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Lost in Space 2: recensione della seconda stagione della serie sci-fi Netflix

Il 24 dicembre è uscita la nuova e seconda stagione di Lost in Space, serie sci-fi originale Netflix di cui daremo qui una recensione praticamente no spoiler.

Lost in space è uno show sci-fi, remake/reboot dell’omonima serie creata e prodotta da Irwin Allen ed andata in onda negli USA per la prima volta dal 1965 al 1968.
Questo titolo Netfix invece vede come sceneggiatori Matt Sazame e Burk Sharpless; Zack Estrin ne è showrunner.

La prima stagione era stata rilasciata il 13 aprile 2018. Nonostante la seconda, sempre composta da dieci episodi, sia stata annunciata il 14 maggio dello stesso anno, l’attesa è durata quasi due anni. Dove eravamo rimasti?

Cosa era successo in Lost in Space 1? Un breve recap

Durante la prima stagione di questa serie di fantascienza di Netflix dei coloni stavano migrando dalla Terra verso Alpha Centauri a bordo dell’astronave Resolute.
Un guasto però aveva fatto sì che buona parte delle persone salisse sulle Jupiter, una sorta di astronavi a corto raggio, ed atterrasse su un pianeta dal ciclo di vita breve.
Lì abbiamo potuto seguire in particolare le vicende della famiglia Robinson, abbiamo visto robot alieni e conosciuto la “finta” Dr. Smith.

Nella puntata finale della stagione avevamo visto proprio quest’ultima salvare John lanciando nuovamente il rampino. Nonostante ciò era stata ugualmente rinchiusa in una stanza da Molly, non più disposta a correre rischi dopo che in effetti per dieci episodi abbiamo visto la donna fare qualsiasi danno possibile alla famiglia Robinson (e non solo).
Verso la fine di Lost in Space 1×10 i guai sembravano finiti ed anche la Resolute era tornata a prenderli ma quell’uovo robot che era stato introdotto nella Jupiter si è letteralmente diramato in tutta l’astronave assumendone il controllo.
Pochi secondi dopo la comparsa di bagliori e l’inversione di rotta, si ritrovano completamente altrove.

Li avevamo dunque lasciati veramente soli, “persi nello spazio”. O meglio, soli come esseri umani forse perchè il piccolo Will riconosce i due globi luminosi attaccati come a formare un “otto”. “Dangerous, Will Robinson”, ripeteva il robot che, come primo disegno sul terreno, aveva fatto proprio quella forma.

E così, con questo cliffhanger, si era conclusa la prima stagione di questo remake/reboot Netflix.

Recensione della nuova stagione

Cercando di rimanere il più possibile no spoiler, ecco una mia personale analisi di Lost in Space 2.

La nuova, seconda stagione della serie sci-fi Netflix è composta nuovamente da dieci episodi. La prima metà scorre forse molto più velocemente (e coerentemente), alternando momenti all’interno delle astronavi a quelli più propriamente nello spazio, nuovi pianeti inclusi. La figura del “naufrago” è resa decisamente bene.

Nelle prime puntate vediamo anche introdotti nuovi personaggi che sembrano ingranare bene ed alcuni son decisamente funzionali alla trama.

Purtroppo in generale, come anche nella prima stagione, il problema sembrano sempre essere i cattivi di turno.
La questione June Harris, la finta Dr. Smith, viene forse sin troppo dilungata. La serie dà sicuramente il meglio quando si discosta dal farla tramare in pieno egoismo e pizzico di pazzia. Parker Posey è tra l’altro forse l’attrice con le migliori performance qui, sempre assieme a Molly Parker; meno incisiva rispetto a Lost in Space 1 invece la recitazione di Maxwell Jenkins, probabilmente anche per la crescita stessa del personaggio di Will.
Tornando in generale al “cattivo di turno”, in questa seconda stagione uno in particolare è ancor più ingiustificato della psicologa. Inoltre, a dire il vero, ci sono anche determinati “sacrifici” con ben poco senso, quasi inutili.

La questione robot in generale invece è tutta un’altra cosa. Alcune briciole su ciò che sarebbe potuto succedere, su questioni volutamente irrisolte, erano state lasciate durante Lost in Space 1. In questa seconda stagione vengono tutte riprese ed anzi, approfondite.
Personalmente comunque ho apprezzato una prima parte più concentrata, come già dicevo, sullo sviluppo e l’interazione degli altri personaggi, su pianeti e molto meno sulla questione robot.
Normale però anche la ripresa poi dell’argomento, forse gestita non sempre al meglio e che porta anche per molti episodi ad esser rinchiusi su astronavi, con meno tempo visivo dedicato a paesaggi “spaziali”.

In ogni caso, verso la fine, la stagione si riprende nuovamente. Con diversi colpi di scena, in particolare nella puntata finale, Lost in Space dà il meglio di sè aprendo, anzi, spalancando le porte ad una terza stagione.
Le possibilità di questa serie son davvero molte così come una sua eventuale longevità. Qui però siamo nelle mani di Netflix dato che, nonostante forse un discreto low budget per il cast, sicuramente per altro si tratta di una serie che necessita di un determinato lavoro, in particolare dal punto di vista grafico.

Se non dovessi considerare il finale forse il voto per Lost in Space 2 si sarebbe assestato più su un 6 e mezzo; invece mi sento ora di aumentare e dar fiducia a questa serie, a maggior ragione contando che, personalmente, ho quasi preferito questa nuova stagione. In particolare la prima metà dei dieci episodi, ci tengo a ribadirlo, scorre davvero velocemente e forse non è un caso che ci sia stata una sorta di suddivisione di trama. Alla fine sì, viene voglia di saperne di più e i continuare a vivere l’avventura.

Sperando dunque in un rinnovo, su cui sicuramente vi informeremo e sperando magari anche in un’attesa minore, consiglio di vedere Lost in Space perchè comunque, specie ad un appassionato del genere sci-fi la combo pianeti, spazio, astronavi, alieni robot, colpi di scena, famiglie, amicizie non può non colpire. E questa serie rappresenta appunto tutto questo. Certo, si tratta di un genere particolarmente in crescita da anni, dato anche lo sviluppo della computer grafica, ma una serie non esclude l’altra, giusto?
Forse sarò io a non aver troppe pretese ma, senza troppi paragoni, concentrandomi sulle vicende della famiglia Robinson e gradendo anche altre cose, son contenta di aver dato una chance a questa serie Netflix ed anche per questa seconda stagione.

Il cast

Del cast principale della prima stagione, che ritroviamo in Lost in Space 2, interpretato da Toby Stephens vediamo John Robinson; Molly Parker è l’astrofisica Maureen Robinson, Maxwell Jenkins il piccolo genio Will Robinson; Taylor Russell è il medico di soli diciotto anni Judy Robinson mentre Mina Sundwall la sorella Penny Robinson; infine Ignacio Serricchio interpreta Don West e Parker Posey ha il ruolo di June Harris, la finta Dr. Smith.

Nella seconda stagione troviamo anche sia nuovi personaggi, sia alcuni attori che già erano ricorrenti nella prima, come ad esempio Ajay Friese, il giovane Vijay Dhar, figlio di Victor ed interesse amoroso di Penny e Sibongile Mlambo nei panni di Angela Goddard.

Voi cosa ne pensate di Lost in Space 2? Concordate con la recensione di questa nuova stagione? Sperate che Netflix rinnovi la serie? Fatecelo sapere!
Continueremo ad aggiornarvi a riguardo.

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Lost in Space è una serie sci-fi godibile e con alcune buone prove attoriali; discreti anche gli effetti visivi. Paradossalmente questa seconda stagione risulta comunque, specie nella prima parte, più avvincente e nel contempo profonda. Nonostante clichè ed alcune cose troppo prolungate forse ed un problema evidente con il "cattivo di turno", il bilancio rimane più che positivo... e si attende (si spera) la terza stagione di questa serie Netflix , da comunque vedere per un appassionato del genere.Lost in Space 2: recensione della seconda stagione della serie sci-fi Netflix