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Altri dieci giorni tra il bene e il male: la recensione del nuovo film turco

A partire dal 18 agosto, Altri dieci giorni tra il bene e il male è disponibile su Netflix. Si tratta di un film noir e thriller turco, diretto da Uluç Bayraktar e tratto dall’omonimo romanzo di Mehmet Eroglu. Il libro fa parte di una trilogia molto apprezzata in Turchia, a cui sono ispirati i film distribuiti dalla piattaforma streaming. Il film è infatti il sequel di Dieci giorni tra il bene e il male, anch’esso disponibile su Netflix. Il titolo originale Netflix è stato realizzato dalla casa di produzione turca Ay Yapim. Al centro della storia vediamo un investigatore, il detective Sadik, impegnato nel caso di una persona scomparsa, ricerca che cambierà profondamente la sua vita. Njat Isler interpreta il ruolo protagonista, affiancato da Ilayda Alisan, Ilayda Akdogan e Esra Ronabar. Di seguito, trovate la sinossi ed il trailer del film.

Un avvocato diventato investigatore privato si occupa di un caso di persona scomparsa, che lo spinge in una ricerca inaspettata e che gli cambia la vita.

Ecco la recensione senza spoiler di Altri dieci giorni tra il bene e il male:

Una trama avvincente e complicata

Nel film vediamo il detective Sadik alla ricerca di un ragazzo scomparso, ma il mistero è molto più fitto di quanto possa sembrare. Il protagonista entra in contatto con la sua famiglia, in particolare con la sorella e con la madre che lo contatta disperata per le indagini. La trama si sviluppa in modo molto complesso e semina diversi indizi con coerenza. Con un ritmo sostenuto, Altri dieci giorni tra il bene e il male dà spazio a vari archi narrativi, mentre i misteri si sommano tra loro. Ciò crea sicuramente una storia avvincente, ma alla lunga difficile da controllare per gli spettatori. Il rischio è quello di fare confusione, aggiungendo troppi enigmi in un film di durata media, ovvero di 2 ore.

A parte questo, la capacità di generare suspence e mistero è senza dubbio il maggior punto di forza del film. Troviamo molte delle caratteristiche tipiche del giallo, che si articolano in modo armonioso in questo film turco. Il protagonista si barcamena tra inseguimenti, pedinamenti e il pericolo rappresentato dalle femme fatale. Alla fine, gli innumerevoli pezzi che compongono il puzzle si dispongono in modo armonioso assumendo un senso credibile quanto inaspettato. Non mancano i colpi di scena, purtroppo non sempre immediati da seguire a causa della complessità della trama.

Il ritorno di Sadik

Rispetto al primo film, in Altri dieci giorni tra il bene e il male il protagonista appare cambiata e segnato dal dolore che ha dovuto affrontare. Sadik ha perso la sua giovane moglie e ha ormai completamente rinunciato a fare l’avvocato, per dedicarsi anima e corpo nelle sue indagini. Infatti, per lui non si tratta semplicemente di lavoro: il caso lo coinvolge su un piano molto più personale ed emotivo. Nonostante ciò, fatichiamo ad empatizzare con lui. Sadik è un protagonista credibile e sviluppato bene, con il suo fare arrogante e impavido. Non si tratta di un eroe, nel corso del film si chiarisce l’intenzione di non volere dividere il mondo in buoni e cattivi. Anche se Sadik si propone come un personaggio decisamente umano, però, si fatica a provare simpatia per lui.

Forse ciò è dovuto alla sua personalità poco limpida, quindi imprevedibile. Non sfuggono all’attenzione, inoltre, alcune sue battute un po’ maschiliste, almeno in apparenza. Nello sviluppo di Altri dieci giorni tra il bene e il male, il detective entra a conoscenza di un giro di prostituzione. L’argomento non viene trattato con molta delicatezza, forse per mantenere i toni bruschi e realistici del thriller, ma così si rischia di creare fraintendimenti, soprattutto quando Sadik conosce meglio una ex prostituta. Senza aggiungere troppo per evitare spoiler, vediamo anche l’investigatore intraprendere una relazione con una ragazza molto più giovane di lui, minorenne. Indipendentemente dalle considerazioni morali, a cui il film non si interessa per concentrarsi su una storia d’impatto e di avventura, questo arco narrativo viene gestito al meglio, con troppa ambiguità.

Il bene e il male

Il thriller rifiuta le categorie spesso abusate del bene e del male, avvalendosi di un linguaggio narrativo a tutti gli effetti moderno. Esiste una zona grigia e sicuramente i protagonisti di Altri dieci giorni tra il bene e il male ne fanno parte. Un protagonista che non vuole essere eroe si presenta in parte come una novità, soprattutto per il grande pubblico abituato ai thriller americani, come The Gray Man o Seven, in cui generalmente i confini sono molto più netti. Il film testimonia il grande sviluppo che il cinema turco sta compiendo negli ultimi anni, proponendo storie adatte a un pubblico a tutti gli effetti internazionale. Uluç Bayraktar opta per delle inquadrature e un montaggio molto essenziali, che mettono in risalto la storia. Infine, realizza un film più maturo rispetto al precedente Dieci giorni tra il bene e il male, come ricoperto da una patina di nostalgia che si adatta agli eventi della storia.

Altri dieci giorni tra il bene e il male è ora disponibile su Netflix.

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Altri dieci giorni tra il bene e il male si muove in una zona grigia, rifiutando semplificazioni come buoni e cattivi, tra mistero e suspence. Il thriller propone una trama avvincente e complessa, che rischia di sfociare nella confusione. Con come protagonista il detective Sadik, un personaggio umano ma sfuggente, il film si concentra su una storia d'impatto e senza filtri. Se la decisone di rifiutare categorie morali dà una svolta moderna, d'altra parte il rischio è quello di creare pericolosi malintesi.

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