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Rebel Moon – Parte Due: la recensione del nuovo capitolo del franchise firmato Zack Snyder

La Luna Ribelle di Zack Snyder continua a non splendere

Il tanto chiacchierato nuovo capitolo della carriera di Zack Snyder continua su Netflix. Rebel Moon- Parte Due: La Sfregiatrice è il sequel diretto di Figlia del Fuoco, primo capitolo del franchise creato interamente dal regista di 300 e Batman Vs Superman. In questo nuovo universo che mischia l’epica dei Sette Samurai alla fantascienza di Star Wars, un gruppo di ribelli decide di opporsi all’Impero.

Trama di Rebel Moon: Parte Due

L’avventura di Kora continua mentre i ribelli si preparano alla battaglia contro le forze armate del Mondo Madre. In questo capitolo si formano legami indissolubili, emergono eroi e nascono leggende. 

Dove eravamo rimasti

Avevamo lasciato l’universo di Rebel Moon con una prima parte molto confusionaria, che andava a mischiare diversi elementi narrativi senza trovare una vera e propria identità. Al netto dei difetti, però, la Figlia del Fuoco non ci era del tutto dispiaciuto (potete trovare la nostra recensione qui), tuttavia eravamo speranzosi di vedere una seconda parte capace di bilanciare il mappazzone mostrato, chiudendo in modo esaustivo le numerose trame presentate. Ecco, purtroppo non è andata così.

Zack, dove vuoi andare a parare? 

La Sfregiatrice ha gli stessi evidenti difetti del primo film se non di più, se lo si pensa come un film che doveva concludere la trama iniziata nell’altro capitolo. La prima metà è una riproposta di ciò che avevamo già visto; vengono approfondite le backstories di personaggi poco emozionanti – con cui difficilmente riuscirete ad empatizzare – e che, oltretutto, spezzano completamente il ritmo del film. La seconda metà, al contrario, la si può descrivere con una semplice parola: prevedibile.

Un’epica fin troppo confusionaria 

Avevamo notato tutti quanto il primo film fosse derivativo e citazionista – cosa non sempre negativa – e questo secondo capitolo non manca di esserlo, con richiami a film quali Il Signore degli Anelli o lo storico Impero Romano. Ora, a stonare completamente la pellicola, non è l’insieme di questi mondi uniti, bensì il cambio di stile dei protagonisti stessi, con poca coerenza e senza una motivazione valida.

Un paio di esempi? Ad inizio film scopriamo qualcosa in più sul passato di Tarak, nato su un pianeta in pieno stile Steampunk noir caratterizzato da un abbigliamento tipico del 1800. Ecco, sarebbe curioso scoprire come mai ha lasciato tailleur e cappello a cilindro per diventare una specie di Conan il Barbaro. O prendiamo ad esempio Titus, generale che per anni si è scontrato a petto nudo in un Colosseo spaziale per poi finire con una maglietta di lino e basco a tagliare il grano. Questo, ovviamente, non è il più grande problema di Rebel Moon ma è necessario per capire l’incoerenza e l’assurdità di una sceneggiatura poco uniforme. Zack, mi sa che qui la director’s cut non sanerà i danni…

Conclusioni

Al termine di questo secondo capitolo possiamo dirlo: non ci siamo proprio. Troppe trame vengono iniziate ma non vengono chiuse, troppi personaggi poco memorabili sono inseriti in una storia che non riesce mai a spiccare. Nonostante le critiche subite, sembra che Snyder si sia abituato all’idea di questa famigerata Snyder Cut per ogni suo progetto. Idea che, senza dubbio, rovina la sua arte ma soprattutto è una presa in giro nei confronti dello spettatore, obbligato a vedere numerose volte un film che sembra lontano dall’essere memorabile.

Negli anni ha dimostrato di essere un buon regista con uno stile ben definito. Tuttavia, dopo le ultime esperienze, sarebbe meglio fare un passo indietro per tornare con i pedi per terra e creare un vero prodotto capace di intrattenere.

Vi ricordiamo che Rebel Moon: Parte Due – La Sfregiatrice è disponibile su Netflix. Cosa ne pensate del franchise di Zack Snyder?

Rebel Moon - Parte Due presenta gli stessi difetti del primo capitolo. Troppe trame vengono iniziate ma non vengono chiuse e troppi personaggi poco memorabili sono inseriti in una storia che non riesce mai a spiccare.

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