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The Bad Batch 3: la fine di un percorso, la fine di un capitolo

Con l’uscita dell’ultima puntata della terza stagione, la serie tv animata dedicata alla Clone Force 99 si conclude, con una puntata ricca di emozioni e… non solo

Ho voluto iniziare questo articolo riproponendo il trailer che lanciò la prima stagione di The Bad Batch, una serie tv animata spin off proveniente direttamente da quella di The Clone Wars, storica evoluzione narrativa (sempre animata) che coprì i fatti accaduti tra i films di Star Wars Capitolo II: La Guerra dei Cloni e Capitolo III:La Vendetta dei Sith.

The Clone Wars regalò ai fans moltissimi momenti emozionanti, svelò molti misteri lasciati aperti nei films e pose le basi a moltissimi prodotti usciti poi negli anni a venire.
Uno di questi fu proprio il poter incontrare la Clone Force 99, ovvero un gruppo scelto e modificato geneticamente di cloni per essere superiore nelle prestazioni belliche rispetto ai loro fratelli.

La Bad Batch trovò un suo spazio nei progetti della Disney, all’interno della piattaforma Disney+ e venne lanciata, appunto, con il trailer che oggi possiamo rigustarci all’inizio di questo articolo.

Una delle scene più potenti: l’annuncio della nascita dell’Impero Galattico

Un arco narrativo costellato di luci ed ombre

Difficile, se non impossibile, capire quanto potessero alte le aspettative per questo prodotto, ma quel che è certo che forse c’erano in campo idee sufficienti per almeno un’altra stagione. Non avremo, probabilmente, mai la risposta a questa domanda ma sicuramente i momenti meritevoli sono più dei negativi.

La prima stagione aveva il compito di introdurre i personaggi, ovviamente, ma riuscì da subito a far gustare uno dei suoi elementi di forza, ovvero la possibilità di esplorare un Impero appena nato ma che, come già visto in altri prodotti, covava al suo interno i semi della sua stessa caduta.

Il passaggio da Repubblica ad Impero, al di là della proclamazione vista in Episodio III, fu un passaggio lento, graduale per molti aspetti ma inarrestabile.
Dal design delle armature degli stormtrooper (le unità di fanteria dell’Impero Galattico), a quello delle navi ma soprattutto al passaggio dai cloni all’arruolamento in senso tradizionale, sono stati tutti passaggi che i vari fans hanno potuto gustarsi momento dopo momento.

Altresì, non si può negare che ci sia stata una certa debolezza nella trama in alcune fasi, dando allo spettatore la sensazione che ci siano stati dei momenti d’incertezza su che direzione far prendere agli eventi narrati. Niente che pregiudicasse lo show, sia chiaro, ma alcuni passaggi a volte sono stati presentati in maniera un po’ forzata.

The Bad Batch

Quella costante necessità di dare solidità al futuro-passato

Futuro-passato non è stato un errore di battitura o un lapsus, ma un fenomeno che personalmente ho avvertito da dopo l’uscita di Episodio IX: L’ascesa di Skywalker. A seguito del Capitolo IX il quale mise un punto agli eventi della trama principale e con la fine della famiglia Skywalker per come la conoscevamo, quando le luci si spensero in sala, chi ne uscì aveva più domande che certezze, con un senso di spaesamento non indifferente.

Il punto che fu più “difficile” digerire fu il ritorno della figura dell’Imperatore Palpatine. Non era morto? Se sì, come aveva fatto a tornare? Sennò, come aveva fatto a sopravvivere? Snoke cos’era quindi? Tante, troppe domande, che da quel momento in avanti dovevano trovare delle risposte. Da lì, iniziò una lunga cavalcata con prodotti, vedi The Mandalorian, che sembravano nati al servizio di colmare quelle lacune narrative. The Bad Batch avrebbe ricoperto un ruolo centrale in questa missione

Episodio IX: la ricerca del pianeta Exegol raggiunge un punto di svolta

Sapiente espediente di marketing o corsa ai ripari? Analisi di The Bad Batch

Tutta la progenia che ne discese da Episodio IX: L’ascesa di Skywalker ebbe, appunto, un compito di ricucire molti eventi che apparentemente non avevano un collegamento tra di loro, special modo se uno si fosse fermato ai prodotti su grande schermo. Oggi è difficile pensare che non ci fosse una volontà precisa di creare delle domande enormi, laddove solamente una produzione intensa di eventi narrativi e di sottotrame complesse, avrebbe potuto dare delle risposte soddisfacenti. La sensazione, però, che il livello di smarrimento sia stato maggiore di quello che si voleva creare è molto vivo, ed in The Bad Batch questa sensazione si fa sentire.

Come scritto nei capitoli precedenti, The Bad Batch inizia con una presentazione dei suoi personaggi, ci regala un’immersione a tutto tondo della nascita dell’Impero ma soprattutto prende una virata importante verso quello che viene chiamato “Progetto Negromante“(per leggerne di più rimando ad un articolo fatto molto bene sull’argomento), forse con una centralità del tema anche superiore ai primi progetti narrativi.

Molto curioso che per tutta la serie tv il Progetto Negromante venga spesso citato ma mai spiegato fino in fondo, come se ci fosse spazio in altri progetti per approfondirlo ulteriormente. Rimane comunque il fatto che per quasi due stagioni The Bad Batch sia sembrata al servizio di questa necessità di dare delle spiegazioni da Episodio IX, con un impatto sugli eventi narrati molto forte

Palpatine e Snoke, i due personaggi su cui è basato un grande sforzo narrativo da Episodio IX a seguire

La vera dignità di The Bad Batch

Al di là delle necessità superiori, The Bad Batch assume una sua forma ed una sua autonomia da subito, con i concetti di fratellanza, adattamento e capacità di saper pensare con la propria testa nonostante gli ordini ricevuti, anche andando contro la propria progettazione genetica.

Per tutte e tre le stagioni, con vari espedienti narrativi molto intelligenti, non solo abbiamo potuto vedere il passaggio da Repubblica ad Impero ma, parallelamente come fosse un contrappeso, abbiamo visto la trasformazione della Clone Force 99 in fratelli che erano disposti a tutto, compreso andare contro il loro addestramento e la loro essenza, diventando paladini di quella Ribellione che avrebbe incendiato la Galassia.

Ovviamente ci sono moltissime puntate che hanno lasciato un po’ di amaro il bocca, in quanto non solo non aggiungevano elementi allo sviluppo della trama ma sembravano un po’ buttate senza una finalità precisa. In generale, però, la crescita ed il distacco dei personaggi ha una sua dignità talmente elegante e profonda, che riesce a fare da contrappeso alle necessità narrative più alte di dare le risposte cercate.

Possiamo tranquillamente dire che The Bad Batch ha un equilibrio interno tanto nella trama quanto nei messaggi che veicola.

Il destino di questo personaggio ha segnato il punto di svolta che ha visto la fine della Clone Force 99 da unità militare a fratelli in armi

Fine necessaria o imposta?

Alla fine torniamo dove tutto ha avuto inizio, da quel trailer che ci ha presentato un gruppo di cloni diversi dai reg, come la The Bad Batch chiamava gli altri fratelli. Un manipolo di diversi, di non allineati nella prima puntata salvano la vita ad un giovane Jedi, evento che porterà all’evoluzione vista in Rebels, altra serie tv animata di grandissimo spessore, ed andando avanti si metteranno di traverso in uno dei piani più importanti per l’Imperatore in persona.

Questo percorso costerà tantissimo, con anche uno degli addii tra i più commoventi della saga stessa di Star Wars, le cui conseguenze porteranno al passaggio definitivo dall’essere un’unità militare a persone libere, in grado di scegliere autonomamente chi essere e cosa farne della propria vita.

Il finale, che vi invito a vedere non tra una commissione e l’altra ma in maniera attenta e dedicata, chiuderà un arco narrativo lungo tre stagioni, vedrà la maturazione di Omega in una donna non solo che non necessità di essere protetta (uno dei pilastri dell’intera serie tv) ma che ha saputo acquisire il meglio che la Bad Batch potesse insegnarle, con uno scambio di empatia e di sentimenti che ha permesso ai cloni ribelli di potersi evolvere in persone autonome.

Poteva starci un’ulteriore stagione? Probabilmente sì, ma la sensazione che l’attenzione per la serie tv stesse scemando era una notizia che si era diffusa già verso la metà della seconda stagione. Questo non toglie che la Terza stagione di The Bad Batch metta tutto in ordine, chiuda gli archi narrativi aperti anche con delle scene molto forti e comunque lasci una finestra aperta al futuro, con un aggancio pronto per eventuali altri prodotti.

Salutiamo, quindi un gruppo di cloni a cui ci siamo affezionati, con cui siamo cresciuti emotivamente e che ricordano come essere diversi non solo non sia per forza un male, ma che a volte essere fuori dal coro possa essere un valore aggiunto per salvare un’intera Galassia.

Chi vuole leggerci altro in questi tempi cupi, forse non sbaglia.

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