Durante Lucca Comics & Games 2023 abbiamo avuto l’opportunità di fare qualche domanda a Paolo Ferrara, Nicolò Pendinelli e Nikita Martinelli, rispettivamente autore, disegnatore e colorista di Chimere, il loro fumetto uscito in digitale e in cartaceo per Jundo. Buona lettura!
Ciao Paolo, Nicolò e Nikita e benvenuti su NerdPool. Chimere è un progetto corale, com’è iniziata la vostra collaborazione?
P: La collaborazione è nata attraverso Jundo. Io ho proposto la mia storia e loro mi hanno messo in contatto con Niccolò e, solo successivamente, con Nikita. Il fumetto era partito in bianco e nero, poi con la casa editrice si è pensato commercialmente di dargli una possibilità in più con il colore e sono stati nuovamente loro a contattare Nikita. Ci siamo sentiti per quasi due anni telematicamente e ci siamo incontrati per la prima volta proprio a Lucca.
Nik: È stato proprio grazie a Lucca Comics che mi hanno trovata come colorista.
Nic: In realtà è stato un po’ strano lavorare a distanza senza aver mai parlato dal vivo…era come lavorare con dei robot.
Nik: Sì, vero.
P: La cosa divertente è stata che conoscendoci ci siamo resi conto che alcune cose probabilmente le avremmo fatte diverse. Non per forza meglio, ma sicuramente diverse.
Nella vostra opera si racconta il confronto tra la chimera, solitamente vista come creatura mostruosa, e l’uomo, con un interessante ribaltamento del punto di vista iniziale. Come nasce questa idea e come l’avete sviluppata?
P: Dal punto di vista della storia tutto nasce da una mia riflessione sulla realtà e la realtà percepita, cioè quanto viviamo una realtà che fa parte di un racconto che ci facciamo e che non sempre corrisponde alla verità. Da questo mi è capitato di fare indagini sulle creature e sulla criptozoologia e ho scoperto delle Jenny Haniver, anche citate nel racconto, che erano queste false sirene che i marinari cucivano utilizzando dei pesci e che vendevano di ritorno dai loro viaggi. Mi sembrava la metafora perfetta.
Da lì è partita la creazione e la palla è passata a Nicolò. E, nonostante la distanza, mi ha dato parecchie soddisfazioni perché il risultato finale era spesso anche più interessante di come l’avevo immaginato all’inizio. Avevo chiesto anche composizioni strane per alcune tavole e sono quelle dove mi ha dato più soddisfazione, pur essendo le più “pericolose”.
Nic: Vengo dall’illustrazione quindi per me era molto bello e divertente creare queste composizioni che diceva Paolo.
Nik: Anche io sono stata aiutata molto dal disegno perché era molto pulito e mi permetteva di fare tanto con il colore. Mi è stato chiesto di fare un effetto stile americano, ma senza abbandonare la texture, e grazie al suo disegno sono riuscita sicuramente a realizzare bene questo effetto.
Per tutta la storia il ritmo è piuttosto lento ma la tensione rimane costante. Inoltre, avete anche scelto di utilizzare un protagonista ben diverso dal solito. Come siete arrivati a questo personaggio?
P: Anche in questo caso ho proposto l’idea di un personaggio che, già dal nome, cita vari personaggi della letteratura. Quell’H.G. richiama H.G. Wells e c’è una tavola in cui si paragona al Doctor Frankenstein. A quel punto ho raccolto tutta una serie di reference come spunti e le ho mandate direttamente a Nicolò dicendogli di ragionare sul personaggio partendo da quelle. Non avevo in mente una faccia di Martens finché non l’ha disegnata lui. Avevo la personalità, l’età, ma non ero riuscito a immaginarmi la faccia precisa fino a quel momento. Mi ripeto dicendo che abbiamo avuto davvero molta fortuna perché ci siamo trovati molto bene a lavorare insieme e siamo molto contenti del risultato.
Nic: Sono partito dalle reference di Paolo e ho ragionato sull’aspetto del protagonista che era un po’ diverso dai soliti canoni. Mi è venuto in mente questo volto di un anziano che all’apparenza può dare l’idea di una persona antipatica ma sotto nasconde dei sentimenti e una storia profonda da raccontare. Mi piaceva questo dualismo, come un supereroe che finge di essere un’altra persona nella vita quotidiana e poi si mette il mantello quando deve agire.
Nik: Per quanto riguarda il colore, sono arrivata che il progetto era già iniziato, perciò il protagonista era già ben definito. Ho dovuto fare pochi tentativi perché anche in questo caso ci siamo trovati subito.
Quest’opera lascia molte domande in sospeso. Siete già al lavoro sul seguito, se ci sarà?
P: Idealmente sì, ma vediamo come va questa e se la casa editrice deciderà di darci il via libera. Ho già in mente un progetto di storia e ho anche molta voglia di raccontare il seguito, che amplierà ancora di più il contesto.
Considerato che la vostra opera è uscita su Jundo, come credete che si stia evolvendo il fenomeno dei webcomic e, più in generale, del fumetto digitale in Italia?
P: Non è una risposta facile, perché è un cambio di paradigma ed è una di quelle cose che ha bisogno di un tempo molto lungo per essere compresa completamente. Secondo me da un certo punto di vista è sicuramente il futuro. Le nuove generazioni digitali leggono molto di più sul digitale e c’è meno l’affezione alla carta che abbiamo noi, nati col cartaceo, quindi accettano di più una fruizione usa e getta. L’approccio è destinato a cambiare, in maniera simile a come lo streaming ha soppiantato la televisione.
Nic: Nonostante sia giovane ho anche io il feticismo per il cartaceo, ma sono dello stesso parere di Paolo. Penso che ci voglia un po’ di sperimentazione. È bello aggiornarsi e conoscere nuovi espedienti.
Nik: Sono perfettamente d’accordo con loro. Sicuramente è bello perché avvicina i giovani e anche per l’autoproduzione, per sperimentare. Mi entusiasma molto ma anche io resto fan del cartaceo. In ogni caso, il mondo del webtoon è destinato a espandersi molto e penso che Jundo stia facendo un ottimo lavoro in quest’ottica.
Ringraziamo ancora Paolo Ferrara, Nicolò Pendinelli, Nikita Martinelli e Jundo per averci concesso questa intervista durante l’ultima edizione di Lucca Comics & Games. Vi ricordiamo che potete trovare Chimere in formato cartaceo e online sull’app di Jundo. Noi vi consigliamo di recuperarlo!
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