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Vita Da Carlo 2, la recensione dei primi tre episodi

Vita Da Carlo torna sul piccolo schermo con una nuova stagione che lascia da parte le scorribande politiche della precedente per concentrarsi con maggiore enfasi sulle dinamiche familiari ed artistiche della quotidianità di Carlo Verdone. Accompagnato dalla presenza di tanti ospiti speciali – dai volti storici del suo cinema come Christian De Sica e Fabio Traversa, il Fabris di Compagni Di Scuola, a inaspettate aggiunte come quella del cantante Sangiovanni -, (il personaggio di) Carlo stavolta si trova alle prese con la realizzazione del proprio desideratissimo film d’autore.

La partenza di questa seconda stagione svela immediatamente le intenzioni degli autori di dare vita ad un racconto dalle basi più solide e, allo stesso tempo, sfruttando le radici poste con il primo capitolo, di affrontare il materiale narrativo permettendosi una grande libertà strutturale. Decisiva in tal senso è la scelta di virare in una direzione ancora più smaccatamente meta cinematografica, dove quasi tutti i personaggi interpretano se stessi e l’auto citazionismo diviene prorompente.

Dinamica e divertita, la sceneggiatura continua ad inveire sulla folle catena di eventi che caratterizzano la quotidianità di un uomo costretto a subire gli effetti di una popolarità trasversale e del conseguente, incontenibile affetto degli ammiratori, oltre che gli squilibri degli affetti che gli gravitano attorno, per lui difficili da gestire. All’interno del già consolidato calderone rocambolesco di incontri e (dis)avventure, vi è sempre il giusto spazio per la profondità esistenziale che nelle pause, nei silenzi e nelle battute (di arresto) più introspettive sembra sporcare la giostra di pura e irresistibile malinconia.

Insieme alla piacevole scorrevolezza di una serie formalmente leggera e graziosa, si ha l’impressione di assistere ad un Carlo Verdone in stato (attoriale e autoriale) di grazia: è come se lo spessore intimo acquisito nel suo periodo artistico più ispirato – per intenderci, il filone iniziato con Compagni Di Scuola, qui non a caso citato a effetto matrioska -, durante il quale il macchiettistico lasciava spazio alla sottrazione, trovasse oggi una nuova evoluzione, inedita e struggente, (non più) nascosta nelle espressioni “malincomiche” di una maschera di cera pronta a sciogliersi per rivelare la propria identità trasfigurata e (meta) filmica.

Carlo Verdone torna con la seconda stagione di un racconto autobiografico sempre più (in)calzante e coerente con la sua evoluzione autoriale, che rivela le fasi di trasformazione (meta) filmiche di una delle maschere più rappresentative della malincomicità italiana.

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