Usando un termine prettamente colloquiale potremmo dire che le quotazioni in borsa di Netflix vanno “bene, ma non benissimo”.
Le previsioni
I numeri non sono certo contro e il servizio di streaming non è certo prossimo alla bancarotta, assolutamente no.
Quest’anno la crescita prevista si aggirava attorno il milione e duecentomila nuove utenze in territorio statunitense e di cinque milioni nel resto del mondo.
Le cose non sono andate però come Reed Hastings e i suoi speravano. La deflessione delle iscrizioni al portale registra un -10% nel mondo e addirittura un -45% nelle mura domestiche di Netflix.
Il titolo in borsa segue di pari passo, a Wall street ha registrato a inizio settimana addirittura un -14% come picco minimo arrivando poi a chiudere con un più contenuto -5%.
Numeri importanti certo ma non fondamentali, come ogni compagnia che si rispetti anche Netflix è nei momenti bui che investe. La produzione di nuovi prodotti originali continuerà imperterrita e anzi cercherà di portare qualcosa di nuovo per recuperare il terreno perso.
Perché?
La concorrenza è spietata e il mercato, di quello che poteva sembrare un monopolio al limite della legalità, è diventato ricco di concorrenti.
Basti pensare ai vari servizi di streaming come: Infinity (Mediaset), Chili, l’on demand targato SKY, Hulu e tanti altri.
La vera bestia nero è però la creazione dell’uomo che sta per diventare il più ricco della storia moderna: Amazon Prime Video.
La piattaforma on demand del famoso sito di e-commerce è in fortissima espansione e offrendo il servizio a tutti i clienti “VIP” del proprio sito si riesce a interfacciare a molteplici categorie di clienti, non solo dunque i telemaniaci.
Un altro servizio che arriva a rompere le uova nel paniere a Netflix è sicuramente il lancio in terra americana di You Tube TV. Servizio a pagamento che, con un canone ben inferiore alla media dei servizi via cavo, permette la visione dei canali televisivi più amati in patria (CBS, FX, FOX, NBC ecc..).
AT&T e Time Warner piuttosto che Fox e Walt Disney sono alcuni dei matrimoni di società che si stanno impegnando nello sviluppo di soluzioni alternative ai già detti.
Ipso facto
In questa lotta al predominio dei servizi streaming a goderne potrebbe essere l’utente standard per il semplice fatto di essere corteggiati da tanti. Il rischio dell’estrema segmentazione delle produzioni non originali tra i vari servizi non va però tralasciato. A discapito di questo ognuna di queste compagnie continua a investire prepotentemente sulle produzioni caserecce.