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INTO THE NIGHT: recensione no spoiler della seconda stagione

La seconda stagione di Into the Night riprende il filo da dove l’avevamo lasciato, con alcuni spunti e “pugni nello stomaco” assolutamente di rilievo

La seconda stagione di Into the Night ricomincia laddove eravamo rimasti, con il gruppo di sopravvissuti del Volo 21 a dover fare i conti con una convivenza non facilissima con un gruppo di militari, di ambasciatori e di funzionari dell’ONU.

Quella che può sembrare l’inizio di una barzelletta, si rivelerà invece una seconda stagione non priva di difetti ma che saprà farsi assaporare dalla prima all’ultima puntata.

Nell’oscurità…dell’animo

Oltre alla continua ricerca del buio per scappare dalla luce solare, divenuta letale per motivi ancora ignoti, in questa seconda stagione vediamo il gruppo addentrarsi anche in un altro tipo di oscurità, ovvero quello dell’animo.

Senza, ovviamente, divulgare nessuna informazione sensibile, alcune scelte narrative ed alcuni dilemmi che verranno posti ai personaggi, ci permetteranno di indagare vari aspetti del comportamento umano in condizioni particolari.

Nell’oscurità…del passato

Così come nella prima stagione di Into the Night, anche nella seconda viene utilizzata la tecnica del flashback per approfondire la psiche e gli ultimi momenti pre-apocalisse dei vari protagonisti.

Anche se utilizzata in maniera più limitata, la scelta di concentrarsi sui protagonisti femminili risulta vincente, dando una visione tutto tondo e con ulteriori spunti interessanti.

Nell’oscurità…per una terza stagione?

Gli sviluppi narrativi sembrano indicare una terza stagione, che ovviamente vedrà la luce solamente se gli ascolti di Into the Night su Netflix di questa seconda stagione saranno soddisfacenti.

Quel che è certo è l’interesse che serie tv di provenienza non statunitense (in questo caso la provenienza è belga) sia sempre più in crescita, come il caso di Dark aveva già dimostrato.

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