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Penny Dreadful: City of Angels, recensione no spoiler della prima stagione

In questo articolo esporrò la mia opinione su ciò che è stato, per me, seguire Penny Dreadful: City of Angels. La serie spin-off di casa Showtime di Penny Dreadful.

Sul nostro sito, Nerdpool potrete trovare le sinossi, i trailer e le recensioni di tutte le puntate. Inoltre potrete leggere anche le dichiarazioni degli addetti ai lavori. Qui troverete un articolo di introduzione alla serie.

Penny Dreadful: City of angel

Trama

Penny Dreadful: City of angels, di Showtime, scambia l’orrore gotico della Londra della serie madre con la vista sulla spiaggia di una Los Angeles del 1938 che vive la tensione per l’arrivo, di una imminente guerra. Accendere i fuochi dell’odio è l’obbiettivo di Magda, che lo fa sussurrando inganno e discordia nelle orecchie degli umani. La serie non esplora il mondo dei mostri alla maniera classica, ma bensì esplora i mostri interni all’ umanità.

John Logan, il creatore della serie spin-off, ha spiegato di aver voluto fare uno spettacolo in risposta alla rinascita mondiale dell’estremismo politico, del nazionalismo atavico, della pericolosa demagogia, del veemente razzismo e dell’antisemitismo. Questo è ciò che troveremo. Tenete a mente questa descrizione perché è il perno centrale della recensione.

Recensione

Se il primo e più famoso Penny Dreadful raccoglieva una ampia selezione di mostri spaventosi, questo spin-off si incentra sul mostro dei mostri, l’uomo.

Parto dicendo che ho avuto, sin da subito, l’impressione di seguire un Penny Dreadful atipico è quasi totalmente distaccato dal titolo originale.

Quando John Logan presentò la serie, espresse la volontà di fare uno spettacolo di risposta al ritorno di vecchi fantasmi nella società odierna. Beh fin qui devo dire che è riuscito egregiamente nel suo intento.

John Logan con il suo Penny Dreadful: City of Angel ha scattato una foto del passato e una del presente, sovrapponendole e facendole combaciare alla perfezione. Ha saputo esprimere con una semplicità disarmante e in una stagione ciò che anni di storia ci pongono davanti agli occhi ma che non vediamo. In buona sostanza ha, con Penny Dreadful: City of Angels, evidenziato la grande natura cattiva ed ignorante del genere umano e l’ha descritta come un mostro perennemente affamato che si ciba di ignoranza e amnesia storica e culturale.

Oscurità

Descrivendo Penny Dreadful: City of Angels, adesso, dopo la visione di tutti e dieci gli episodi, dico che è una cruda, bellissima, reale e spietata radiografia del genere umano. Di quel mostro assetato di sangue e potere che si auto-ingurgita in una spirale di violenza inaudita.

“Cavolo”, direte voi. “Penny Dreadful: City of Angels è un prodotto troppo disfattista, troppo sfiduciato e cupo per i miei canoni”.

Penny Dreadful: City of angel

Luce

“No”, vi dirò io, perché Penny Dreadful: City of Angels non è soltanto quella oscurità, ma come una medaglia ha due facce e se una è buia, senza speranza e cattiva, l’ altra è un inno alla vita, alla gioia, piena di luce, di speranza, amore e sostegno reciproco.

Se una è la morte e la distruzione, l’altra è tutto quello che di più bello esiste al mondo, la “FAMILIA”.

Non è un errore di battitura e non sono diventato nemmeno un Chicano, ho voluto semplicemente riportare il termine più luminoso che sentirete nel corso della visone.

Ecco cosa andrete a vedere e sentire nel corso di Penny Dreadful: City of Angels. Ecco come vi imbatterete nelle assurde contrapposizioni che fanno dell’uomo l’animale più debole e contraddittorio ma con un ego grande quanto una costellazione.

Pro

Personalmente in generale sono rimasto molto soddisfatto da tre punti, per me sacri ed imprescindibili in una serie che reputo fatta bene. Ve li elenco:

  • La fotografia: un piccolo capolavoro di maestria, mai esagerata, mai invasiva e predominante. Piuttosto è stata la cornice perfetta di ciò che viene narrato in Penny Dreadful: City of Angels;
  • Il cast: alla poliedrica e assurdamente egregia Natalie Dormer non si poteva chiedere di più, la perfezione è impossibile ma lei ci si è avvicinata parecchio. Oltre lei c’è da dire a chiare lettere che tutto il cast è stato un quadro di incredibile bellezza;
  • La sceneggiatura: per nulla banale e scontata, ricca di argomenti e di spunti, molto curata e coerente ha dato basi solide a questo show.

Contro

Se proprio dovessi trovare un difetto a Penny Dreadful: City of Angels, allora sarebbe la lentezza. Una piccola macchia protrattasi per tutta la stagione che ha appesantito non poco la narrazione e ha influito sul grado di attenzione. Ma d’altronde, viste le tematiche trattate, non la si può proprio evitare.

Ci sarebbe poi un altro difetto da annoverare nel curriculum di Penny Dreadful: City of Angels, e sta proprio nel suo titolo. Ma di quello ve ne parlerò nel prossimo articolo, dedicato.

In fine

In chiusura dico che adoro Penny Dreadful: City of Angels e che confido in una seconda stagione. Inoltre, spingendomi un po’ contro i giudizi personali raccolti tra chi ha visto lo show, aggiungo che la serie è veramente bella, ma bisogna un attimo superare lo scoglio del confronto con la serie madre per averne un giudizio imparziale.

Vi saluto con la più classica delle domande. Ma a voi è piaciuto Penny Dreadful: City of Angels? Fatecelo sapere qui nei commenti.

Per questa e altre recensioni su serie Tv e tanto altro ancora, seguiteci qui su Nerdpool.

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