Enigma Rol, il docu-film dedicato all’affascinante e controversa figura di Gustavo Rol, ha esordito alla Festa del Cinema di Roma e in seguito si è rivelato un successo al botteghino. In occasione dell’uscita come evento di tre giorni a inizio novembre, il lavoro è infatti stato accolto con affetto e curiosità dal pubblico, tanto da far aumentare la sua permanenza al cinema e persino i luoghi di proiezione. Tuttora è possibile visionarlo in gran parte delle regioni italiane e resterà in sala almeno fino a dicembre, poi verrà trasmesso sulla Rai e reso disponibile su RaiPlay.
Dopo l’intervista alla regista Anselma Dell’Olio, ho avuto la gioia di conversare con la scrittrice Paola Giovetti, che ha conosciuto Rol di persona e assistito ai suoi prodigi. Paola è una grande esperta di ciò che attiene al mondo del paranormale e alla spiritualità: ha scritto più di sessanta libri su questi temi, studiando e in molti casi incontrando alcuni dei più importanti iniziati del nostro tempo.
Nello specifico, l’incontro con Rol avvenne quando lei era agli inizi della propria ricerca, e tuttavia possedeva già una rubrica sulla Domenica del Corriere nella quale affrontava gli argomenti di cui sopra.
Incontri ravvicinati di un certo tipo
L’avvicinamento, mi racconta Paola, si realizzò tramite un’amicizia in comune, il celebre giornalista Remo Lugli, il quale spesso prendeva parte alle serate di esperimenti che Rol era solito condurre in ambito casalingo. Una sera, Lugli invitò anche lei, e poiché per volere dello stesso Rol l’atmosfera doveva essere intima e familiare, quest’ultimo fu informato della presenza di Paola e messo nella condizione di scegliere se farla partecipare o meno.
Lui sorridendo la prese per mano, le fece fare un giro su se stessa e poi la scrutò con il suo sguardo piacevolmente abissale, quasi come a studiarne l’essenza: gli bastarono pochi istanti per acconsentire e invitarla nel gruppo di esperimenti.
Paola ricorda Rol come un uomo distinto, aitante, colto, spiritoso e anche auto ironico, affettuoso e sempre disponibile. Da quella sera, fu invitata altre volte a partecipare e assistette a diversi prodigi del misterioso uomo torinese tra cui quello, comune a molte testimonianze, della “pittura a distanza”.
Istinto premonitore
L’incontro più singolare tra i due avvenne però in concomitanza con il famoso episodio della diffamazione ad opera di Piero Angela, che in un suo libro dalla postura scientista decise di screditare le capacità di Rol nonostante avesse avuto modo di osservarle. Lui era talmente deluso che si rivolse a Paola chiedendo di essere in qualche modo vendicato, ma quando effettivamente si incontrarono finirono per discutere di tutto tranne che di Angela.
Prima di salutarla, Gustavo le firmò una foto scrivendo una dedica piuttosto generosa, nella quale la insigniva della propria immensa gratitudine. Paola rimase quasi interdetta, sorpresa di fronte alla sua apparentemente ingiustificata riconoscenza, eppure considerando i recenti sviluppi sembra che Rol avesse previsto – non appare così assurdo, poiché sappiamo da svariate testimonianze egli era incline alla veggenza – ciò che Paola avrebbe fatto per rendere giustizia alla sua persona.
La naturalezza dei segni
Paola, inizialmente, insegnava a scuola e coltivava l’interesse verso il paranormale come una semplice passione, poi ad un certo punto scelse di dedicarvisi completamente. Da quel momento, si è trovata molto naturalmente nelle condizioni ideali per occuparsi dell’ambito che sentiva proprio, tanto da poter lasciare la scuola e immergersi in questo nuovo viaggio. Grazie alla conoscenza di diverse lingue, in particolare il tedesco – dalla Germania arrivava tanto materiale -, ha potuto muoversi ovunque e incontrare personalità di spicco. “Mi sono divertita e mi diverto tanto, non sento la fatica del lavoro”. I medium, i sensitivi e in generale le persone che accettano di interfacciarsi con lei sono colpiti dalla sua comprensione e dalla sua apertura, riescono perciò a raccontarsi senza troppi filtri. Anche Rol, evidentemente, fu conquistato da questa preziosa caratteristica.
La figura di Gustavo è tornata a far parte intensamente della sua vita quando Anselma Dell’Olio l’ha convocata come testimone per il documentario su Federico Fellini: Paola aveva collaborato con il regista in quanto consulente sull’universo della medianità per un film che poi non ha potuto realizzare. Di lui conserva un ricordo delizioso, al pari di Rol era un uomo galante e corretto. Un giorno, durante un pranzo di lavoro con Federico e la moglie Giulietta Masina, Paola azzardò la simpatica richiesta di comparire in un film. “Hai una faccia fotogenica, ti farei fare qualcosina in più di una comparsa”, rispose Fellini con piglio affettuoso. La definì “una vera donna”, nel senso che la percepiva come una donna colta e speciale ma estremamente umile, non una diva.
Il compimento di una (amorevole) vendetta
La mattina successiva ad una proiezione di Fellini Degli Spiriti, dove Paola è stata inserita nel capitolo sull’amicizia dell’autore romagnolo con Gustavo – tra i due vi era un’intesa speciale e profonda e Federico ha ammesso pubblicamente che la sua vita si dividesse in un prima e un dopo Rol -, lei e Anselma hanno fatto colazione nello stesso albergo e Paola, ammirata dalla capacità della regista, le ha suggerito di realizzare un documentario che trattasse esclusivamente della storia e della figura di Rol.
Cominciarono quindi a lavorare insieme sulla documentazione, Paola per il libro che poi ha pubblicato – acquistabile online e in libreria – e Anselma per il film: nel mese di settembre sono andate a Torino per assistere alle messe in suo onore e ne hanno approfittato per incontrare molti dei suoi amici e conoscenti, poi hanno avuto accesso esclusivo a degli archivi contenti materiale inedito e privato di Rol – diari, lettere e documenti vari -, grazie soprattutto alla straordinaria collaborazione della direttrice dell’archivio, la dottoressa Vaima.
Il dolore della consapevolezza e la gioia dell’accettazione
Dai documenti in archivio risulta che Rol, in seguito al proprio risveglio spirituale, abbia trovato difficoltà nell’accettarsi e nel sopportare il peso e la complessità delle doti che aveva acquisito. Negli anni prima della guerra, Rol si studiava e faceva esperimenti, ma aveva delle crisi di sfiducia in se stesso. Non sapeva come utilizzare le sue doti, come organizzare la sua vita. Gli eventi della guerra e il bene che poté fare – conduceva numerosi esperimenti con i tedeschi per convincerli a risparmiare i partigiani -, gli diedero fiducia e consapevolezza.
Scelse come voleva vivere – come “uomo tra gli uomini” – cioè in modo molto discreto ma dando modo alle sue doti di manifestarsi: niente pubblicità, congressi o apparizioni mediatiche, ma serate con gli amici e tanta disponibilità ad aiutare il suo prossimo. Moltissime delle lettere trovate in archivio sono di ringraziamenti per il conforto, umano e spirituale, da lui ricevuto.
Risalire all’origine (della solitudine)
Gustavo non ha però mai smesso di domandarsi da dove provenissero quelle possibilità e per quale motivo fossero state assegnate proprio a lui, non a caso tra il materiale d’archivio spiccano alcuni studi – raccolti in una serie di pagine scritte a macchina – sui grandi iniziati del passato: si alternano informazioni su Madame Blavatsky, Rudolf Steiner, Georges Ivanovič Gurdjieff – che sembra aver conosciuto – e tanti altri. Evidentemente, attraverso le ricerche sulle loro gesta voleva capire chi fosse e il significato della propria vocazione, anche per sentirsi meno solo.
La fortissima propensione verso l’ironia e il gioco, dunque, oltre a far parte indubbiamente della sua personalità, deve essersi acuita in risposta alla pesantezza e al senso di responsabilità che si trascinava dentro. Per lui era importante porre l’attenzione su ciò che si celava dietro i suoi prodigi invece che sul sensazionalismo degli stessi, e sul fatto che tutti gli esseri umani possano in maniera naturale mettersi in contatto con un mondo, quello dello spirito, di cui in fondo fa parte ognuno di noi.
Scienza e magia
Arrivati a questo punto, mi viene – appunto – naturale chiedere a Paola, che in questo campo è decisamente esperta, quanto determinate manifestazioni siano all’ordine del giorno nell’esistenza delle persone e quanto vengano invece insabbiate, sia inconsciamente che non, a causa dell’atteggiamento scientista che da tempo impera all’interno della società occidentale. Lei mi confessa che in effetti, mentre in passato queste faccende erano trattate come appartenenti alla normalità – l’apertura verso il mistero è parte integrante della vita -, da un certo punto in poi lo scetticismo ha preso il sopravvento.
Tuttavia, dalle consistenti inchieste che ha condotto tra il pubblico per vedere chi è protagonista di fenomeni paranormali, risulta che una larga parte della popolazione ne sia ampiamente coinvolta. Una delle indagini più interessanti in cui si è imbattuta è quella di Carl Gustav Jung: la sua collaboratrice Aniela Jaffe ha mostrato a Paola un lavoro – poi tradotto da Paola stessa per Edizioni Mediterranee, intitolato Sogni, profezie e apparizioni – nel quale ha trascritto una serie di studi ad opera di Jung che ruotavano esattamente intorno a questo argomento, dove sono raccolte più di mille e cinquecento testimonianze. Insomma, gli esseri umani vivono da sempre questi fenomeni, ma la scienza ha sviluppato una certa ritrosia nel considerarli.
Ringrazio Paola Giovetti per la sua gentilezza e disponibilità, e per averci regalato parte della sua magia come donna e come instancabile ricercatrice. Molti dei documenti in archivio su Gustavo Rol devono essere ancora catalogati e dunque ci sarà ulteriore modo di approfondire la vicenda e di sentire la voce di Paola a riguardo, ma vi consiglio anche di leggere i suoi studi sul paranormale e sui preziosi argomenti che abbiamo accennato in questa piacevole conversazione.
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