Sono passati ormai tre anni dall’ultima incarnazione della serie motociclistica più ambiziosa di Milestone, l’IP originale del team milanese che mira ad essere il punto di riferimento per gli amanti delle moto a tutto tondo, un po’ come Gran Turismo lo è per le quattro ruote. Arriva quindi il momento di RIDE 5, ultima iterazione della “bibbia” del motociclismo, nonché il primo titolo del brand ad essere proposto solo in versione current-gen su console.
Sarà riuscita Milestone nell’intento di migliorare quanto già di buono aveva mostrato in precedenza con il quarto capitolo? Lo abbiamo testato per voi ed ecco le nostre considerazioni nella recensione, ovviamente e inderogabilmente made in NerdPool!
La moto come stile di vita
Sin dall’inizio appare chiaro come RIDE 5 trasudi passione per il mondo delle due ruote sotto tutti i punti di vista. L’introduzione, narrata da una voce fuori campo che ci accompagna durante il breve tutorial iniziale, evidenzia il coinvolgimento del team di sviluppo in un mondo che è fatto di tecnica ed emozione, un ossimoro mai così efficace come in questo caso. La moto vista come modo di vivere, come un bisogno irrinunciabile, la benzina che scorre nelle vene di ogni motociclista. E da qui inizia il nostro nuovo viaggio fatto sì di gare, e molte, ma non solo quelle in una modalità carriera rinnovata e finalmente al passo coi tempi.
Per quanto riguarda la mole di contenuti RIDE 5 può davvero dirsi un gioco titanico, il più completo titolo motociclistico in circolazione, con i suoi 44 tracciati (tra circuiti reali e piste create dal team milanese) e circa 270 moto disponibili, le quali verranno ulteriormente rimpinguate con i futuri DLC dedicati. Oltre 200 sono gli eventi che compongono la carriera, tra gare e prove speciali di varia natura, suddivisi in quattro capitoli che identificano altrettante fasi dell’avventura del nostro aspirante pilota.
Non mancano poi centinaia di possibili modifiche alla propria due ruote, tutti pezzi reali riprodotti con cura certosina, così come tute, caschi, guanti, stivali e quant’altro vada a comporre gli outfit del nostro alter-ego. Presente anche l’editor per le livree delle moto, per creare il proprio bolide personalizzato perfetto.
Dal manubrio al pad
La fisica di guida di RIDE 5, a differenza dei più simulativi e punitivi MotoGP ed SBK di Milestone, pur rimanendo molto raffinata punta ad essere un pelino più permissiva, venendo incontro anche ai neofiti oltre che agli appassionati puri. Non fraintendete, disabilitando gli aiuti neurali (ereditati dall’ultima incarnazione di MotoGP) padroneggiare le moto più estreme ed ottenere i migliori risultati sarà comunque una sfida, ma in linea di massima per mantenere l’atmosfera più “rilassata” che contraddistingue la serie il gioco tenderà a non punirvi troppo quando toccherete erba o cordoli, o nelle piccole sgomitate con gli avversari, trovando l’equilibrio di gioco tipico dei cosiddetti simcade.
Alcune migliorie sono state fatte per garantire l’evoluzione nella giusta direzione al titolo, ad esempio è stata rivista totalmente la fisica delle sospensioni e degli pneumatici, grazie all’esperienza fatta con gli ultimi già citati capitoli delle serie annuali legate alla MotoGP. Un’altra novità di rilievo è il meteo dinamico, legato all’introduzione delle nuvole volumetriche 3D, in grado di cambiare letteralmente l’andamento delle gare rendendole emozionanti ed imprevedibili, con effetti realmente impattanti sulla fisica di guida, molto più ostica in presenza di asfalto bagnato.
Pad alla mano le sensazioni che restituisce il gioco sono davvero appaganti, uscire nel modo giusto da un tornante o affrontare una chicane trovando le giuste traiettorie di entrata ed uscita da veramente soddisfazione. La versione da noi testata è quella PS5 e in un titolo simile il DualSense la fa da padrone: il feedback aptico è eccezionale nel trasmettere le sconnessioni del terreno e le perdite di aderenza degli pneumatici, ed i grilletti adattivi sono eccezionali nell’aiutare a capire il giusto dosaggio di acceleratore e freno. Piccola ma interessante parte nel pacchetto la fa anche lo speaker integrato nel pad, il quale riproduce i suoni delle collisioni contro eventuali muretti o moto avversarie, non essenziale ma molto carina come feature.
La tecnica delle emozioni
RIDE 5 come detto in precedenza è il primo titolo della serie, ed in generale il primo gioco di Milestone sviluppato solo per le piattaforme di attuale generazione, e la rinuncia alle console olg-gen ha contribuito all’evoluzione del comparto tecnico, anche se dobbiamo ammettere che ci saremmo aspettati qualcosa di più viste le premesse. Sia chiaro, l’Unreal Engine fa sempre la sua bella figura e il colpo d’occhio è sempre notevole, soprattutto in notturna e quando piove dove l’effettistica da il meglio di sé, ma la completa maturità tecnica non è ancora stata raggiunta.
Le moto sono sensazionali, curate in ogni minimo dettaglio e fedelissime alle loro controparti reali, compresa la resa dei differenti materiali, i tracciati sono anch’essi riprodotti in maniera molto convincente, ma qualcosa si poteva fare in più per gli elementi di contorno esterni al tracciato, comunque migliori rispetto al passato. Anche la resa complessiva nelle sessioni diurne con tempo sereno non è proprio al top, ma è comunque molto buona se non si va a cercare il pelo nell’uovo. Su PS5 il titolo gira in 4K dinamici e 60fps decisamente stabili, per non dire granitici.
Presente, a gran richiesta dei fan, la modalità multigiocatore in locale tramite split-screen, oltre all’immancabile modalità multiplayer online, con tanto di editor dedicato per gli eventi con cui creare le proprie gare personalizzate, intervenendo su praticamente qualsiasi aspetto della competizione, dal numero di giri alle limitazioni sull’uso degli aiuti, dal tipo di meteo alle categorie di moto ammesse e così via. Non mancano infine le modalità veloci per giocatore singolo, per poter disputare singole gare o time attack slegati dalla carriera principale.