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UN GIORNO TI DIRÒ TUTTO di Laura Buffoni: recensione

Un giorno ti dirò tutto è un libro autobiografico di Laura Buffoni, edito HarperCollins, in cui l’autrice ci racconta la sua adolescenza vissuta in un quartiere popolare di Roma.

TRAMA

All’età di 6 anni Laura si trasferisce con la famiglia nel quartiere popolare “Laurentino 38” di Roma, in quanto il papà afferma che “per venire su forti bisogna misurarsi con la vita vera“. Il quartiere era stato progettato per diventare il simbolo dell’edilizia popolare, un microcosmo all’interno di grandi torri e palazzoni collegati tra loro tramite ponti che avrebbero ospitato negozi e luoghi di aggregazione. Ben presto però diviene un luogo malfamato, in cui criminali, tossici, gang, ex galeotti convivono tutti assieme.

Laura è attratta dal branco e cerca di farne parte, mimetizzandosi tra i bulli, esasperando i suoi atteggiamenti e fingendosi di essere quella che non è . Viene quasi subito smascherata dal gruppo, che la addita come la “diversa”, per il suo modo di parlare o per la sua intelligenza. Laura dovrà pagare il conto di questa maschera, che porterà ad una aggressione e ad un processo, che segneranno per sempre la sua anima. 

Laura cresce, lascia il quartiere e inizia una vita del tutto normale, ma dentro di lei sente che vi è qualcosa di irrisolto. Durante la Pandemia i fantasmi riemergono ed è qui che Laura fa i conti con sé stessa e cerca di rimettere in ordine i pezzi della propria vita, ripercorrendone le tappe, sempre con la paura di essere smascherata dalla società.

“C’è una voce che parla ancora in questo grande teatro eroso del caos, continuerà a parlare anche se è goffa e stonata; parlerà finché ci sarà anche un sola persona ad ascoltarla, dopo la caduta, sopra il fallimento”

RECENSIONE

Il libro che Laura Buffoni ha scelto di scrivere è un lungo viaggio dentro la sua anima, un vero e proprio diario fatto di ricordi, aneddoti, curiosità e fatti storici. Il tutto accompagnato dal cosiddetto “Giudice Buffoni”, alias l’io di Laura, sempre pronto a scrutare, osservare e giudicare.

Lo stesso Giudice ha sempre accompagnato Laura fin da piccola in ogni singola cosa che ha fatto, portandola a credere che fosse lei quella sbagliata e non il branco. La colpa era sua per tutte le cose che le sono capitate, che fosse sempre lei quella inadeguata e colpevole.

La vera consapevolezza per Laura è avvenuta durante il Covid in cui il mondo si è fermato. Una lunga riflessione sull’amore, sul fallimento, sulle amicizie e sul quartiere l’ha portata a scrivere tutto su un foglio. Il risultato è questo libro, dove in qualche modo chiede scusa a sé stessa per non averci creduto abbastanza.

In Un giorno ti dirò tutto Laura Buffoni mette in scena la commedia della propria vita e lo fa con uno stile semplice ma curato. 

La narrazione non è lineare, specialmente la parte centrale è un vortice di pensieri e parole, in cui si può facilmente perdere il filo del discorso. Si capisce comunque che l’intenzione del libro è quella di raccontare come la vita in un quartiere possa determinare il destino di un individuo, in questo caso il suo.

Oggi il quartiere Laurentino 38 è cambiato: i ponti sono stati buttati giù ed è stato riqualificato. Attraverso le pagine di questo diario ricordiamo com’era un tempo e come alcune persone si sono perse al suo interno, senza mai più ritrovarsi.

L’auguro che Laura Buffoni fa a sé e a sua figlia è di “continuare sempre ad ascoltare. Continuare sempre a desiderare“.

Il libro potete trovarlo qui

L’AUTRICE

Laura Buffoni, classe 1978, è una scrittrice, critica, autrice di saggi e pubblicazioni sul cinema. Dottoressa di ricerca in Cinema e Arte, è stata consulente artistico e programmer per i festival di Bellaria, Pesaro e Roma. Dal 2005 collabora con la casa di produzione Fandango, dove si occupa di documentari, di sviluppo di film e progetti televisivi. È autrice del documentario “Ferrante Fever”, finalista ai Nastri d’argento 2017 come miglior documentario. 

Lo Zibaldone di Laura

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