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Si avvicinano gli Oscar 2024: candidature e impressioni

La notte di lunedì 11 marzo andrà in onda, in Italia stavolta su Rai 1, la notte degli Oscar 2024. Quest’anno, come nella precedente edizione, combattono per i premi diversi film di valore, anche se naturalmente la patina commerciale della cerimonia tende a privilegiare la correttezza politica e il didascalismo.

Pronosticabile, ma come al solito non sicura una predominanza di premi per Oppenheimer di Christopher Nolan, che sconta il didascalismo spinto della sceneggiatura – che però, come detto, in questo contesto potrebbe non essere un gran difetto – ma può vantare una messa in scena imponente e alcune interpretazioni di spessore. La sequenza del Trinity Test è memorabile: Cillian Murphy che assiste all’esplosione della bomba ricorda un astronauta di fronte all’oblò di una navicella, ma anche un proiezionista che produce per la prima volta la magia delle immagini in movimento.

A proposito di immagini, l’Italia tifa senza dubbio per Garrone e per il suo Io Capitano, ma qualora si tifasse per il cinema più autentico e puro non si può non sostenere Perfect Days, capolavoro spiazzante di Wim Wenders che gioca sapientemente con il linguaggio cinematografico e audiovisivo. Il ritorno sul grande schermo di un autore della sua portata, peraltro con un’opera incantata e incantevole , esistenziale e politica, che r(i)accoglie la ciclicità del tempo a discapito della linearità contemporanea, è la notizia più importante di questa edizione.

Riguardo Killers Of The Flower Moon, inutile nascondere il sentore che possa rimanere quasi a bocca asciutta. Scorsese è creativamente in stato di grazia e le tre ore e mezza di film avvolgono lo spettatore in una intensità tentacolare inedita che si avvicina al cinema di genere – il regista ha dichiarato di essersi ispirato ai film di Ari Aster. A tal proposito, inspiegabile l’assenza di Joaquin Phoenix per l’interpretazione in Beau Ha Paura e dello stesso Aster come regista, allo stesso modo di quella di Leonardo Di Caprio, che gioca di mascella come Marlon Brando e regala un personaggio da ricordare. De Niro, in una delle migliori interpretazioni della sua carriera, può ambire alla statuetta, ma dovrà vedersela con almeno due avversari ostici. Lily Gladstone, invece, è la vera rivelazione e potrebbe trionfare come miglior attrice non protagonista.

Come la pellicola di Scorsese, anche Povere Creature! di Lanthimos sembrava potesse essere parzialmente ignorato dall’Academy, eppure considerato il recente successo di pubblico potrebbe strappare a sorpresa la statuetta come miglior film. Emma Stone, inoltre, è indubbiamente all’altezza delle altre candidate a miglior attrice protagonista e la vittoria come miglior sceneggiatura non originale sembra alla portata del film. Per quella originale attenzione ad Anatomia Di Una Caduta, ma anche al sudcoreano Past Lives che è stato giustamente inserito qui e tra i migliori film.

Per il resto, Miyazaki combatterà ad armi pari con Spider-Man nella categoria animazione e Barbie si prepara a ricevere i dovuti riconoscimenti per costumi, scenografia e canzone originale, nonostante la delusione per le assenze di Margot Robbie e Greta Gerwig. Maestro e The Holdovers, reduci da un discreto successo di pubblico e di critica, rischiano di non portare a casa nemmeno una statuetta.

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