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A Plague Tale: Requiem – la recensione!

Analizziamo insieme il lavoro svolto da Asobo Studio

A Plague Tale: Requiem è il secondo capitolo della saga sviluppata da Asobo Studio che percorre le vicende dei due fratelli Hugo e Amicia, protagonisti di questa drammatica e spettacolare avventura.

Facciamo un passo indietro

L’ultima volta che abbiamo visto Amicia e Hugo de Rune in A Plague Tale: Innocence, i due orfani senza casa stavano sfuggendo alle grinfie dell’Inquisizione, cercando disperatamente di trovare una cura per la Prima Macula maledetta nel sangue di Hugo.

Stavano anche lottando per la loro vita contro migliaia di topi assetati di sangue e desiderosi di divorarli. Questi due hanno vissuto più pericoli e traumi di quanti se ne possano immaginare in un migliaio di vite, ottenendo però alla fine un risultato più che meritato.

Infatti nella parte conclusiva del gioco i due fratelli, insieme alla ritrovata madre, partiranno verso una nuova terra in cerca di una cura per la malattia di Hugo.

A Plague Tale: Requiem recensione

A Plague Tale: Requiem

In Requiem, il duo è costretto a fuggire dalla propria patria e a viaggiare verso sud, cercando ancora di trovare un modo per controllare il potere soprannaturale di Hugo che gli permette di controllare i ratti.

I due cercano in particolare un’isola che è apparsa nei sogni di Hugo, nella speranza che contenga la chiave per salvarlo dalla sua afflizione. È un azzardo, ma è l’unica pista che hanno.

Gran parte delle attività sono le stesse del primo gioco, come muoversi furtivamente, eliminare i soldati con la fionda di Amicia, usare diverse combinazioni di alchimia e manipolare subdolamente l’orda di ratti per giocare a proprio favore. È tutto molto familiare, ma Requiem espande molte di queste caratteristiche, dando vita a un sequel più grande e più cupo.

Nelle prime battute sembra quasi stessimo giocando al primo capitolo nella versione next-gen, perchè alla fine squadra che vince non si cambia.

Certo, A Plague Tale: Requiem è un titolo molto più maturo del primo capitolo portando il videogiocatore a vivere e sentire le stesse emozioni che provano i protagonisti.

Un viaggio interiore

A Plague Tale è una saga che vanta una narrativa molto ben dettagliata, con particolari ben dettagliati che vengono poi spiegati alla perfezione per fare vivere al videogiocatore le sensazioni dell’epoca.

Al di là delle scene epiche in cui vedremo città sgretolarsi sotto la folle carica dei ratti, strisciare nei campi di battaglia o percorrere sentieri di campagna bellissimi, saremo quasi obbligati a farci qualche domanda per capire meglio le intenzioni dei due protagonisti.

A Plague Tale: Requiem recensione

Da una parte abbiamo Amicia che, dopo aver stretto un legame fortissimo e bellissimo con il proprio fratellino, si sentirà impotente nel non poterlo aiutare contro la sua malattia, complice una madre troppo protettiva, andando poi a scatenare vere e proprie catastrofi naturali.

Dall’altra abbiamo un bambino spaventato, che non vuole morire, non vuole perdere i suoi cari né tantomeno fare del male a qualcuno che non siano uomini cattivi alla loro ricerca.

Tutto gira intorno all’instabilità di Hugo, allontanato dalla sorella, che facendosi prendere dal panico e superando le soglie della malattia, porterà ad avvenimenti catastrofici che condizioneranno la trama della storia.

Fino ad un piccolo spiraglio di luce. Un isola, in cui si pensa ci sia la cura per la Prima Macula che sta mettendo in ginocchio il mondo.

Diversi modi di approccio

A differenza del primo capitolo, in A Plague Tale: Requiem non saremo obbligati necessariamente ad utilizzare solo lo stealth come nostra arma, m avremo appunto diversi modi di approccio.

L’importanza sta nel fatto che Amicia non morirà più con un singolo colpo, eliminando quella sensazione di stare giocando a nascondino per tutto il tempo.

Anche l’inserimento del contrattacco, del coltello e della balestra danno quella ventata di aria fresca ad un gameplay bellissimo, ma misero.

Certo, il gioco è composto interamente da sezioni stealth in cui non dovremo farci vedere dai nemici, ma la differenza totale è che adesso, se scoperti, potremo difenderci, scappare ed uccidere.

L’intero titolo ci porta poi a preferire un metodo di approccio più che un altro, dato che, oltre il regolare ramo dei potenziamenti per Amicia, verremo ricompensati con abilità uniche giocando in determinati modi.

A Plague Tale: Requiem recensione

Cautela, Lotta e Opportunismo

Se per esempio sceglieremo la via della furtività durante i vari capitoli, verremo ricompensati con abilità uniche nel ramo Cautela che ci permetteranno di muoverci più velocemente e senza fare rumore.

Stesso identico discorso per Lotta, che ci darà abilità uniche in battaglia e Opportunismo che ci ricompenserà con abilità legate al crafting per creare i nostri miscugli alchemici.

Quindi un nuovo albero delle abilità a cui fare affidamento che si adatta perfettamente al nostro stile di gioco.

Gameplay

Il gameplay di A Plague Tale: Requiem non è molto diverso dal primo capitolo. La ruota degli oggetti è stata rielaborata per permettere al giocatore di avere tutto a disposizione in breve secondi, per quanto riguarda l’alchimia e le armi.

Una nuova arma inserita nel gioco rende finalmente giustizia alla nostra voglia di eliminare più nemici possibili senza però dover ricorrere a stratagemmi, alchimia o persino i ratti.

Stiamo parlando della balestra, disponibile in una fase avanzata del gioco che permetterà di uccidere con un singolo colpo quasi ogni nemico.

Unica pecca di quest’ultima e la mancanza di proiettili da possedere nell’inventario. Ma non disperate, potenziandola tramite i banchi di lavoro avremo la possibilità di raccogliere i dardi con cui abbiamo trafitto i nostri nemici.

In sintesi, A Plague Tale: Requiem possiede lo stesso identico gameplay del primo capitolo, migliorato, con alcune novità che renderanno l’esperienza unica.

A Plague Tale: Requiem recensione

Comparto grafico e sonoro

Come abbiamo precedente detto, per quanto riguarda la grafica, sembrerebbe di star giocando al primo capitolo per versione next-gen. Molto fluido e quasi assente da cali di framerate, A Plague Tale: Requiem è una vera delizia per gli occhi, riesce a mescolare ambienti freddi e cupi come città abbandonate e quartieri epurati a distese di verde incontaminate e spiagge soleggiate.

La colonna sonora è un altro punto forte del titolo, perfetta in ogni singolo momento ed in grado di trasmettere paura, ansia, allegria e felicità nel giocatore, a seconda del momento della storia in cui si sta giocando.

Ma c’è un altro aspetto da non sottovalutare.

Gli attori fanno tutti un ottimo lavoro nei loro ruoli e le loro performance stellari assicurano che i momenti emotivi più duri del gioco arrivino come dovrebbero. L’interpretazione di Charlotte McBurney nel ruolo di Amicia è particolarmente impressionante, e c’è da immaginare che quest’anno sia nella rosa dei candidati per la migliore interpretazione ai The Game Awards.

Conclusione

A Plague Tale: Requiem è un titolo maturo, molto più del primo capitolo, che ci porta in un viaggio interiore alla ricerca di cosa sia la giustizia e cosa sia la vendetta, separate da un lembo sottilissimo di umanità. Le cose che accadono ad Hugo ed Amicia ci fanno rivivere i momenti più tenebrosi del Medioevo, rievocando però quel senso di umanità celato in ogni individuo, basti pensare poi ad Arnaud e Sophia.

Un titolo consigliato agli amanti del genere e non, soprattutto dopo aver giocato il primo capitolo, per vedere con occhio l’evoluzione di due fratelli così uniti da superare tutto, insieme.

A Plague Tale: Requiem è disponibile per Microsoft WindowsNintendo SwitchPlayStation 5 e Xbox Series X/S dal 18 ottobre 2022.

A Plague Tale: Requiem è un gioco fantastico che ci permette di vivere i periodi più tenebrosi del Medioevo, vivendo allo stesso tempo un viaggio interiore con Hugo e Amicia, alla scoperta della differenza tra giustizia e vendetta, tra omicidio e difesa personale. Consigliamo l'acquisto a tutti, a patto di recuperare il primo capitolo.

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