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Wo Long Fallen Dynasty: la nostra recensione

Abbiamo giocato con asciugamano e proverbiale rosario la nuova opera di Team Ninja: Wo Long Fallen Dynasty. Il titolo è disponibile dal 3 marzo su piattaforme Xbox (anche su Gamepass), PC e Playstation 5. Noi abbiamo messo le mani su quest’ultima versione e ora siamo pronti a dirvi la nostra. Buona lettura!

Il ritorno di Team Ninja

Dopo i due capitoli di Nioh ambientati nel Giappone feudale, lo studio di sviluppo ci porta nella Cina del II secolo d.C. con un’avventura ben caratterizzata e divertente. Wo Long Fallen Dynasty segue le vicende di un soldato anonimo che si ritrova invischiato nelle vicende politiche del paese, innescate dalla rivolta dei Turbanti Gialli. Già nei primi istanti di gioco veniamo a sapere che tale fazione ha dalla propria parte uno strumento particolare: l’Elisir. Tale sostanza permette a soldati e comandanti di evolversi in super guerrieri con forza sconfinata ed è nostro compito debellarli di volta in volta.

wo long fallen dynasty zhao yun

Il gioco ci butta fin dall’inizio nel vivo dell’azione con un filmato in prima persona e immediatamente abbiamo la possibilità di scegliere le fattezze del nostro alter ego. Un grande plauso va fatto all’editor del personaggio: le opzioni sono praticamente infinite e la completezza di tale sistema rende virtualmente impossibile avere il proprio avatar identico a quello di un altro giocatore. Piccola nota a margine: Team Ninja ha speso tempo per valorizzare l’identità di ogni giocatore facendo un uso abbondante e contestualizzato della schwa per rendere neutrale ogni pronome di riferimento al personaggio.

Dopo una breve fase di tutorial ci viene subito richiesto di affrontare quello che viene considerato da molti come uno dei boss più difficili da battere (se interessati abbiamo stilato una guida per rendere meno duro questo trauma). Senza andare troppo oltre nei dettagli della storia, sappiate che la trama rimane lineare per tutto il tempo di gioco, con colpi di scena piuttosto scontati e un ritmo disconnesso, forse dovuto dalla struttura stessa del gioco.

I campi di battaglia

Infatti, il gioco non propone una struttura open world ma nemmeno una sequenza platform. Possiamo definirle delle sessioni open area chiamate per l’appunto “Campi di battaglia”. Queste location variegate e di dimensioni ridotte hanno dei vantaggi legati a doppio filo alla bravura del team di sviluppo. Nel corso della storia ci si parerà davanti agli occhi un villaggio in fiamme, una gola o una foresta di bambù tutte variegate e uniche.

Il level design delle mappe è di pregevole fattura, divertente e sfidante come potrebbe piacere agli amanti del genere. Team Ninja ha confezionato un set di location con i fiocchi, ambientazioni colme di nemici tutti differenti. La minimappa all’angolo dello schermo, semplice e ben congegnata, aiuta ad orientarsi: una freccia rossa indica costantemente la posizione del boss di fine sezione, invece una dorata indicherà un eventuale nemico che possiede le vostre “anime”.

Sì, perché in Wo Long Fallen Dynasty la morte è, a parere nostro, più punitiva rispetto ai classici Soulslike. Invece di droppare la valuta di potenziamento alla sconfitta del nostro avatar, metà di essa (tale Forza Vitale, così chiamata) sarà posseduta dal nemico che vi ha sgominato e sarà vostro compito sconfiggerlo per riprenderla. In caso di un’ulteriore sconfitta, la valuta sarà perduta per sempre.

La Forza Vitale, una volta che ne avrete un numero sufficiente, potrà essere investita ai singoli punti di controllo per aumentare le cinque statistiche proprie del personaggio. Ognuna di esse ha un effetto diretto sulla vitalità o su altre capacità classiche dei giochi di ruolo come, per esempio, il carico massimo trasportabile.

Lo Spirito della lotta di Wo Long Fallen Dynasty

Oltre al normale livello del personaggio, che incrementa con l’incrementare delle statistiche sopra citate, Team Ninja ha implementato un innovativo sistema di potenza tra il protagonista e i suoi avversari chiamato Spirito. Tale indicatore varia da 0 a 25 e può aumentare o diminuire in base alla capacità del giocatore di deviare i colpi speciali degli avversari, caratterizzati da un segnale rosso. Quando si viene colpiti o uccisi, lo Spirito cala fino a un valore determinato dal numero di “falò” scoperti. Questo sistema dà una spinta importante verso l’esplorazione di ogni area, non obbligatoria ma utile alla sconfitta dei nemici con uno Spirito più alto.

wo long fallen dynasty blades

Per affrontare tali avversari, Wo Long Fallen Dynasty ci mette a disposizione un arsenale all’arma bianca molto vario. Inoltre, è possibile equipaggiare archi, balestre, pugnali, bombe e molto altro per diventare un vero killer. Ognuna delle armi ha diverse combo di attacchi leggeri e pesanti uniche per ogni categoria di lama. Spade, bastoni, asce e molto altro, ognuna di esse con caratteristiche “scalanti” tipiche dei giochi di ruolo.

Un comparto tecnico che non brilla nello Spirito

Uno dei difetti più lampanti di Wo Long Fallen Dynasty risiede senza alcun dubbio nel comparto tecnico. Al netto di una grafica appena accettabile, il gioco di Team Ninja pecca nelle prestazioni. Per esempio, nel pieno di alcune battaglie epiche non è difficile imbattersi in un drop del framerate capace di bloccare l’azione per alcuni istanti. E purtroppo è impossibile passarci sopra in un gioco di questo tipo, dove la prontezza di riflessi e la velocità sono più che importanti per portare a termine l’avventura.

Detto ciò, ci sono altre situazioni meno spiacevoli su cui è più facile chiudere un occhio (o tutti e due). Bug, localizzazioni mancanti e compenetrazioni sono all’ordine del giorno all’interno del gioco. Niente di troppo grave al confronto con quello detto nel paragrafo precedente ma da segnalare per dovere di cronaca.

Il mio guerriero, il tuo guerriero

wo long fallen dynasty multiplayer

Un piccolo accenno va fatto alla sezione multiplayer del gioco, non troppo dissimile da altre di esperienze simili. Nel corso dell’avventura di Wo Long Fallen Dynasty il giocatore può interfacciarsi con altri giocatori ogni volta che si ritrova a riposare ad un punto di controllo. In un menù apposito è possibile scegliere la modalità desiderata: Recluta e coop per chiamare a raccolta altri giocatori e farsi aiutare, Invasione per disturbare le partite nei mondi di altri guerrieri. Al netto di qualche impaccio tecnico anche in questi casi, l’esperienza multigiocatore è stata sviluppata bene e di certo aiuta a godere con più tranquillità e senso di camerata l’avventura.

In conclusione, Wo Long Fallen Dynasty brilla per alcuni spunti inediti per il genere. L’importanza data all’esplorazione permette di godere appieno dell’esperienza non solo ai completisti ma anche a chi spera di aver maggiori possibilità contro un boss ostico. Peccato per il comparto tecnico, vero tallone di Achille di questa produzione che inciampa insieme al frame rate nelle fasi più concitate. Team Ninja ha confezionato un prodotto che farà felici gli appassionati del genere ma che, grazie ad un comparto tecnico che incentiva la cooperazione, permette anche ai novizi di avvicinarsi al gioco. Promosso!

Grazie per la vostra attenzione! Speriamo che questa analisi completa di Wo Long Fallen Dynasty vi abbia soddisfatto. Vi ricordiamo di scrivere i vostri pareri nei commenti! Per ulteriori aggiornamenti su questo e su molti altri argomenti nerd, invece, vi rimandiamo al nostro sito Nerdpool.it!

Dopo il più che discreto successo dei due capitoli di Nioh, Team Ninja ci propone un nuovo gioco ambientato nell'epoca cinese dei tre regni. Al netto di alcune mancanze tecniche, il gioco offre un'esperienza sfidante e divertente che renderà felici gli appassionati del genere. Coreografie mozzafiato, un buon level design e un arsenale di tutto rispetto sono gli ingredienti vincenti per godere appieno di Wo Long Fallen Dynasty. Spicca sopra ogni cosa il sistema di Spirito, impossibile da non citare per l'effetto "spintarella" dato all'esplorazione nel corso del gioco.

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