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Scoop: la recensione del film sullo scandalo del principe Andrea

Dal 5 aprile è disponibile su Netflix un nuovo film basato su una storia vera, in questo caso una notizia di cronaca inglese. Scoop di Philip Martin è incentrato su uno scandalo che nel 2019 ha coinvolto il principe Andrea, accusato di pedofilia da Virginia Giuffre. Nel film, un gruppo di determinate giornaliste della BCC, guidato da Emily Maitlis (Gillian Anderson), si occupa di intervistarlo, occasione in lui tenta di discolparsi, anche se l’esito è disastroso. Il principe (Rufus Sewell) viene anche interrogato sulla sua amicizia con Jeffrey Epstein, un imprenditore americano condannato per abusi e traffico di minorenni. La Famiglia Reale chiaramente non ha gradito il film, responsabile di aver riportato sotto la luce dei riflettori lo scandalo, che ai tempi ha portato Andrea a perdere tutte le cariche ufficiali. Ecco la sinossi e il trailer di Scoop:

Un gruppo di coraggiose giornaliste vuole intervistare il principe Andrea nel 2019. Vogliono che parli della sua amicizia con Jeffrey Epstein. Ma le condizioni per questa intervista devono essere prima negoziate.

Di seguito, potete leggere la recensione senza spoiler del film.

Un controverso fatto di cronaca

Non è difficile cogliere il nobile messaggio dell’opera, per altro esplicitato dalle sequenze finali. Il giornalismo ha la possibilità di svelare verità scomode e non ha timore di sfidare personaggi potenti. Senza dubbio, si tratta si un tema di grande interesse, che tuttavia non riesce a trovare la sua piena realizzazione nella narrazione. A catturare l’attenzione, infatti, sono sostanzialmente il principe Andrea e il suo scandalo, mentre il team di giornaliste sembra avere soltanto il compito di metterli in risalto. Si fatica a definire realmente la loro identità, l’unico tratto inequivocabile è che sono assetate di verità. Ma, forse, non è sufficiente per creare dei personaggi credibili, tanto più che le scene che le ritraggono al di fuori del lavoro ricorrono spesso a cliché.

Tornando al fatto di cronaca centrale, il suo carattere controverso lo rende un episodio difficile da narrare, anche perché molto fresco nella memoria del pubblico, essendo accaduto solo cinque anni fa. Il film si muove tra i toni gravi di un’inchiesta legale e l’approccio curioso di una ricerca biografica. Il rischio di non sfruttare a pieno nessuno dei due registri si fa molto concreto. Di conseguenza, la narrazione perde brillantezza e diventa meno appassionante da interpretare per il pubblico.

Una ricostruzione precisa

Bisogna, sicuramente, rendere merito a Scoop di aver ricostruito con minuzia di dettagli la vicenda scandalistica del 2019. Forse la tesa dimensione lavorativa della BCC poteva essere approfondita ulteriormente, ma indubbiamente è resa l’atmosfera competitiva. In modo simile, è restituito il mondo lussuoso in cui è abituato a vivere Andrea. Particolarmente efficace in questo senso è la scena dove il principe rimprovera la cameriera per aver sbagliato l’ordine dei suoi pupazzi, disposti accuratamente sul letto. Insomma, ci sono le premesse per scavare a fondo nella vicenda. Purtroppo, però, spesso la narrazione si limita a riportare i vari episodi culminati con l’intervista della BCC, senza una vera tensione narrativa.

La Famiglia Reale torna alla ribalta

La Famiglia Reale inglese è stata spesso oggetto di film e serie TV, anche di grande successo. Basti pensare che la storia di Lady Diana innumerevoli lungometraggi, tra documentari e fiction, tra cui anche il recente Spencer. Per altro, Netflix è reduce dell’immensa popolarità di The Crown, che ha portato sullo schermo vari intrighi e episodi di cronaca riguardanti la Famiglia Reale. Scoop decide di incentrare tutta la sua trama sulle accuse di pedofilia mosse al principe Andrea, con particolare riferimento all’intervista alla BCC rilasciata in tale occasione. Quindi, il regista non può che abbandonare il tono fiabesco o curioso, che ha caratterizzato altri precedenti ritratti dei reali inglesi.

Giustamente, Philip Martin sente la necessità di schierarsi cercando un approccio diverso. Come accennato prima, il risultato non è così chiaro: il film è evidentemente influenzato dall’immaginario creato dalle precedenti opere sulla Famiglia Reale, ma allo stesso tempo tenta di adottare i toni di una denuncia. La lunga sequenza che mostra l’intervista di Andrea risulta, quindi, depotenziata ma sostenuta da una calzante interpretazione di Rufus Sewell, incredibilmente simile al principe.

Scoop è ora disponibile su Netflix.

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Addentrandosi nel controverso e disturbante scandalo del principe Andrea, Scoop non riesce a trovare una propria identità narrativa, rimanendo a metà tra la curiosità e la denuncia. Ne risulta un film dalla ricostruzione accurata, ma che fatica a coinvolgere per lo scarso pathos e per i personaggi poco espressivi. Della passione per il giornalismo alla base della trama non emerge che uno spaccato sbiadito. Nel quadro generale, risulta un'eccezione la figura di Andrea, il vero richiamo di attenzione del film, interpretato con credibilità da Rufus Sewell.

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