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Ferrari: La recensione

Serviva una marcia in più!

Grazie agli amici di 01 Distributions abbiamo avuto modo di vedere in anteprima Ferrari, diretto da Michael Mann e con protagonisti Adam Driver nei panni di Enzo Ferrari e  Penélope Cruz che interpreta la moglie Laura, mentre Shailene Woodley l’amante Lina Lardi. Ecco dunque le nostre impressioni senza spoilers!

Le nostre impressioni

Più che in altri film ci troviamo profondamente divisi e combattuti nel giudizio al film. Infatti vi sono alcuni aspetti che ci hanno sicuramente convinto, mentre altri ci hanno lasciato un po’ più freddi e/o delusi. Dunque abbiamo deciso di alterare la consueta struttura della recensione dividendola in due parti, una in cui vi raccontiamo cosa funziona e cosa ci ha convinto, e una in cui vi raccontiamo tutto il resto. Insomma cercheremo di dividere luci ed ombre, per quanto possibile, tirando le somme nella conclusione.

Cosa ci ha convinto

Sicuramente il film ha come pregio quello di concentrarsi su un arco temporale ristretto della vita di Ferrari, non cercando di concentrare in due ore di film novant’anni di vita del protagonista. Diversamente, raccontando un momento cruciale della vita di Ferrari se ne prova a estrapolare l’essenza. Su quanto vi si riesca ne parleremo più avanti, ma la scelta rimane comunque azzeccata. Infatti altri biopic nel tentativo di raccontare troppo in poco tempo, hanno finito con il realizzare un insipido minestrone di informazioni sconclusionate.

Tecnicamente il film gode di un’ottima regia, attraverso un uso perfetto della cinepresa. La mano di Michael Mann si vede grazie alla grande fluidità dei movimenti di macchina e all’uso dei campi larghi. Le scene di corsa sono molto adrenaliniche anche grazie a delle riprese dal vero accompagnate da un ottimo comparto musicale. Insomma la ricostruzione della storica gara delle mille miglia è davvero pazzesca.

In generale si nota una certa cura per i costumi e per le scenografie, in un racconto dell’Italia che almeno visivamente non risulta eccessivamente stereotipato. La pietra di paragone è House of Gucci che, oltre ad avere anche esso Adam Driver come protagonista, era sempre ambientato in Italia seppur in anni diversi. Bene il paragone non regge, con Ferrari che risulta molto più curato e credibile.

La sceneggiatura risulta molto buona, grazie ad un racconto assai intimo che si concentra sul protagonista. Il film scava nelle vicende personali di Enzo Ferrari che vive momento più oscuro e difficile della sua vita, prima del grande balzo che porterà la sua scuderia sul tetto del mondo. Nel farlo non si ricorre mai ad un racconto sopra le righe, caricato di dettagli scabrosi e di licenze registiche, ma si lavora molto sul vero, essendo la vita di Enzo Ferrari già sufficientemente condita di avvenimenti.

Cosa non ci ha convinto

Partiamo con il dire che noi abbiamo visto Ferrari in lingua originale sottotitolato. Solitamente ciò è un valore aggiunto, mentre questa volta si è rivelata una vera tortura. Gli attori recitano in inglese ma essendo ambientato in Italia, infilano spesso nei dialoghi delle parole in italiano. Ciò è tremendamente cacofonico. Sentire frasi come “Good moring commendatore” è terrificante. Si poteva far recitare gli attori totalmente in inglese e eventualmente farli doppiare se si voleva dare un’autenticità al racconto.

Un altro problema è legato al cast. Adam Driver infatti ha la stessa espressione per tutto il film. Ovviamente si vuole far intendere che dopo quanto accadutogli in vita, Enzo è ormai algido, insensibile al dolore e alle nefandezze che gli accadono intorno. Ma la cosa viene spinta a tal punto da non risultare credibile. Enzo Ferrari sembra più un robot che un essere umano in grado di provare empatia. Al contrario Penélope Cruz risulta troppo carica in certe interpretazioni, fino a spingersi oltre.

In generale la pellicola è molto lenta nel partire, e ci si mette un po’ ad entrare nelle dinamiche collocando le pedine sulla scacchiera. La situazione personale di Enzo Ferrari risulta chiara solo e metà film, almeno che non la si conosca prima di recarsi in sala.

L’apprezzabile narrazione molto intima delle vicende personali e familiari del protagonista, va tuttavia a discapito di altri elementi. Infatti non viene abbastanza sottolineata la genialità del personaggio, presentandolo più che altro come un uomo sotto assedio, sia in casa che fuori. Insomma, non emerge tutto il carisma di un personaggio, come il Drake, che ha davvero fatto storia. Inoltre la storica competizione con il patron di Maserati è trattata in modo assai superficiale.

Conclusioni

Un film godibile, ben curato ma sicuramente con evidenti difetti e limiti. Il più grande è sicuramente l’interpretazione del protagonista, in cui risulta assai difficile immedesimarsi in quanto totalmente innaturale. Il cinema è anche catarsi, ma affinché questa possa avvenire serve la mimesi, che però con un simile protagonista risulta pressoché impossibile.

Ferrari è sicuramente una pellicola ben scritta, ma che ha il grande difetto di mancare di momenti di pathos. Il film risulta quindi drammaticamente piatto. Peccato, forse a questo film sarebbe servita una marcia in più.

A voi per rimanere al passo non vi resta invece che continuare a seguirci su Nerdpool!

Un film dalle molte luci ma anche dalle molte ombre. Ferrari è un film dal grande potenziale ma che viene castrato da delle scelte non proprio felici che ne limitano il potenziale filmico.

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