back to top

Catwoman: Città solitaria – Recensione

La collana DC Black Label permette ad autori e autrici di sbizzarrirsi nel raccontare storie sui personaggi della DC Comics che esulano dalla continuity. L’ultimo volume pubblicato da Panini Comics raccoglie una miniserie scritta, disegnata e colorata da Cliff Chiang, nella quale l’autore reinventa e omaggia molti personaggi legati al mondo di Batman.

Catwoman: Città Solitaria è ambientata in una Gotham del futuro che ha visto sparire a poco a poco tutti i vigilanti e i criminali mascherati. Dieci anni prima, durante la Notte dei Folli, Batman, Joker, Nightwing e il Commissario Gordon hanno perso la vita, mentre Selina Kyle (Catwoman) è finita in prigione. Terminato il suo periodo di reclusione, una Selina non più giovanissima si ritrova in una città che non riconosce più e non vorrebbe più indossare la sua maschera. Tuttavia, prima di morire, Bruce ha pronunciato la parola Orfeo e Catwoman non si darà pace finché non avrà scoperto le intenzioni del suo vecchio amore e partner finendo per coinvolgere diversi amici e alleati storici.       

The Catwoman Returns

Prima di tutto, Catwoman: Città Solitaria è la storia di una Selina Kyle non più così giovane e che sente nel corpo e nello spirito tutto quello che ha passato nel corso della vita. All’inizio non sappiamo bene cosa sia accaduto in quella fatidica notte quando Bruce e altri eroi hanno perso la vita, ma da quel momento Selina è cambiata per sempre e lo stesso può dirsi per la sua città.

La Gotham del presente è in mano al sindaco Harvey Dent, che non sembra più risentire dell’influenza della sua folle metà, mentre gli altri eroi e villain sopravvissuti hanno dovuto reinventarsi. Uscita di prigione, Selina cerca di ritrovare i suoi spazi e alcuni volti amici ma tutti le si avvicinano con circospezione, tra chi la considera complice degli assassini della Notte dei Folli e chi la considera ormai vecchia e fragile.

In effetti, Cliff Chiang ci presenta una Selina del tutto umana che si rende conto delle sue debolezze, di tutti gli acciacchi che sente e che la mettono a dura prova nel compiere quelle acrobazie che una volta erano il suo marchio di fabbrica. Una donna che inizialmente sembra sfiduciata ma che decide di tenere duro e non arrendersi prima di aver compiuto la sua missione.

L’unico modo per capire cosa possa significare la parola pronunciata da Bruce prima di morire consiste infatti nell’entrare nella Batcaverna e indagare. Per farlo Selina si circonda quindi di alleati inaspettati che i lettori ben conoscono ma qui presentati in una veste inedita.  

Senza svelarvi troppo, tra questi ci sono anche Barbara Gordon e un fantastico Killer Croc. L’ex Batgirl ha visto morire suo padre e ha abbandonato per sempre la carriera da supereroina, buttandosi in politica. Di lì a poco si prospettano, infatti, delle elezioni infuocate tra la sua fazione e quella del sindaco Harvey Dent. Dal canto suo, Croc ha ormai perso del tutto la grinta e la ferocia di un tempo e passa le sue giornate a lavorare come buttafuori e a bere in un bar.

La Catwoman di Città Solitaria è a tutti gli effetti un’eroina, che non ha paura di sporcarsi le mani e di utilizzare metodi anche in parte discutibili, ma che sta dalla parte del bene. Vorrebbe chiudere tutte le questioni irrisolte con il passato e ritirarsi per sempre dalle scene, ma forse non è ancora arrivato quel momento.

Dopo una prima parte più intima e riflessiva, che presenta in maniera perfetta la nuova Selina, la storia diventa sempre più ricca di azione e molto divertente, mentre assistiamo allo svolgersi della missione e all’ingresso in scena di diversi personaggi inaspettati. Allo stesso tempo lo scontro tra Harvey e Barbara permette a Cliff Chiang di toccare anche la tematica politica, facendo confrontare due ideologie opposte nel pensiero e nei mezzi utilizzati.

Senza voler scomodare grandi capolavori fumettistici, questo aspetto politico e l’età avanzata di Selina potrebbero ricordare per certi versi The Dark Knight Returns di Frank Miller, ma Catwoman: Città Solitaria se ne discosta quasi del tutto per il tono della narrazione. L’elemento comico e divertente si mescola perfettamente con il lato più “serio” di questa storia, grazie anche ai disegni molto pop di Chiang. Inoltre, la colorazione delle tavole segue molto il ritmo della vicenda, alternando tavole dominate da colori caldi nei momenti più divertenti che si fanno invece fredde in scene drammatiche.

Consigliato?

Cliff Chiang è riuscito a realizzare una storia perfettamente in bilico tra il serio e il divertente. La protagonista è una Catwoman mai così umana e fragile, ma che mantiene la sua indole da guerriera. Il cast di comprimari è eccezionale ed è divertente vedere i personaggi che conosciamo in ruoli inediti, alle prese con una missione con tanti risvolti inaspettati. Inoltre, se come me amate lo stile di disegno di Chiang questo volume sarà una vera gioia per gli occhi. Il prezzo è altino ma se siete fan dell’autore o di Catwoman non potete perdervi questa storia.

(PS: molto carica la sovraccoperta del volume che si apre come un poster e presenta diversi schizzi dei personaggi)

Una storia perfettamente in bilico tra avventura e dramma, tra il serio e il divertente. La protagonista è una Catwoman mai così umana e fragile, con la quale è facile empatizzare e che vedremo all'opera in una missione impossibile al fianco di un'originale squadra di eroi e criminali. Il tutto in una Gotham di un futuro alternativo che riserva tantissime sorprese inaspettate.

CORRELATI

Una storia perfettamente in bilico tra avventura e dramma, tra il serio e il divertente. La protagonista è una Catwoman mai così umana e fragile, con la quale è facile empatizzare e che vedremo all'opera in una missione impossibile al fianco di un'originale squadra di eroi e criminali. Il tutto in una Gotham di un futuro alternativo che riserva tantissime sorprese inaspettate.Catwoman: Città solitaria - Recensione