oggi il regista più sensibile e aperto al (nuovo) cinema

La visibile emozione per l’Orso d’Oro, poi la stoccata: “Ad Hollywood non finanziano chi esprime idee”. Martin Scorsese, all’interno di un panorama dove – soprattutto qui in Italia – chiunque ha paura di sbilanciarsi, continua a lottare per la causa del cinema d’autore e delle espressioni artistiche indipendenti, ed è uno dei pochi, se non l’unico, a farlo con determinazione.

Invitato alla Berlinale per ricevere il premio alla carriera, si è dilungato, come suo solito, sulle pellicole uscite da poco in sala: dopo gli apprezzamenti ad Ari Aster, culminati con l’ammissione di aver tratto ispirazione dai suoi film per la costruzione di Killers of the Flower Moon, stavolta ha esteso il campo di indagine, dichiarando che Past lives e Perfect days sono i film che ha più amato di recente. Il regista ha voluto poi approfondire, definendo Celine Song una delle nuove voci che lo incuriosiscono maggiormente nel panorama mondiale.

Durante il resto della conferenza, Scorsese si è raccontato con la passione e l’ironia che lo contraddistinguono, ricordando con affetto il periodo in cui ha girato Re per una notte: “Dopo quel film non sapevo più nulla”, ha affermato. “Prima di Toro Scatenato avevo puntato tutto su Taxi Driver, New York, New York e L’ultimo valzer. Mi sono sentito libero di ripensare tutto, ho dovuto ricominciare tutto da capo. E mi accorgo che, per fortuna e con gratitudine, questo è successo molte volte nella mia vita”.

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